Rino Dell'Anna:"Una lente d'ingrandimento su ogni forma di fascismo e di razzismo"

"La firma da parte del Presidente della Provincia di Lecce e del Coordinamento provinciale antifascista - scrive Rino Dell'Anna - di un protocollo per la costituzione di un Osservatorio provinciale a cui affidare il compito di monitorare fatti e situazioni legati al ritorno del presunto fenomeno del fascismo per frenarne l’espansione, rappresenta un chiaro segnale di preoccupazione verso certi episodi che, in questi ultimi tempi, si registrano sul territorio".

 

"La necessità di istituire in provincia di Lecce l’osservatorio scaturisce dall'allarme che serpeggia in questo periodo nella società civile, preoccupata dal rinvigorimento della retorica fascista di gruppi e movimenti nei confronti delle minoranze straniere e contro la società civile attiva nell’accoglienza e nell’integrazione. L’osservatorio servirà anche a garantire un controllo capillare del territorio offrendo una risposta umana a certe idee disumane, ad affermare i valori della vita, della solidarietà, della democrazia e della partecipazione ed a promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado, l’abbandono e la povertà che sono oggi gli ingredienti del brodo che alimenta tutti i neofascismi".

"Anche se non si tratta di un ritorno al fascismo di sicuro non è da sottovalutarne il rischio. Ogni qual volta manca il rispetto per l’altro e per le sue idee, ci si deve preoccupare. Quando poi si arriva alla violenza, magari perpetrata in gruppo e programmata, ridimensionare il tutto non sarà facile. Non si può più minimizzare questa deriva, giustificando sempre tutto, compreso il razzismo.Il fascismo non si sviluppa improvvisamente nelle democrazie. Non è facile portare le persone a rinunciare alle loro idee di libertà e civiltà".

"Devi fare delle prove che, se sono fatte bene, servono a due scopi. Fanno abituare le persone a qualcosa che inizialmente rifiutano e ti consentono di affinare e calibrare. Questo è ciò che sta accadendo adesso in diverse realtà del Salento e saremmo sciocchi a non capirlo.E naturalmente c’è poi una macchina di propaganda così efficace da creare per i suoi seguaci un universo di “fatti alternativi” impenetrabili alle realtà indesiderate. Anche su questo il test è molto avanzato.Ci sono tanti singoli cittadini che si dicono esasperati di vivere in condizioni sempre più degradate, arrabbiati con le istituzioni, disillusi dai Palazzi, e sono pronti a strizzare un occhio a chi dimostra fermezza e sa pronunciare slogan rabbiosi contro i bersagli della retorica populista: gli immigrati e gli islamici invasori, il capitalismo globalizzato che schiaccia comunità e identità, l'Europa dell'integrazione liberticida e delle banche, la Chiesa cattolica ipocrita e “interessata”. Ma c’è soprattutto, di fondo, un rancore sociale nei confronti del mondo politico".

"Così nel deficit del sistema dei partiti, sempre più in difficoltà nel trovare risposte efficaci ai malesseri sociali, tornano a vivere i miti dell’antidemocrazia.Guardiamo al dibattito e alle politiche sui migranti per capire quanto il pensiero dell’estrema destra abbia già colonizzato molti gruppi e partiti non necessariamente appartenenti a quell’area specifica. Il piano - conclude l'ex sindaco di Nardò -  non è semplicemente quello politico, seppure importante, ma quello culturale".

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