Al Teatro Paisiello l'incanto della voce come unico strumento, nel segno della tradizione

Sabato 31 marzo (ore 21 - ingresso 8 euro) il Teatro Paisiello di Lecce, nell’ambito della residenza artistica di Astràgali, supportata da Regione Puglia Comune di Lecce, ospita "Cantare Lomax... Oggi", progetto nato da un’idea di Claudio Cavallo Giagnotti, leader dei Mascarimirì, con la cantante Anna Cinzia Villani.

E l'Orchestra internazionale di voci (Frederique Mathieu, Francois Chovet, Maria Serena De Masi, Elisa Surace, Margherita Valli, Livia Giaffreda, Fabio Cantoro, Cristiana Zongoli). In apertura i Fratelli De Prezzo e Bruno Scorrano con la partecipazione del tamburellista Carlo ”Canaglia” De Pascali, proporranno i Canti della Passione.

Il Salento torna a cantare, facendo della voce il suo strumento primario, come un tempo. Quando nel ’54 Alan Lomax percorse tutta l’Italia per fermarsi anche in alcuni comuni salentini, incontrò e registrò diversi contadini-esecutori di "canti a coro" (tipica espressione usata nelle campagne per indicare le melodie polivocali). Voci straordinarie ed espressive di un mondo che è andato via via scomparendo con l’avvento della modernità, e che per fortuna noi possiamo intravedere e immaginare ascoltando il materiale sonoro di quella importante campagna di ricerca. “Cantare Lomax … oggi” fa trasparire già dal titolo, il rimpossessarsi dell’uso della voce come unico strumento, capace non solo di intonare melodie ma anche di accompagnare il canto ritmicamente, restituendo l’atmosfera di ciò che si racconta, oppure dell’ambiente che si sceglie di ricreare. Il progetto nasce da un’idea di Claudio Cavallo Giagnotti che nel 2016 lancia un laboratorio didattico-creativo, affidato alla cura di Anna Cinzia Villani, culminato poi in un concerto a chiusura del TamTam Festival dopo un solo week end di prove. L’esperienza continua perché è di forte impatto tecnico, formativo e umano. 

L’intento principale è non solo donare centralità al repertorio vocale salentino, ma riscoprirlo in una chiave più moderna e sperimentale, per renderlo fruibile anche ad un pubblico di non addetti ai lavori. Il coro è formato da dieci cantanti tra appassionati, professionisti e semi-professionisti; si lavora sui suoni, non solo quelli tipici della vocalità tradizionale spesso basata su intervalli di terza, ma anche i suoni in grado dare il ‘condimento’ alla melodia, a partire dai respiri, dalla possibilità di usare la voce in modo ritmico, ossessivo e onomatopeico, talvolta avvalersi anche del corpo come suono. Il repertorio spazia da alcuni tra i brani più noti, come possono essere le Pizziche pizziche, a brani di impianto armonico meno consueto ma molto accattivante.

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