Lecce, lettera aperta firmata dei Cobas:"Una “città universitaria” non può essere costruita senza un tavolo di progettazione comune tra la città"

Una lettera aperta firmata dai cobas in cui si denuncia all’interno del Contratto Istituzionale di Sviluppo del Comune di Lecce il mancato riconoscimento di un ruolo di primo piano per l'Università del Salento.

Negli ultimi giorni è tornato centrale sulle pagine della stampa locale il tema di “Lecce città universitaria”. Grazie infatti ai dati forniti dal consigliere di amministrazione di ADISU Puglia, dott. Marco Cataldo, è ora possibile quantificare in 33,6 milioni di euro, in linea di massima, il guadagno che la popolazione studentesca universitaria salentina garantisce ogni anno alla città di Lecce. Dati cui il sindaco Salvemini ha fatto eco, ribadendo di essere intenzionato ad intervenire in modo concreto per trasformare, fuori dagli slogan, Lecce in una città universitaria.

Purtroppo, però, da osservatori che operano nell’Ateneo salentino e vivono nella città di Lecce, non possiamo non notare una discrepanza tra le intenzioni annunciate e i progetti in atto. La scorsa settimana, infatti, è stato presentato alla stampa, e alla Città, il Contratto Istituzionale di Sviluppo del Comune di Lecce. La conferenza stampa congiunta tra il Sindaco Carlo Salvemini e il Primo cittadino di Brindisi, Riccardo Rossi, ha fornito un quadro di insieme degli interventi che sia gli amministratori leccesi che brindisini hanno già messo nero su bianco.

Il Sindaco Salvemini ha dichiarato in quell’occasione che «quando si ha l’opportunità di intercettare finanziamenti di questo tipo si ha la responsabilità non solo di garantirsi la quantità delle risorse ma anche la qualità e l’impatto che questi interventi possono avere sulla comunità». Parole che danno esattamente la misura di quale opportunità rappresenti per Lecce il Contratto Istituzionale.

Ma all’interno del Contratto Istituzionale di Sviluppo del Comune di Lecce (integralmente disponibile sul sito web della città), che – lo ricordiamo – prevede una spesa possibile di almeno 250 milioni, ci pare di non poter rilevare un ruolo di primo piano per l’Università del Salento, né un progetto significativo che abbia come obiettivo la costruzione di residenze universitarie, mense e di tutti quei servizi che sarebbero necessari per dare a Lecce la forma reale di una “città universitaria”.

L’unico riferimento all'Università del Salento riscontrabile nel Contratto Istituzionale ci pare si limiti, infatti, all’ascolto nel caso di interventi sulle marine, mentre l’aspirazione generale a fornire servizi agli studenti ci sembra si risolva sostanzialmente in alcuni blandi accenni relativamente ai progetti di co-housing e social housing, e ad una citazione alquanto surrettizia del concetto di “città universitaria” nel paragrafo 3.3.4, visto che nella tabella degli interventi allegata risultano solo tre progetti riguardanti la videosorveglianza, la riqualificazione dell’impianto sportivo di viale Giovanni Paolo II e il dipartimento di specializzazione pediatrico.

La mancanza di significativi interventi concreti per trasformare Lecce in città universitaria balza agli occhi, tanto più se si dà uno sguardo ai progetti proposti dal Comune di Brindisi, di cui ancora una volta la stampa locale ha dato notizia. Brindisi prevede infatti un progetto di 4 milioni di euro per la «realizzazione di uno studentato, della mensa e di tutti i servizi annessi». Eppure, non è a Brindisi che sorge l’Ateneo salentino. E la condizione abitativa degli studenti leccesi non è certamente ottimale. A Lecce, infatti, i posti letto oggi disponibili nelle residenze universitarie dell’Ente per il diritto allo studio - ADISU Puglia sono 284 (dati ADISU Puglia), e da tempo si auspica un intervento comunale.

Una “città universitaria” non può essere costruita senza un tavolo di progettazione comune tra la città, l’Ateneo – che, lo ricordiamo, è la più grande azienda del territorio – e gli attori sociali interessati (ADISU, Associazioni, parti sociali, ecc.). Prima dell’estate abbiamo presentato al Sindaco un appello, firmato da numerose associazioni, sindacati e lavoratori dell’Università e dei Centri di Ricerca universitari, per una pista ciclabile che colleghi Lecce al Campus di Ecotekne, notando anche in quell’occasione l’assenza di raccordo tra Comune e Università nella progettazione della mobilità cittadina, appello sino ad ora rimasto senza risposta.

Ci auguriamo che si possa costruire al più presto un luogo di confronto, e che non si sprechi oggi una grande opportunità come quella del Contratto Istituzionale – che per altro speriamo vada a buon fine nel più breve tempo possibile, nell’interesse generale del territorio.

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