Ennesimo esposto/denuncia per l'incarico dirigenziale conferito dal Sindaco ad un dipendente comunale. Si ipotizza l'aggravio di spesa per l'Ente Locale ed un indebito disegno preordinato al passaggio, senza concorso, dell'interessato alla Dirigenza di un'Area Funzionale della dotazione organica del Comune.
Ennesimo esposto/denuncia del vicepresidente del consiglio comunale di Nardò, Giancarlo Marinaci, per l'incarico dirigenziale conferito dal Sindaco, fuori dalla dotazione organica, ad un dipendente comunale di categoria D1, non solo per evidenziare il notevole ed ingiustificato aggravio di spesa per il Comune, ma anche e, soprattutto, per rilevare il disegno preordinato al passaggio “de plano”, senza una procedura di evidenza pubblica, senza un pubblico concorso e senza ulteriori formalità, del funzionario in questione dalla “extra dotazione organica” alla dotazione organica, ossia alla Dirigenza dell'Area Funzionale n. 6, vacante, di fatto, a decorrere dal 1° ottobre del 2019 ovvero, in subordine, di un'altra Area Funzionale disponibile.
Tutto ciò – puntualizza Marinaci - ad onta delle vigenti disposizioni di legge e regolamentari, nonchè delle numerose sentenze della Magistratura Amministrativa e della Giurisprudenza Costituzionale.
Il decreto del Sindaco Mellone n. 31 del 30 agosto 2019, prot. n. 40417, con cui si dispone la proroga degli incarichi dirigenziali al 30 settembre 2019 (la cui precedente scadenza era stata fissata, con decreto n. 2 del 5 febbraio 2019, al 31 agosto 2019), "in attesa di una più ampia rivisitazione della struttura organizzativa dell'Ente" e "considerato ... il proprio precedente decreto n. 29 del 30/07/29019" (ossia, quello riguardante il conferimento dell'incarico dirigenziale, fuori dalla dotazione organica, al funzionario comunale di cui trattasi) appare del tutto pretestuoso e irrituale ed evidenzia la pervicace volontà di raggiungere, in tempi brevi e con successo, l'obiettivo prefissato.
A questo punto – conclude Giancarlo Marinaci, non mi resta che sollecitare gli Organi preposti (Procura della Repubblica, Prefettura e Corte dei Conti) ad intervenire, nel più breve tempo possibile, non solo per accertare eventuali illeciti, ma anche per evitare ulteriori illegalità e ripristinare la fiducia nelle Istituzioni, tenuto conto che il fatto denunciato continua ad ingenerare, anche tra i dipendenti comunali ed i concittadini, malcontento, tensione, amarezza, preoccupazione e sconcerto, soprattutto per la gestione, a dir poco, anomala, impropria e irrituale della cosa pubblica, all'insegna, fondamentalmente, della concezione padronale e proprietaria del Comune ed in contrasto con il dettato costituzionale e con i principi democratici fondamentali.