Le politiche per la mobilità hanno un fortissimo impatto sulla qualità della vita dei cittadini. La libertà di movimento è un diritto di cittadinanza. Dobbiamo agire per la coesione urbana facilitando gli spostamenti da e per tutti i quartieri, contrastando barriere e marginalità, puntare sulla sicurezza delle strade, rendere la città più sostenibile dal punto di vista ambientale, rispettosa del decoro e dell’accessibilità dei suoi spazi pubblici e della bellezza dei suoi monumenti.
C'era attesa a Lecce per la conferenza stampa sulla mobilità, sicuramente uno dei nodi di difficile soluzione per la Città capoluogo e ad oggi irrisolto. "Oggi Lecce è tra le città italiane a più alto tasso di motorizzazione e a più basso indice di utilizzo dei mezzi pubblici. È una città ancora insicura per chi si muove in bici, poco attenta alle esigenze dei pedoni e dei soggetti deboli sulle strade. Non ha una pianificazione aggiornata della mobilità urbana: il Piano Urbano del Traffico è fermo al 2002 con una irresponsabile assenza politica di oltre 15 anni".
Salvemini e Delli Noci evidenziano la ricetta per "Uscire dall’impasse, occorre investire sulla pianificazione, a breve-medio e a lungo periodo. Mettere in atto politiche che ci consentano di recuperare un gap nei confronti delle città europee simili alla nostra, che si è stratificato negli anni, e di cambiare gradualmente abitudini e approccio agli spostamenti nell’area urbana da parte dei leccesi e degli abitanti dell’hinterland. Agire con un principio di fondo: privilegiare la mobilità delle persone, prima che quella dei veicoli, a partire da pedoni, bambini, persone con disabilità, anziani, ciclisti, studenti".
"La nostra amministrazione ha avviato il lavoro di pianificazione coinvolgendo esperti di riconosciuto prestigio e di consolidata esperienza. Oggi sono allo studio misure che guardano all’intera città, includendo il territorio dei Comuni della corona attorno a Lecce. Esse costituiscono l’ossatura delle politiche della mobilità della prossima amministrazione".
Gli interventi nel nuovo Piano Urbano del Traffico e il Piano Urbano della Mobilità sostenibile, per una mobilità urbana diversificata si articoleranno su tre macro-dimensioni, nella consapevolezza che alcune misure richiedono risorse finanziarie e maggiori tempi di attuazione: la riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico, attraverso un nuovo programma di esercizio, con mezzi pubblici di qualità ed ecologici; il sostegno alla mobilità attiva (pedonale, delle persone a mobilità ridotta, ciclistica) e alla mobilità condivisa (bike sharing, car pooling, ecc.) E una regolamentazione della circolazione e della sosta nel centro più equilibrata e facilmente comprensibile, che non penalizzi l’accessibilità, ma prevenga fenomeni che determinano una insostenibile congestione urbana; una regolamentazione che favorisca la coesistenza della mobilità dei cittadini con quella dei fruitori e dei turisti, sempre più numerosi; una nuova impostazione da attuarsi attraverso misure di ZTL (Zona a Traffico Limitato), Zone 30, Aree pedonali, così come da misure di gestione oculata degli spazi di parcheggio e sosta.
Queste misure saranno integrate nel Piano Urbano del Traffico (PUT), documento di programmazione finalizzato alla gestione e razionalizzazione della rete di trasporto. Il Piano definirà le priorità di intervento in materia di fluidificazione della circolazione (riduzione dei fenomeni di congestione), regolamentazione adeguata della sosta, gestione di zone pedonali o a traffico limitato; nell’ambito del PUT saranno previste anche misure per la diffusione di tecnologie telematiche, per la Smart Mobility, con applicazioni nel trasporto pubblico, nel traffico privato, nella sosta, nella logistica, nella sicurezza stradale, nell’informazione all’utenza.
Tra le azioni significative preventivate nel breve periodo si segnalano: Proteggere la città storica. Oggi la Zona a Traffico Limitato è Occorre rivedere la distribuzione delle fasce orarie per l’accesso a residenti, servizi di pubblica utilità ed approvvigionamento degli esercizi commerciali. Dobbiamo proseguire l’opera di tutela delle piazzette storiche, molte delle quali sono costantemente occupate da automobili parcheggiate. Si tratta di interventi da introdurre gradualmente, di pari passo con l’attivazione di nuove opportunità di parcheggio nei pressi del centro storico, verificando anche la fruibilità di piccole circoscritte aree per residenti sprovvisti di cortili o garage. Ed agire per il miglioramento e l’efficientamento di servizi di trasporto pubblico diversificato, ad esempio con minibus elettrici e servizi navetta.
