Energie rinnovabili, efficienza, sviluppo sostenibile sono principi cardine fondamentali per l’economia circolare e per la valorizzazione del rifiuto. Esiste a Lecce una realtà imprenditoriale innovativa che punta a risolvere in maniera efficace e rispettosa dell’ambiente e della salute dei cittadini la gestione dei rifiuti e, in particolar modo, della frazione organica prodotta dalla raccolta differenziata.
Il progetto di MetApulia prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di biometano e compost di qualità, attraverso il trattamento della frazione organica dei rifiuti. L’impianto, che dovrebbe essere ubicato nella Zona Industriale di Lecce, sarà alimentato da 55 mila tonnellate/anno di FORSU e da 10 mila tonnellate/anno di sfalci di verde proveniente dalle potature del verde pubblico.
Le linee produttive sono due: la prima per la produzione del biometano tramite un procedimento di digestione anaerobica che simula il processo di decadimento naturale della materia (biomimetica); la seconda per la produzione di ammendante compostato (il compost), tramite un processo di post-compostaggio aerobico in bio-celle.
Si tratta di un progetto ambizioso, che apporterà numerosi benefici al territorio in termini di risparmio energetico e di riduzione delle tasse per imprese e cittadini, la nascita di un cantiere con maestranze e imprese locali per un investimento pari a 20 milioni di euro e un incremento occupazionale a regime di MetApulia fino a 20 unità.
Tuttavia, il progetto, nonostante abbia incassato numerosi pareri favorevoli in Conferenza di Servizi da parte di Arpa; Asl; Spesal; Vigili del Fuoco; Consorzio Asi; Aqp; Regione Puglia_Servizio Tutela del Territorio e del Paesaggio; Regione Puglia_Servizio Rifiuti; Agenzia Regionale Gestione Rifiuti; – a volte con prescrizioni o con richiesta di integrazioni già peraltro fornite dall’impresa - ora si trova in balìa dell’inerzia della pubblica amministrazione.
Non dobbiamo consentire che un impianto che chiude il ciclo dei rifiuti tramite il riutilizzo della frazione organica per la produzione di biometano da immettere in rete e di compost, che sarà messo a disposizione degli agricoltori per la concimazione dei terreni, vada perduto. E’ una ricchezza per il nostro Salento.
L’auspicio è che i comuni coinvolti - Lecce e Surbo – diano immediatamente il via libera ai lavori per consentire al territorio di fruire di tutti i benefici derivanti dal funzionamento dell’impianto. Il tempo, anche in questa occasione, è un fattore cruciale: non possiamo bloccare un’attività, già in fase di avanzamento, in attesa di eventuali opere di cui ancora non si sa se esistano o meno i progetti se non addirittura l’idea! Il territorio ha bisogno di risposte concrete, l’impresa, sana, che rispetta le regole, necessita di una sponda istituzionale all’altezza delle aspettative e dei tempi dell’economia. Di fronte ad una certezza non si possono attendere “i se, i come, i quando”.
"Soprattutto in un momento economico come l'attuale -afferma il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro- occorre sostenere e incoraggiare iniziative di giovani imprenditori che decidono di investire in un segmento di grande interesse per il futuro del Salento, del Paese e del mondo. C'è carenza di impianti, soprattutto nel nostro territorio, ed è necessario creare tutte le condizioni per favorire la chiusura del ciclo dei rifiuti con iniziative adeguate. La burocrazia, la farraginosità e la lentezza della pubblica amministrazione non possono e non devono in alcun modo deprimere le ambizioni e la voglia di investire dei giovani per e nel territorio". Alla nota di Confindustria non è mancata la risposta del sindaco di Lecce Salvemini.