I dolori del giovane Werther: "Mellone vive di slogan ma l'idea di sfondare a sinistra resta pura illusione"

Si adopera per accreditarsi quello che non è e non è mai stato se non marginalmente e strumentalmente. Per farlo richiede ad un giornalista, un professionista che anima anche un’accreditata rivista culturale on-line, di scrivere delle sue evoluzioni e quello, in buona fede, accetta.


Come al solito, quando si tratta di propaganda, l’Asfaltatore si cuce addosso, con le considerazioni che fornisce o fa fornire al suo ineffabile portavoce, un vestito verosimile ma non vero. Cominciando dallo “sfondamento”. Contrabbanda per tale l’associazione temporanea di interesse per il potere che lo lega ad un altro trasformista di tutto rilievo: il suo attuale assessore Natalizio, noto per aver indossato ogni tipo di casacca necessaria a stare nelle maggioranze al Comune di Nardò negli ultimi 14 anni.

Ad altri lasciamo valutare l’ortodossia nell’ispirarsi al capo della corrente più estremista del Msi, Rauti. Alla cittadinanza di Nardò, almeno a quella non intruppata dal culto della personalità, non sfugge lo snaturamento del termine mistificandone il significato. Sfondamento significa distruzione, smantellamento, cardinamento, annientamento dell’avversario non significa accordicchio, non significa “combine”, pastetta, alleanza di basso profilo.

Perché questo è il sodalizio tra due trasformisti che puntano a pararsi reciprocamente le spalle, uno spacciandosi di destra e l’altro spacciandosi di sinistra, nei confronti dei partiti nazionali per lasciarsi aperte tutte le vie possibili alle loro ambizioni personali. Mezzucci da furbetti di pittaci che possono avere spazio in un limitato respiro comunale ma che oltre non possono andare.

Come pure sfondare non significa fare i lacchè dell’altro populista-trasformista, Emiliano portandogli voti alle regionali (mica tanto numerosi poi, come ricordammo nello “Tsunami ha partorito il topolino” su queste colonne). Millantata è, anche, la condivisione del progetto melloniano da parte di “Gioventù nazionale” movimento giovanile del partito della Meloni (singolare, sempre, la comune radice cucurbitacea). A Nardò Gioventù Nazionale era solo un giovanotto incaricato di costituirla che ha appreso molto rapidamente la poco nobile arte del “salto della quaglia” passando armi (scarsissime) e bagagli (pochi) alla corte dell’Asfaltatore chissà per quali folgorazioni.

Il mantra contrabbandato all’autore della nota apparsa sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” (che, purtroppo, non ha verificato sul territorio quanto passatogli dal “casalino” dell’Asfaltatore) recita di mirabolanti azioni dell’assessore per tutte le stagioni all’ambiente Natalizio. Il quale ha in comune con l’Asfaltatore la passione per il potere ma ha attività quasi nulla nelle attività ambientali se si escludono i patrocini e i contributi a Legambiente (come la determina/atto di liquidazione n°2389 del 31/12/2020).

A Portoselvaggio ci va per fare le corsette dopolavoristiche, per ritemprarsi dopo le fatiche del lavoro ispettivo alla Asl, lavoro che condivide con l’altro componente di “Noi X Noi 2” Maccagnano   e che comporta il contatto con tanti utenti. Veramente stressante, specie nei periodo elettorali quando i contatti aumentano. Ma anche in altri settori di competenza la presenza è solo ed esclusivamente di pura vetrina e passerella mediatica.

La sostanza latita come per la sciagurata adozione, nel 2008, della differenziata “multi materiale” in ambito comunale. Decisione che portò a gravi ritardi nell’avviare una concreta raccolta differenziata. Nonostante una millantata penetrazione negli uffici della Regione Puglia, per il tramite di un suo parente da ribalta politica nazionale, non è riuscito a velocizzare la caratterizzazione della discarica di Castellino. Peraltro non attivata neanche da lui.

E’ riuscito solo a bleffare sull’apporto di consensi durante il ballottaggio 2016 vantando legioni di consensi spostati che non trovano assolutamente riscontro nel magro bottino ottenuto dalla lista da lui ispirata. Nonostante i condizionamenti che aveva fatto valere per i suoi ruoli pubblici e privati. Figurarsi se ne poteva mietere quando, al secondo turno, non era più possibile “controllare” i voti con gli accoppiamenti o altri mezzucci di verifica.

Ma indubbia è la capacità a tenere i piedi in tre o quattro paia di scarpe per soddisfare lo smodato narcisismo che lo accomuna all’Asfaltatore.
Entrambi sono la dimostrazione vivente del detto popolare “chi si somiglia si piglia” ma scaramanticamente l’Asfaltatore dovrebbe preoccuparsi perché le coalizioni che partono con l’appoggio di Natalizio perdono sempre. E non c’è garanzia assoluta che questa tornata elettorale faccia eccezione.

Werther Messapo

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