Paola Gigante, Laura Calò e Antonio Finamore. I tre, prima hanno fondato "Grande Lecce", poi hanno optato per “Prima Lecce”, gruppo consiliare autonomo e indipendente. Con quest'ultima aggregazione hanno firmato un accordo su 10 punti che ha garantito all'amministrazione in carica di superare lo status di anatra zoppa, portando in dote l'indispensabile approvazione del bilancio di previsione. Ora lo strappo.
Lo strappo e la decisione di non prendere parte alla riunione di maggioranza. “Il gruppo consiliare di Prima Lecce, tenuto conto dello stato di emergenza che si è determinato in relazione alla vertenza Lupiae Servizi, ritiene opportuno ribadire la propria linea politica a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie. Non possiamo consentire a chicchessia ulteriori strumentalizzazioni politiche A seguito del nostro documento pubblico del 6 agosto u.s. nulla è stato comunicato agli scriventi rispetto alle decisioni che questa amministrazione intende assumere a salvaguardia dei livelli occupazionali e nel contempo abbiamo assistito ad una serie di atti amministrativi orientati alla riduzione e al contenimento dei servizi erogati dalla partecipata".
"Non avendo avuto alla data odierna alcun riscontro oggettivo nel rispetto del mandato ricevuto dai nostri elettori di centro destra, riteniamo di assumere una posizione di chiarezza e di responsabilità non partecipando alla riunione di maggioranza convocata per domani, tenuto conto che non possono essere discussi argomenti di così alta rilevanza politica senza alcun coinvolgimento preventivo e soprattutto a “carte coperte”. Sia ben chiaro il patto sottoscritto con il sindaco Salvemini, era finalizzato esclusivamente ad evitare un lungo commissariamento nel primario interesse della città e non certo al mantenimento della coalizione di governo in carica, diversamente avremmo accettato ruoli e poltrone che non abbiamo mai invocato. Auspichiamo che questo grido di allarme venga valutato con la dovuta serietà“.
La risposta del sindaco che rischia di perdere la fascia è la seguente: "Come ho più volte detto da mesi - lontano dai clamori mediatici - sono impegnato a gestire una situazione di crisi aziendale che mette a rischio il futuro della partecipata e degli oltre 250 lavoratori assunti. Di questo lavoro - svolto in condivisone con il consiglio di amministrazione/collegio sindacale/revisore unico della LUPIAE, collegio dei revisori del comune - ho riferito alla commissione Bilancio, al Consiglio comunale, ai sindacati aziendali. Sempre attenendomi ad un dovere di verità, ad un principio di responsabilità, ad un senso delle istituzioni indispensabili quando si è chiamati ad affrontare una questione che è insieme politica, amministrativa, finanziaria, sociale".
Non intendo derogare da questo profilo neanche in questa occasione nel quale mi viene rimproverato di affrontare questo passaggio "a carte coperte". Proprio per rendere conto, spiegare, illustrare, chiarire, precisare gli aspetti molto delicati (in alcuni casi anche tecnicamente complicati) che quotidianamente si susseguono ho fissato da giorni una riunione di maggioranza prevista per questo pomeriggio: occasione ideale per porre domande, avere risposte.
Perché oggi 30 agosto? Perché solo oggi mi verrà consegnato - mentre scrivo ancora non è sulla mia scrivania - il bilancio 2017 della Lupiae completo della relazione sulla gestione, della nota integrativa, dei pareri del collegio sindacale e del revisore unico. Nonostante scada a meta settembre il termine di deroga accordatoci dalla Prefettura per l'approvazione degli equilibri di bilancio. Perché solo domani mi verrà consegnato il piano di risanamento redatto dall'advisor ancora non approvato dagli amministratori della società. Due tasselli fondamentali per orientarsi in questa intricata vicenda non sono ancora totalmente nella disponibilità dell'amministrazione comunale. Non ci sono carte coperte: esse non sono ancora sul tavolo.
Non sottovaluto il "grido d'allarme" lanciato dai consiglieri di PRIMA LECCE nè mi sottraggo alla responsabilità di dare risposte certe e tempestive. La loro preoccupazione è la mia da mesi. Purtroppo non esistono soluzioni semplici, facili, scontate, indolori quando si è chiamati a gestire una crisi aziendale pesantissima che dal 2001 ad oggi è costate alle casse comunali - tra ricapitalizzazioni e debiti fuori bilancio - 24 milioni di euro, con oltre 4 milioni di debiti su un fatturato di 9 milioni , proprietà di un socio unico - lo stesso comune - chiamato a dover fronteggiare una nuova perdita di circa 1 milione 400 mila euro avendo esso stessa una situazione finanziaria pesantissima da gestire.
Proprio per condividere insieme queste responsabilità e esaminare insieme gli atti di bilancio della Lupiae invito Antonio Finamore, Laura Calò, Paola Gigante a partecipare alla prevista riunione. E' nell'interesse comune verificare le soluzioni utili a gestire nel migliore dei modi questa doppia crisi: quella del Comune - socio unico della Lupiae - e quella della società partecipata. Del resto il PATTO PER LA CITTA' sottoscritto a febbraio è un accordo programmatico che individua obiettivi ai quali ci siamo reciprocamente impegnati. E che abbiamo sottoscritto consapevoli che governare non è tanto una passeggiata in discesa quanto un percorso in salita, spesso faticoso.
Oggi siamo chiamati a affrontare un passaggio molto stretto che richiede pazienza, forza, coraggio. E la volontà di affrontarlo insieme. Per questo dico: partecipate all'incontro di oggi che serve a tutti noi. C'è chi pensa dentro e fuori Palazzo Carafa che sia meglio mandare a casa questa amministrazione: è una valutazione legittima. Che va naturalmente ben argomentata da chi la ritiene anche la più utile per il Comune e cittadini, per la Lupiae e i lavoratori. Noi intanto continuiamo a lavorare esclusivamente guidati dall'interesse pubblico. E a rendere conto delle nostre scelte.