Investire sulla ciclabilità. Le strade della città di Lecce non garantiscono ancora la sicurezza dei ciclisti. Bisogna creare una vera rete ciclabile: nuovi percorsi integrati in città e tra la città e le marine, estensione e cura delle Zone 30, attivazione di corsie riservate, uso più razionale degli stalli di sosta. Occorre rimediare alla frammentazione dei percorsi ciclabili per giungere al disegno di una “Rete ciclabile” con percorsi chiari e sicuri. Sarà importante riattivare i servizi di bike sharing in sede fissa (con stazioni poste nei pressi di grandi centri di traffico e nei parcheggi di interscambio) e a flusso libero, che i leccesi avevano cominciato ad apprezzare ed utilizzare, utili anche in occasione di giornate di grandi afflusso come alternativa all’automobile e al mezzo pubblico. Si ipotizza anche la creazione di aree ciclabili dedicate per l’infanzia.
Aree parcheggio e sosta in città. Con l’apertura dell’ex Enel, la città potrà disporre di un’area parcheggio a rotazione (sosta di breve durata) di circa 700 posti a ridosso del centro storico. Lo sblocco del Cantiere per l’ex Caserma Massa consente di preventivare un’altra area di sosta che sarà presto a disposizione degli automobilisti che si recano in centro. L’amministrazione Salvemini ha avviato il percorso per rientrare nella disponibilità dell’area di sosta in via Bernardino Realino (circa 500 posti auto), un percorso che consentirà l’apertura di un nuovo parcheggio a ridosso del centro. Occorre sostenere, estendere e stabilizzare la funzione di park & ride nei nuovi impianti di parcheggio come in quelli già operativi del Foro Boario e Settelacquare.
Sul medio-lungo periodo sono da integrare ulteriori misure, anche in termini di dotazione infrastrutturale, di tecnologie avanzate e di parco veicolare: ulteriori spazi di parcheggio fuori strada in corrispondenza delle porte di accesso alla città o di potenziali nuovi nodi di interscambio modale e in alcuni ambiti specifici come le aree di accesso alle spiagge delle marine. Superamento delle barriere architettoniche che caratterizzano le nostre strade, con un adeguamento in forma estesa delle infrastrutture urbane; estensione dei percorsi ciclabili sia in ambito urbano che su alcune direttrici di scambio urbano-extraurbano; incremento nel numero di veicoli di trasporto pubblico (bus ordinari, minibus ecologici) e di mezzi in condivisione (bike sharing, car sharing, mezzi per servizi a domanda debole, ecc.); una diffusione dell’area di accesso al wifi gratuito in centro città e applicazioni per l’informazione e la comunicazione con i cittadini.
Questi interventi saranno inquadrati nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). L’amministrazione Salvemini ha già dato incarico per la redazione di questo importante strumento di governo della mobilità urbana. Il PUMS disegnerà il progetto strategico di una mobilità tesa a garantire su un orizzonte temporale decennale uno sviluppo armonico ed equilibrato del sistema di trasporto, attraverso una serie di piani attuativi: Piano Urbano del Traffico, Piano della sicurezza stradale (PSS), Piano della sosta urbana, Piano per lo sviluppo della mobilità pedonale e ciclistica, Piano del Trasporto Pubblico Locale, Piano della Mobilità Condivisa (relativo ad azioni quali Car Sharing, Pooling, Bike sharing, servizi a domanda), Piano della Logistica Urbana e del sistema di gestione rifiuti, Piano della Rete delle Infrastrutturale viarie, di parcheggio, di arredo urbano. Considerando Lecce e il suo hinterland, insieme al PUG, il PUMS dovrà definire un sistema di accessibilità e attraversamento della città più efficiente e sostenibile.
Nel Pums saranno attivate attraverso incentivi iniziative di promozione della mobilità attiva (pedonale, in bici), l’uso del trasporto pubblico, la sicurezza, il rispetto delle regolamentazioni, l’uso delle tecnologie telematiche per l’informazione e le comunicazioni e percorsi educativi nelle scuole, con il coinvolgimento attivo e continuo delle associazioni sensibili ed interessate.
Il riassetto funzionale del Trasporto pubblico locale a Lecce, più attento ai bisogni dei cittadini. Gli strumenti conoscitivi attivati dall’amministrazione uscente hanno fatto emergere le molteplici criticità accusate dal sistema di trasporto pubblico locale di Lecce ma anche spunti interessanti per progettare la razionalizzazione della rete dei servizi di trasporto pubblico, che potrà essere più efficiente, efficace, affidabile e dunque utilizzata.
