Lecce, 28 aprile 2020 – “Conoscere i numeri del fabbisogno di manodopera, regolare il mercato del lavoro, favorire l’albergo diffuso”. Sono le tre priorità che la Flai Cgil Lecce ha manifestato al prefetto Maria Teresa Cucinotta durante la videoconferenza tenutasi oggi con sindacati e associazioni datoriali dell’agricoltura, in vista dell’imminente apertura della stagione della raccolta di prodotti ortofrutticoli nelle campagne di Nardò.
Il progetto della Prefettura - Il prefetto - a seguito dell’incontro di ieri con Regione, Ispettorato lavoro, Asl, Cir e Centro per l’impiego – ha disposto una soluzione alloggiativa che dimezza i posti all’interno della foresteria del Villaggio Boncuri: da 300 a 150 ospiti, in modo da meglio rispondere all’esigenza del distanziamento sociale. All’interno del campo non vi sarà il servizio mensa, ma solo la consegna di pasti preconfezionati. Per quanto riguarda la mobilità si punterà con apposito bando regionale ad incentivare l’uso delle biciclette e mini-van.
La posizione della Flai Cgil Lecce - “Apprezziamo il lavoro svolto dal prefetto, sia per la sensibilità sia per la tempestività dimostrate”, dice il segretario generale della Flai-Cgil Lecce, Monica Accogli. “Abbiamo la necessità di capire dalle associazioni datoriali il reale fabbisogno di manodopera delle imprese agricole, in modo organizzare al meglio l’accoglienza. Se la manodopera sarà inferiore alle 150 unità, Villaggio Boncuri sarà sicuramente la sistemazione più idonea, ma se il fabbisogno sarà superiore occorrerà trovare un’alternativa. Per questo ho proposto l’idea dell’albergo diffuso, una soluzione che quest’anno risponderebbe a più esigenze: offrire un alloggio sicuro ai lavoratori e andare incontro ai proprietari immobiliari, che rischiano di vedere sfitte le loro case per i problemi legati al turismo”.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la Flai-Cgil auspica la reale attivazione della Rete del lavoro agricolo di qualità: “Siamo venuti a conoscenza dell’idea di affidare l’incontro della domanda e dell’offerta del lavoro a soluzioni innovative, ma anche autogestite dalle associazioni datoriali. Sarebbe opportuno piuttosto attivare gli strumenti che già esistono, per rendere pubblici e trasparenti i criteri di accesso al lavoro. La Rete del lavoro agricolo di qualità è il luogo deputato dalla Legge 199/16 per regolare questo aspetto; ci sono poi metodi regionali che meglio rispondono ai criteri di legge, come le Liste speciali di collocamento”, conclude Monica Accogli.