Il Toro è in serie D, la società granata comunica la permanenza nella quarta serie nazionale

E se fosse la vittoria più sofferta? Certo nulla a che vedere col prato verde e col cuoio rotolante, con spareggi vinti e con i “sazianti” urli dopo un gol. Ma l’urlo liberatorio c’è, ed è saporosamente spontaneo.

Vero e profondo, che monta dalle radici dell’animo. Sei mesi di attesa, di purgatorio, di lancinante tormento, di lacerante sevizia di una passione senza confini, di vessazione e dolore, di lotta, di battaglie, di scartoffie reali e virtuali, di codici e codicilli, di call e mascherine, di riunioni e spostamenti, di speranze e affossamenti, di alti e bassi, di pianti e sorrisi non possono non lasciare tracce. Il solco è stato profondo, i segni tangibili. E allora urliamo di gioia, adesso lo possiamo fare. Popolo granata liberati dal tormento, la tua storia è con te, continua ad appartenerti, a camminare al tuo fianco, a disegnare e creare il futuro laddove è cresciuta, forte, fiera, orgogliosa, nobile e superba. Nardò è in serie D ed ha dimostrato in ogni latitudine di meritarselo, anche alla faccia di chi ha scambiato l’antica signorilità Granata con i piagnistei. Il Toro è in D, pazzo, audace, fiero, vigoroso, gagliardo, aitante, robusto. Nardò ha vinto, tutti abbiamo vinto. E siamo felici di condividerlo, senza nascondere un velo di lacrime che inumidisce gli occhi, ma stavolta, per giustizia, sono lacrime di gioia. E allora cantatela questa gioia, col granata nel cuore, con passione ed amore. Esponete la vostra bandiera sul balcone: è un simbolo di appartenenza, è un simbolo di identità. Pazzi “D” te. GoDDDDDDiamocela! Forza Rossi, Avanti Nardò.

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