Criticità del Tpl a Lecce: una modesta integrazione tra il filobus e linee bus ordinarie; una disomogeneità di impianto (con tratte senza alimentazione aerea) e di linea della filovia (linea urbana bidirezionale ad anello e unica linea radiale su un corridoio a servizio prevalente dell’utenza universitaria); una redditività molto modesta delle linee filoviarie; percorsi delle linee tortuosi, basse frequenze e orari di esercizio che non tengono conto delle necessità di spostamento nelle ore serali e nei fine settimana; bassi carichi di traffico su gran parte delle linee, con bus che viaggiano con load factor (rapporto flusso/capacità) inconsistenti su gran parte della giornata operativa; una inefficacia sostanziale dei servizi, evidenziata dal rapporto Ricavi/Costo di esercizio molto modesto, in generale sull’intera rete aziendale ed in particolare su molte linee di trasporto pubblico;
Una delle maggiori problematiche è rappresentata dal filobus, la più grande e costosa infrastruttura cittadina per la mobilità (23 milioni di euro spesi ad oggi), sulla quale era prevista, per raggiungere l’equilibrio economico, una frequentazione di circa 13 mila passeggeri al giorno e sulla quale, invece, si contano circa 650 persone/giorno. Il filobus produce purtroppo ogni anno perdite ingenti a carico delle casse comunali. Stante la temporanea impossibilità di rimozione dell’infrastruttura filoviaria, occorre superare le carenze strutturali e di esercizio per tentare di integrarla in un più ampio progetto di mobilità cittadina nel quale possa svolgere una funzione di utilità effettiva per i cittadini.
Le misure da adottare per il riassetto funzionale della rete di trasporto pubblico in città sono le seguenti: un diverso assetto del servizio di filobus: unica linea, circolare ed omogenea in termini di trazione, monodirezionale, lungo la viabilità ad anello al margine del centro città, con un aumento sostanziale delle frequenze soprattutto nelle ore di punta, al fine di rendere più efficace ed attraente il servizio; ma anche con una sospensione della linea radiale ad alimentazione elettrica per Ecotekne, eccessivamente lunga e costosa in termini di esercizio (che sarà coperta da bus urbani semplici e meno costosi per i cittadini); l’omogeneità di impianto sulla linea circolare sarà possibile attraverso il recupero di tratte di infrastrutture dismesse sulla linea radiale e riposizionate su tratte senza dotazione lungo l’anello attorno al centro (in particolare Viale dell’Università);
un disegno più razionale dei percorsi delle linee radiali, con andamento più regolare e lineare sul territorio urbano, riducendo in tal modo lunghezze di giro e tempi di viaggio, e conseguente economia di km di esercizio; le nuove linee radiali dovranno assumere quali terminali interni, dei poli urbani significativi e dei nodi strategici quali stazione ferroviaria e bus e i parcheggi di interscambio modale (auto/bus; bus/filobus, treno/bus);
le nuove linee radiali, che non attraverseranno da parte a parte il centro citta, ma che potranno estendersi fino ai paesi della prima corona con il contributo degli stessi o della Regione attraverso il nuovo assetto del TPL provinciale;
un trasporto a domanda, con orari e mezzi calibrati in base alle effettive necessità, per collegare le frazioni più lontane; un trasporto flessibile (anche a chiamata e porta a porta) nel centro storico, operato con minibus elettrici; una maggiore efficienza e regolarità dei servizi di linea attraverso forme di protezione diffusa dei percorsi (corsie in sede riservata o separata, priorità semaforica) e quindi velocità commerciali più sostenute; ma anche una maggiore frequenza di esercizio sulle linee attualmente o potenzialmente più frequentate, grazie al recupero dei km (e dei costi di esercizio) risparmiati attraverso la riduzione di lunghezza del filobus e dell’estesa delle stesse linee bus; un’opportuna politica tariffaria, anche attraverso forme di incentivo quali abbonamenti a servizi integrati (bus, sosta, fruizione opportunità turistiche, ecc.) e soprattutto card prepagate e iniziative per avvicinare i cittadini all’uso del servizio;
Obiettivo fondamentale è quello di offrire un servizio di trasporto pubblico di qualità, maggiormente rispondente alle esigenze della comunità, notevolmente più attrattivo e quindi anche più redditizio, ma compatibile con le risorse disponibili. I risultati della nuova organizzazione dei servizi potrebbero essere ancora più interessanti in rapporto ad un aumento previsto dei veicoli-km destinati al trasporto pubblico locale nella città di Lecce, che dovrebbe essere sancito dal prossimo Piano Regionale dei Trasporti. Il riassetto del trasporto pubblico locale sarà integrato ad azioni a sostegno della mobilità attiva (pedonale e ciclistica) e di dissuasione dell’uso esasperato dell’autovettura privata.