Lavoratori in strada e traffico bloccato. Questa mattina a Lecce i dipendenti di Alcar Industrie si sono ritrovati davanti all’ingresso della Prefettura per rivendicare il salario arretrato e ottenere prospettive di lavoro.
L’azienda metalmeccanica più importante della provincia (ha circa 290 dipendenti a tempo indeterminato, ma dà lavoro a 330 persone calcolando anche gli interinali) vive un momento delicato dopo il passaggio di proprietà, dalla famiglia Montinari al gruppo Metec, avvenuto lo scorso agosto: dipendenti posti in ferie, ritardo nel pagamento degli stipendi, attesa per il piano industriale e l’aumento di capitale, bloccato nei giorni scorsi dal Tribunale di Torino.
Oggi i lavoratori hanno aderito in massa allo sciopero proclamato da Fiom Cgil e Fim Cisl. Il presidio è cominciato alle 9.30; un’ora dopo i segretari di Fiom e Fim, Annarita Morea e Maurizio Longo, insieme con le rispettive rappresentanze sindacali unitarie, hanno incontrato il prefetto Maria Teresa Cucinotta. Al termine dell’incontro (intorno alle 11.30) i lavoratori si sono spostati davanti ai cancelli dell’azienda, nella zona industriale. “Ringraziamo il prefetto per la vicinanza e l’interessamento dimostrato ai lavoratori per questa vertenza”, spiegano Morea e Longo. “Ci ha detto che si coordinerà con il prefetto di Torino, Claudio Palomba. Si è impegnato a verificare domani mattina con il custode giudiziario ed il magistrato competente di Torino quali sono le condizioni per la ricapitalizzazione. Oggi pomeriggio è invece in programma un primo incontro tra l’istituto di credito e l’azienda per capire se è possibile percorrere strade alternative per corrispondere gli stipendi ai lavoratori, senza dover aspettare la ricapitalizzazione. Abbiamo chiesto al prefetto di chiedere alle banche di sospendere le rate di mutui e prestiti in capo ai lavoratori, in attesa del pagamento dello stipendio arretrato. In base all’esito dell’incontro pomeridiano, decideremo insieme con i lavoratori quali iniziative di mobilitazione intraprendere nei prossimi giorni”.