In mattinata è stata prodotta al Prefetto di Lecce da un esponente dell'opposizione del Comune di Nardò una richiesta di incontro urgente con cui, in estrema sintesi, si “esprime vivissima preoccupazione per le modalità di gestione e reclutamento del personale comunale, che ingenera malcontento e tensione tra i dipendenti, e, contestualmente, sconcerto ed amarezza tra i concittadini”.
L’oggetto della questione è stato evidenziato sia dalla stampa cartacea che da quella telematica. Si tratta dell’avviso di selezione per il conferimento di un incarico di dirigente a tempo determinato extra dotazione organica, riservato esclusivamente al personale interno di categoria D (32 unità), un avviso che, così come formulato, limita la selezione all'interno del Comune, escludendo, di fatto, come è accaduto puntualmente, sia gli aspiranti esterni, sia i dirigenti in servizio, sia infine tutti gli altri numerosi funzionari di categoria D (probabilmente, nient’affatto interessati alla progressione di carriera ed al lauto incremento retributivo), ad esclusione, ovviamente, dell’unico dipendente che ha prodotto istanza.
La Corte di Cassazione ha evidenziato, opportunamente, che anche gli Enti Locali sono tenuti ad osservare il disposto dell'art. 24 del D. Lgs. n. 150/2009, a mente del quale le amministrazioni pubbliche, con decorrenza dal 1° gennaio 2010, devono coprire i posti disponibili attraverso concorsi pubblici e che, nell'ipotesi in cui la selezione sia bandita per un unico posto, devono garantire la partecipazione sia dei concorrenti interni che di quelli esterni, con procedura aperta e pubblica, e che, infine, dette regole sono applicabili anche alle ipotesi di assunzioni con contratti a termine (Cass. Sez. Unite Civ., sent. n. 529/2010).
Come se non bastasse la “procedura selettiva comparativa riservata al personale di ruolo di categoria D all'interno dell'Ente” non è equiparabile alla procedura di evidenza pubblica, che, ai sensi del Testo Unico sul Pubblico Impiego, è l'unica che può garantire trasparenza, obiettività e imparzialità. Un esposto/denuncia è stato inoltrato anche al Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Nardò e si aspetta, con ansia, di conoscere quali concrete iniziative saranno intraprese.
Comunque, questa vicenda fa il paio con un’altra "patata bollente", ossia con la presunta condotta antisindacale degli Amministratori per i turni notturni degli operatori di Polizia Locale in fascia 5-11. Scrive l’avvocato Caracuta: ”L’attività posta in essere dal Comune di Nardò è tesa ad impedire e limitare le libertà e l’attività sindacale delle organizzazioni sindacali ricorrenti e della RSU del comune di Nardò”.
Infine, dulcis in fundo, la mobilità esterna, che insieme con gli interventi in materia di reclutamento e di dotazioni organiche, è una delle leve principali su cui agire per governare in modo efficace le politiche di gestione del personale nelle pubbliche amministrazioni. Ovviamente, ad una condizione: che venga fatta con serietà, scrupolo e cura. E attraverso bandi di evidenza pubblica.
Marco Marinaci