1988 -2018. E sulla lavagna gli alunni della mitica III A del Liceo Classico De Sanctis di Manduria di ben trenta anni fa, scrivono la data del loro incontro dal sapore di ricordi. Sono tornati a sedersi tra i banchi di scuola il 21 agosto, nel segno di un tempo che non scalfisce ciò che rimane prezioso. Il periodo della maturità, le scuole superiori non si dimenticano mai, un po’ come il primo amore.
Trascorrono gli anni, arrivano le prime rughe, anche le seconde, un po’ di pancetta e qualche capello argenteo, eppure l’emozione di ritrovarsi insieme è incontenibile. L’iniziativa è stata presa da Luciano Luparelli, ora noto farmacista di Manduria e da Anna Rita De Carlo,adesso docente nel “suo” liceo. Gli incontri solitamente avvengono in una pizzeria qualunque, ma la III A voleva rivivere l’emozione della coesione mai persa. Oltre ad una rappresentanza di alunni, a rendere ancora più toccante il rendez-vous, la presenza dell’allora preside, Giovanni Mola e il parroco della chiesa madre don Franco Di Noi, allora docente di religione. Le loro parole hanno fatto breccia nei “ragazzi della III A” e negli uomini di oggi.
“Il mestiere di insegnante – ha chiosato Mola – anche se non adeguatamente remunerato a livello economico, dona una gratificazione impagabile a livello umano, grazie soprattutto al rapporto con gli alunni”. Negli anni la scuola è diventata anche liceo linguistico e a favorire questa ulteriore evoluzione, il magistrato Giuseppe, figlio dell’ispettore Tommasino che di congiunto con Molaed altri figura tra i fondatori del liceo classico, ora diretto da Maria Maddalena Di Maglie. Non è mancato un brindisi con tanto di bottiglia di spumante nella residenza sanitaria che ospita quello che trenta anni fa bacchettava tutti con il latino e il greco, Errico Fontana. “Noi siamo – ha sottolineato Sabrina Spagnolo, riprendendo le parole di don Franco – il frutto di ciò che è stato seminato proprio tra quei banchi di scuola.
Una giornata splendida da ripetere.Eravamo una bella classe, ci siamo voluti tanto bene e anche ora, ce ne vogliamo a distanza. Ognuno di noi ha fatto le sue scelte di vita ma siamo sempre felici di riabbracciarci”. La mattinata è volata e la campanella non ha chiuso le porte ad un gruppo di maggiorenni alla scoperta del mondo, ma ha stabilito “l’arrivederci” di un gruppo di professionisti che non mancherà di tenersi in contatto, per incontrarsi, perché no, prima dei prossimi trenta anni.
di Federica Marangio