Inaugurata a Lecce Terra di Mezzo, la personale di pittura di Vittorio Tapparini presso la Fondazione Palmieri in Vicolo dei sotterranei a Lecce. Ha presentato la mostra il fotografo Bruno Barillari, i testi sono di Ercole Pignatelli e Claudia Presicce.
La mostra si potrà visitare fino al 7 gennaio prossimo. La location nel cuore del centro storico leccese (alle spalle del Duomo) si scalda con i colori, le favole e i sogni di questi quadri che rimettono l’uomo nel suo status originario più profondo, quello dei sentimenti e delle utopie che tutti si portano dentro. Nel video le interviste a Bruno Barillari e a Vittorio Tapparini.
I personaggi di Tapparini stanno generando una nuova contagiosa prospettiva estetica: sembrano volteggiare nella dimensione infantile del gioco e della spensieratezza, ma restano ancorati a scene di vita quotidiana e contemporanea. Surreali, a volte goffi, fortemente simbolici, sono uomini liberi dai condizionamenti della società dei consumi e insistono nel coltivare la terra nuova del futuro.
Dalle tele, che richiamano spesso un “andare” insieme, su tanti mezzi diversi e sulla strada come nel mare, emerge fortemente una necessità di comunità e di coppia, una comunicazione che si pone in antitesi a individualismi e disgregazioni fomentate dalla società dei facili populismi che ci vuole l’uno contro l’altro. Si suona, si viaggia e si sogna insieme, sembrano dire questi piccoli racconti.
“Un preludio ad una nuova sinfonia con gli strumenti della pittura, che non arriveranno mai al dramma semmai ad una garbata ironia forse anche ad un accenno di satira ma con un giocoliere né divertito né impietoso che vive nei panni di un artista” come scrive Pignatelli di Vittorio Tapparini. E poi spiega: “Egli vive immerso nel “ continuum” parallelo tra pensiero e opera, tra mutazioni lievi o addirittura contrarie al dinamismo dialettico, per lasciare intatta quella linea di fondo della sua naturale attitudine profondamente visionaria. Sempre impegnato cioè a trasferirsi vicino all’atto creativo, quasi fosse un lontano erede del “Blaue Reiter o Cavaliere Azzurro,” o di un filo di Arianna tra Dada e Surreale…”.
“La terra di mezzo” è per Tapparini il luogo che ospita la necessità di un cambiamento, espresso chiaramente nella voglia di movimento dei suoi personaggi che si spostano continuamente: in vespa, in barca, in bicicletta, sul cavallo a dondolo. Tutti esprimono l’esplicita ricerca di superare il presente e di andare comunque avanti. È questa la “zona franca” di Tapparini, come scrive nel catalogo Claudia Presicce, “la terra del coraggio in cui conoscere la parte più vera di noi, sgangherata e imperfetta, ma libera”.
Pittore e scultore, nato a Lecce il 22 luglio del 1961, figlio d’arte, annovera numerose partecipazioni in rassegne d’arte e personali nazionali e internazionali. Tra queste vanno ricordate il Premio Sulmona, la Biennale internazionale d’arte di Ferrara, la Biennale internazionale di arti visive di Taormina, Expo Arte di New York, la Biennale di Venezia “Padiglione Italia” e tra le partecipazioni ai musei la personale Leccese, Vittorio Tapparini ha respirato arte nell'ambiente familiare praticamente da sempre. Figlio d’ arte del pittore Ugo Tapparini e nipote del grande poeta Vittorio Pagano, Vittorio vive e lavora tra Roma e Lecce.
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