Un guppo consiliare mai nato, una conferenza stampa mai convocata ed una candidatura prima ufficializzata e poi ritirata. E' il fallimento del modello leghista da importazione che a Nardò rappresenta le aspirazioni di una politica che ha il fiato corto.
Immaginavamo che, al più, si pensasse ad un Sud da esportazione e non il contrario. Sul modello leghista pret a porter non avremmo scommesso, davvero, un bel fico secco. Dai non scherziamo: quello dei Bossi, con tanto di ampolla del dio Po, festa del Carroccio di Pontida, e acqua prelevata direttamente dal Monviso, per fare la polenta infarcita soprattutto di una pianificata e consapevole xenofobia anti meridione che è quasi un mantra. Impossibile affascinare un meridionale. Come scrive Pino Aprile “il conflitto tra Nord e Sud, è fomentato da forze politiche che lo utilizzano spesso come una leva per catturare voti”. Forze che non paghe di quanto raccattato elettoralmente puntano adesso ad espandersi a sud, a spese di chi hanno vessato e di chi hanno considerato la causa dei mali del Bel Paese.
ARRIVANO I VICHINGHI - Un manipolo di potenziali vichinghi ed un esponente politico sprovveduto e alle prime armi, pur di immaginare di scalare le vette del potere, che deve avere un livello cospicuo di seduzione, sono pronti a tutto. Finanche a divenire leghisti. Ma daiiiiii. E invece eccoli. Una vera e propria spedizione di militanti, novelli Sturmtruppen, indosserà la maglia del celodurismo sotto il nostro cielo sgombro di nubi, e col solleone che vanifica il nebbione. D’altronde lo Statuto della Lega ha per finalità “Il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”. Come si può non sentirsi avvinti, da bravi sudisti, da tale vibrante principio? Come si fa a non condividerlo da buoni meridionali con la memoria ultracorta?
LA CONFERENZA MAI CONVOCATA - Lo scorso 4 dicembre, a proposito di vichinghi, avrebbero dovuto presentare un nuovo gruppo consiliare con lo scopo di guardare proprio alle politiche. Il consigliere Giuseppe Alemanno, eletto al Comune con Forza Nardò, alias Forza Italia, il consigliere Cesare Dell’Angelo Custode, “eletto a Palazzo Personé in una lista di appoggio a Marcello Risi e subito dopo passato alla corte del Sindaco Giuseppe Mellone, fino a creare il gruppo “Fronte democratico” ispirato alla corrente del presidente della Regione Michele Emiliano (Pd)”. E dulcis in fundo Antonio Vaglio, un passato di Sindaco di centrodestra e poi di centrosinistra, quindi con Direzione Italia di Fitto, che ha di recente salutato. E invece, della conferenza stampa, a tutt’oggi, nemmeno l’ombra. Svaniti. Come nebbia al sole.
L’ULTIMA FELICE TROVATA - Fino all’ultima trovata: venuta fuori dal cappello a cilindro. La candidatura dell’assessore Maria Grazia Sodero infatuata anche lei dal sex appeal delle camicie verdi. L’assessora, ben consigliata, pensa di meritare ben altro proscenio, uno scranno nientepopodimeno che nei palazzi romani. E’ fatta. Verrà collocata nel listino della quota proporzionale del collegio numero 8. Tutto è bene quel che finisce bene, anzi quel che finisce nel dio Po. Anzi no. Proprio al fotofinish salta l'accordo tra Lega e Andare Oltre ma non si sa dove. L'assessore Sodero non si candida più. Fine del sogno e dell’ambizione di importare dal profondo Nord il modello che non c’è. E’ un fuggi fuggi, si staccano i manifesti dalle plance e montagne di carta finiranno al macero. Nell’ampolla del dio Po, a Nardò, diciamo la verità, qualcuno farebbe quello che fece Checco Zalone nel suo “Cado dalle nubi”. Ci resteranno le vignette satiriche di Dario Minerva, che non finiremo mai di ringraziare, a rappresentare in maniera arguta una figura che a definirla non troviamo più gli aggettivi. Smarriti sotto allu sule, lu mare e lu ientu di un, almeno qualche volta, sorprendente Salento.