Esce venerdì 30 marzo la nuova “fatica” letteraria del comico leccese Simone Mele dal titolo “I racconti dello scemo del villaggio”. Una serie di racconti brevi che si possono considerare l’esordio letterario del già autore de “L’ozio è il padre dei vizi” e “Lo scemo del villaggio”, due libretti di freddure e calembour.
Una vespa special con un glorioso passato ed un triste presente. Un uomo sull’orlo di una crisi di nervi in una calda sera d’estate. Due vecchiette ninfomani e un appuntamento concesso dopo 5 anni di corteggiamento. E un vicinato rumoroso…quanto può essere molesto un vicinato rumoroso?
Racconti, quelli del comico, in cui l’umorismo, la caricatura e la parodia sono al centro di queste scenette tratte dalla vita quotidiana, in cui vediamo rappresentati non tanto veri e propri personaggi dotati di un certo spessore psicologico, ma tipi umani, semplici abitanti della quotidianità. Una quotidianità affatto semplice, irta di pericoli e insidie soprattutto quando interrotta, svuotata di quell’abitudine che aiuta l’essere umano a non infrangersi sullo scoglio della solitudine. Ma le numerose insidie che flagellano la vita dei pratogonisti di questi racconti, se è vero che li costringono a confrontarsi con la solitudine è anche vero che hanno il pregio di permettere uno sguardo nuovo, inconsueto su ciò che fino a quel momento appariva consueto. E quanto aiutano l’ironia e l’autoironia a “vincere” le insidie dell’imprevedibilità della vita?
Venerdì 30 marzo in via Libertini a Lecce nei pressi della Chiesa di Sant’Irene si apre così una nuova fase creativa per, come egli stesso si definisce, il “sotto-scrittore” e comico Simone Mele - versatile e audace “flagellatore” di usi e costumi locali e nazionali con le sue vignette satiriche finite nei maggiori talk show italiani (Carta bianca su Rai Tre, Tagadà su La7) – e una nuova stagione per quel povero banchetto che ne ospita la vendita.