San Pancrazio, un bimbo viene colpito ai testiscoli e la madre pubblica la foto su whatsapp

Due bambini si aggrediscono. Uno dei due viene colpito ai testicoli e la madre inoltra la foto sul gruppo Whatsapp delle mamme della scuola.

Per dimostrare che l’accusa che muoveva all’altro bambino era fondata, la madre ha condiviso la foto dei testicoli del figlio infiammati dal calcio e dalla colluttazione, sul gruppo Whatsapp. Non solo. La reazione delle altre mamme ha scatenato la bufera. Un’altra mamma ha preso la foto “incriminata” e l’ha postata su Facebook. A quel punto si è perso il controllo della situazione.

Sempre per sostenere la propria tesi, la signora si è recata dal dirigente scolastico Rosetta Carlino la quale si è rifiutata di vedere la foto privata del bambino. Non aveva bisogno di visualizzare ulteriori dettagli. La foto è stata successivamente rimossa dal social network. Tra l’altro il bambino è stato spostato in un altro istituto comprensivo ed è seguito dal Tribunale dei Minori di Lecce. La situazione che ha dell’inverosimile riguarda più che altro la gestione familiare di una vicenda che si sarebbe potuta gestire diversamente. Se qualche generazione fa il pudore predominava sui rapporti interpersonali, nel 2018 ci si sente autorizzati a tutto, persino a pubblicare foto intime dei figli.

L’intento era sicuramente quello di chiudere una vicenda che si trascinava dall’inizio dell’anno, con i diversi casi di aggressione che si sono verificati nelle mura della scuola e che hanno visto protagonisti sia bambini sia adulti, coinvolti in qualche modo anche solo per riportare un clima di calma. Insomma, è questo da annoverarsi tra i casi di emergenza educativa, quando per la preoccupazione che qualcuno possa nuocere i più piccoli, si perde il senso dell’orientamento nella gestione dei rapporti e non si riconosce più la labile linea di demarcazione tra cosa è giusto e cosa no.

 

di Federica Marangio

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