In nome del popolo italiano, il linguaggio giuridico ai raggi x

In nome del popolo italiano. Linguaggio giuridico e lingua della sentenza in Italia è il titolo della pubblicazione di Maria Vittoria Dell’Anna, docente dell'Ateneo Salentino. Il volume,  Franco Cesati Editore, 2017 è stato presentato presso la Feltrinelli a Lecce.

 

Relatori d’eccezione Nicola Grasso, Docente di Diritto Costituzionale (Università del Salento) e  Salvatore Cosentino, Sostituto Procuratore Generale (Corte d’Appello di Lecce) e autore teatrale.

Come scrivono e per chi scrivono i giudici? Le sentenze sono scritte nel nome del popolo italiano? Le aule dei tribunali facilitano il servizio di comunicazione della giustizia verso i cittadini? Nel suo volume l’autrice prova a dare una risposta a queste domande, osservando il processo come evento comunicativo e linguistico, esaminando pregi e punti di debolezza della scrittura giuridica e riflettendo sui rapporti tra legge e linguaggio, tra retorica e diritto, tra lingua del diritto e diritto alla lingua.

Divertente, ma anche pieno zeppo di riferimenti l’intervento del Sostituto Procuratore ed autore teatrale Salvatore Cosentino che ha evidenziato, non solo gli strafalcioni ma anche i paradossi di un linguaggio che rischia spesso di sconfinare nel grottesco. Cosentino ha messo a nudo, attraverso esempi paradossali eppure assolutamente reali, un linguaggio che spesso diventa arzigogolato e così oscuro da rendere perigliosa e quanto mai complessa la ricerca della verità processuale.

Anche Nicola Grasso, docente di diritto costituzionale presso l’Ateneo Salentino, nel suo intervento ha ricordato “la sua esperienza nella commissione al famigerato esame di avvocato. L’uso della lingua - ha affermato - raggiungeva livelli inimmaginabili rispetto al cattivo uso che ne viene fatto. E’ un’esperienza – ha detto con malcelata ironia – che segna, perché ti rendi conto che dalle aule di giurisprudenza, a volte, vengono fuori persone che non hanno la minima dimestichezza con la lingua italiana e spesso neanche con la logica”.

L’opera riflette infine l’ampia discussione che si è sviluppata negli ultimi anni in particolare sulla lingua del processo e sulla comunicazione nelle aule dei tribunali. L’autrice, Maria Vittoria Dell’Anna, insegna Linguistica italiana all’Università del Salento. Si occupa da tempo di comunicazione politico-istituzionale e di comunicazione giuridica, su cui ha pubblicato monografie e vari contributi in volumi e riviste di settore. 

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