Un Piano Straordinario per salvare i ricercatori precari dell'Università, lo chiedono i Cobas

I Cobas proseguono nella denuncia della precarietà dei ricercatori universitari, fenomeno che dopo otto anni dall’entrata in vigore della legge Gelmini emerge in tutta la sua drammaticità, soprattutto nelle università del Sud. Il sindacato ha inoltrato una lettera al Senatore della Repubblica e Docente dell’Università del Salento, prof. Mario Turco.

 

Chiediamo, a livello locale, un intervento in favore dei Ricercatori FutureInResearch (FIR), progetto avviato dalla Regione Puglia nel 2014 e ormai in scadenza; a livello nazionale,invece,un Piano Straordinario di Ricercatori Gelmini di tipo b, gli unici che consentono la successiva assunzione a tempo indeterminato, attraverso un emendamento al Decreto Dignità.

Nell’ambito del Programma regionale a sostegno della “specializzazione intelligente e della sostenibilità sociale ed ambientale” la Regione Puglia ha sottoscritto il 18 dicembre 2014 con le Università pugliesi una Convenzione – FutureInResearch – per finanziare 170 posti di Ricercatore a Tempo Determinato di tipo a (Ricercatori junior legge Gelmini), 45 assegnati all’Università del Salento.

A tre anni dalla data di inizio i contratti stanno per scadere e 37 lavoratori dell’Università del Salento perderanno il loro posto come Ricercatori, perché la Regione Puglia, a differenza di quanto previsto dai contratti firmati, ha deciso di bandire nuovi posti RTDa, invece che prorogare di due anni quelli in scadenza, previa necessaria valutazione positiva. Ci risulta che anche il Rettore dell’Università del Salento, Prof. Vincenzo Zara, in data 11 giugno 2018, si sia espresso a favore della proroga biennale.

Anche in seguito all’incontro tenutosi il 03.08.2018 con i Ricercatori FIR presso l’Università del Salento, chiediamo l’intervento del Senatore, e per suo tramite dei titolari del Ministero per il Sud e del MIUR.

La precarizzazione della figura del Ricercatore universitario sancita dalla legge Gelmini – insieme al blocco del turn-over, alla riduzione dei finanziamenti, alla sperequazione dei finanziamenti destinati agli Atenei del Sud rispetto a quelli del Nord – ha reso il reclutamento universitario e il ricambio generazionale negli Atenei un’impresa ardua.

Tra 2017 e 2018 risultano in servizio nelle Università italiane 4302 ricercatori precari di tipo a (RTDa), molti dei quali già in possesso di Abilitazione Scientifica Nazionale come professori associati;362 RTDa di questisono oggi al termine anche della proroga biennale.Nell’Università del Salento si contano 58 RTDA triennali, di cui 7 RTDA in scadenza di proroga nel 2018.

Serve dunque intervenire sul piano nazionale. La precarietà, oggetto anche di un Decreto in discussione in questi giorni nei due rami del Parlamento, sembra rappresentare una forte preoccupazione per il Governo in carica. Ma la precarietà dei Ricercatori delle Università, a differenza anche dei colleghi degli Enti di Ricerca – per i quali proprio in questi giorni è stato previsto un ulteriore piano di stabilizzazione – non ha ancora trovato eco in Parlamento.

Chiediamo perciòl’inserimento di un emendamento al Decreto Dignità in discussione in questi giorni al Senato, che preveda un Piano Straordinario di RTDB, per sanare anche il precariato delle Università (meridionali in primo luogo). Cobas Unisalento inoltre chiede di incontrare al più presto il Sen. Mario Turco ed il Sottosegretario all’Istruzione, Lorenzo Fioramonti.

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