Ernani Favale, Rifondazione:"Emiliano preferisce le convenzioni con il privato e la chiusura dei reparti pubblici, l'entusiasmo di Mellone è sconvolgente"

Mentre l’ospedale di Copertino continua nel suo monotono declino, per mano della politica regionale che annovera nella giunta esponenti provenienti dalla città del santo dei voli, anche il resto della sanità salentina sembra essere in caduta libera. Ernani Favale di Rifondazione punta il dito contro il piano di riordino disegnato da Emiliano.
 
Un piano di riordino ospedaliero, quello della Regione Puglia a guida Emiliano, che non tiene conto delle esigenze del territorio e che non guarda minimamente alle difficoltà con le quali sono costretti a convivere giornalmente personale e pazienti. Questo modo di agire ha già inferto colpi pesanti, basti pensare alla situazione dell’ospedale di Casarano ed in generale del sud Salento. Un piano di riordino che ha suscitato tempo fa le aspre critiche di colleghi di partito dello stesso Emiliano.
 
La chiusura del punto nascite a Copertino, secondo i fautori del piano di riordino, è una condizione necessaria per il rilancio dello stesso nosocomio, quando invece la realtà appare un’altra. Ma perché si chiude un punto nascite da oltre 600 parti all’anno? Per favorire altre strutture pubbliche? Forse potrebbe essere questo un motivo. Ma una certezza è anche altrove e viene comunicata per bocca del sindaco di Nardò Pippi Mellone, il quale in un suo post sui social informa la cittadinanza della vendita dell’ex gerontocomio di pubblica proprietà alla cifra di 1 milione e 630 euro. Il ricavato, a detta del primo cittadino neritino, servirà per finanziare opere pubbliche. Ma la vera notizia è che in quell’edificio verrà realizzato un punto nascite convenzionato.
 
In altre parole, dei reparti ospedalieri di proprietà privata dove le future mamme copertinesi potranno recarsi per mettere al mondo i propri figli. Ci sconvolge l’entusiasmo del sindaco di Nardò davanti ad un ennesimo tassello del grande progetto politico nazionale di vertere su una gestione privata della sanità. Un’operazione legittima, quella dei futuri gestori della struttura, in un sistema economico a trazione liberista, ma che politicamente pone degli interrogativi. Ed i destinatari di tali domande non sono certo i privati, ma coloro che dovrebbero garantire il benessere dei cittadini che passa anche da una sanità efficiente e pubblica. Come si può conciliare politicamente l’apertura di un punto nascite privato con la chiusura di uno pubblico? Cosa pensano i rappresentanti regionali che non si risparmiano in dichiarazioni che tali rimangono, visto che il piano di riordino va avanti? E i sindaci di Copertino e degli altri comuni limitrofi, visto l’evolversi della situazione, sono veramente sicuri di aver fatto il possibile per scongiurare l’ennesimo affondo all’ospedale San Giuseppe di Copertino?
 
La difesa della sanità pubblica deve passare dalla creazione di un’intelligenza collettiva, frutto di una sinergia tra territori ed istituzioni che punti ad una priorità: quella di un accesso libero e garantito a tutti alle cure. E tale condizione si può espletare solo con la difesa della sanità pubblica e del suo continuo miglioramento. Invece, da quanto si apprende, la Regione Puglia preferisce le convenzioni con il privato e la chiusura dei reparti pubblici. E tutto ciò accolto con entusiasmo da qualche amministratore locale.
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