Caso Torre Inserraglio, in consiglio una delibera che si propone di annullare una convenzione già scaduta?

La proposta di deliberazione riguardante l’annullamento della convenzione riguardante il Piano di Lottizzazione di Torre Inserraglio approda nell’Aula Consigliare di palazzo Personè domani, martedì 31 Luglio. Ma la situazione è estremamente ingarbugliata. Vi speghiamo le ragioni.

La maggioranza del Sindaco Mellone pare convinta di poter andare fino in fondo in modo da ridare ai neritini ciò che avrebbero dovuto ottenere da tempo. Intanto l’escussione della polizza fideiussoria, per la quale sono in corso i procedimenti, e l’acquisizione di patrimonio che prevede, tra l’altro, strade e servizi per il quale il Comune di Nardò da tempo ha preso in carico gli oneri, come il pagamento delle bollette dell’energia elettrica nonostante un uso sostanzialmente privato, ma anche aree di verde pubblico e di riserva naturale.

IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE RISALE AGLI ANNI ’80 - L’affaire del Piano di Lottizzazione di Torre Inserraglio parte negli anni ’80, approdando in consiglio comunale il 9 luglio del 1984 quando il piano fu approvato definitivamente. Nel marzo 1990 il comune di Nardò e la Società villaggi vacanza SoViVa Srl stipularono una convenzione in forza della quale Nardò cedeva senza alcun corrispettivo delle aree in cui la Società avrebbe realizzato opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Nardò avrebbe dovuto ottenere, tra l’altro, servizi coperti per lo sport, due piscine e sette campi da tennis. Strutture mai realizzate completamente e, di conseguenza, mai entrate nella disponibilità dell’Ente locale.

SI PUO’ ANNULLARE UNA CONVENZIONE SCADUTA? - La delibera in sostanza si accinge a proclamare la decadenza della convenzione stipulata e sottoscritta il 26 febbraio del ’90 tra il comune e la Soviva per le gravi inadempienze ovvero per il superamento dei termini massimi consentiti per la realizzazione delle opere di urbanizzazione con il conseguente incameramento della polizza riguardante la compagnia Nationale poi incorporata dalla Unipolsai. Il valore della Polizza ammonta a 486.953, 463 mila euro, (Anzi per essere precisi ammonta a 942.872.382 ed è espressa in Lire) e sarebbe inferiore al valore dei manufatti. Le opere di urbanizzazione primaria (Rete stradale, rete di acqua potabile, opere di fognatura, rete di distribuzione dell’energia elettrica per uso privato, impianto di illuminazione della rete stradale, sistemazione degli spazi di verde pubblico attrezzato, a servizio della rete stradale) sarebbero state realizzate, il nodo è nella realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria. Le due piscine ed i campi da tennis previsti.

IL COMUNE NON AVREBBE MAI AVANZATO ALCUNA RICHIESTA DI INDENNIZZO – E’ singolare che si cerchi di “annullare” una Convenzione non più in vigore. Il problema è legato al tempo trascorso, ben 16 anni di letargo sono davvero un po’ troppi. La Convenzione nasce in un periodo in cui era sindaco il compianto Cosimo Sasso, ed in un tempo in cui i sindaci non avevano ovviamente tutti i poteri di cui godono oggi. Pare che la Convenzione sia scaduta nel febbraio 2000, termine ultimo per la consegna delle opere e che negli anni a seguire l’Ente Locale non avrebbe mai avanzato alcuna richiesta di indennizzo. Il comune avrebbe in pratica dovuto farsi risarcire per la omessa realizzazione. L’Ente Locale ha inoltre diffidato l’attuale compagnia assicurativa a provvedere al pagamento dell’intero importo. Ma la compagnia ha opposto la prescrizione dei termini per il pagamento dell’indennizzo per la mancata realizzazione delle opere. E anche la Soviva potrebbe decidere di percorrere lo stesso iter. La strada per riottenere quanto pattuito potrebbe essere alquanto tortuosa.

I CAMPI DA TENNIS E LE PISCINE MAI REALIZZATE - “Questa della Soviva – ha esordito il primo cittadino – è una beffa. Già nel giugno del 2014, da allora consigliere d’opposizione, presentai una interrogazione per capire come mai il comune di Nardò, per vent’anni, non avesse ottenuto quanto dovuto. E’ incredibile che i cittadini comuni vengano chiamati a dissanguarsi per versare i necessari oneri di urbanizzazione mentre a società come questa sia stato consentito di costruire un intero villaggio turistico lasciando ai neritini l’onere di pagare le bollette della luce mentre dei campi da tennis e delle piscine rimangono in piedi solo degli scheletri. Il sindaco promette di acquisire i manufatti che risultano completati a metà e la piena gestione di strade e servizi per i quali, fino ad oggi, noi neritini abbiamo comunque pagato oneri senza ottenerne la piena disponibilità”. Si annullano atti in vigore non certo atti scaduti. La convenzione è un negozio giuridico di natura privatistica che non è più annullabile perchè l'annullamento vale solo per gli atti della pubblica amministrazione, inoltre si tratta di convenzione scaduta nel febbraio del 2010, e non più in vigore. Pertanto appare prescritto il diritto indennitario dell'Ente nei confronti della Compagnia Assicurativa e della Società che ha realizzato le opere o avrebbe dovuto realizzarle. L'unica strada percorribile dall'Ente fino al 2020 è avanzare risarcimento nei confronti di chi potrebbe aver prodotto danni erariali ossia dirigenti preposti al controllo dell'ottemperanza alla convenzioni o sindaci ed assessori con delega al ramo. Che avrebbero dovuto richiedere il risarcimento nei tempi dovuti. L’impressione è che il percorso possa essere decisamente in salita e che i costi legali possano lievitare senza sortire nulla di concreto.

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