“La trasparenza rappresenta il primo atto rivoluzionario che l’Alleanza per il cambiamento a sostegno del candidato Sindaco Pippi Mellone intende integrare nell’azione amministrativa e di governo. La trasparenza costituisce la base del patto etico tra amministratori e cittadini.”
Con queste promesse si presentavano Pippi Mellone e gli altri candidati della sua coalizione durante la campagna elettorale per le amministrative del 2016.
La trasparenza dell’attività amministrativa costituiva il primo punto del programma presentato ai neretini.
Ma a distanza di quattro anni, quella “casa di vetro” promessa da Mellone e dai suoi è una casa a dir poco opaca. Nemmeno in tempi drammatici come quelli che stiamo vivendo,durante i quali i cittadini cercano giustamente dei punti di riferimento, l’attuale amministrazione comunale ritiene di dover dare conto delle proprie azioni.
Neanche in tempi in cui all’emergenza sanitaria si somma una crisi socio-economica che imporrebbe alle istituzioni di dimostrare affidabilità e dunque rassicurare e confortare la popolazione, si pensa che ogni atto compiuto debba essere “trasparente”.
Nemmeno alla luce del disorientamento e delle difficoltà che i cittadini stanno vivendo, ci si rende conto di quanto sia banale e insufficiente pubblicare note e comunicazioni superficiali corredate da foto autocelebrative, per rendicontare le attività solidaristiche o presunte tali messe in atto dal Comune o sotto l’egida di Palazzo Personè.
Nelle prossime settimane, la Regione Puglia consegnerà a tutti i comuni pugliesi delle mascherine “a norma”, che rispettino gli standard tecnici e qualitativi richiesti per contrastare la diffusione del virus. Il Presidente Emiliano afferma: “la distribuzione sarà curata dai COC (centri operativi comunali) nei quali operano le associazioni di volontariato della Protezione Civile, in sinergia con i servizi sociali”.
Non si ripeta quanto accaduto con la distribuzione delle settemila mascherine donate al Comune da alcuni generosi imprenditori locali alla fine dello scorso marzo: a distanza di un mese e mezzo, non si sa ancora quante ne siano state assegnate e chi ne siano stati i beneficiari.
Il Sindaco e l’Assessore ai Servizi Sociali hanno il dovere morale e civile, non appena riceveranno le mascherine, di informare i neretini sul numero e sui criteri di distribuzione. L’amministrazione comunale si faccia guidare dall’articolo 99 del D.l. 17/3/2020 n.18, cosiddetto “Cura Italia”, che prevede che “al termine dello stato di emergenza nazionale la rendicontazione sia pubblicata da ciascuna pubblica amministrazione sul proprio sito internet.” Non sono questioni di “lana caprina”. Il Comune, oltre alle settemila mascherine, avrebbe distribuito buoni spesa eo derrate alimentari per un valore stimato dal Sindaco Mellone in 270.000 euro, 100.000 dei quali donati da cittadini. Somma ragguardevole che impone trasparenza e vigilanza.
È fuorviante ed estraneo a qualunque principio di amministrazione corretta e trasparente quanto affermato sulla propria bacheca Facebook dal Sindaco. Mellone non ha escluso ,in relazione alla distribuzione di buoni spesa erogati dal Comune direttamente e di concerto con altre associazioni, “che qualcuno abbia fatto il furbetto” aggiungendo che chi abbia abusato della solidarietà “farà i conti con la propria coscienza”. Ma non funziona così.
I furbetti,se davvero ci sono stati, devono essere individuati e puniti secondo le norme del caso ed è fondamentale comprendere come eventuali “furbetti” siano riusciti ad eludere eventuali criteri e controlli nella distribuzione. Ammesso che vi fossero criteri, controlli e controllori.Fuorviante e meritevole di chiarimenti è anche la dicitura “donazioni per PippiMellone” apparsa sulle locandine che pubblicizzavano l’iniziativa “Spesa per Bene”. Non devono e non possono esserci ombre e o dubbi.È fondamentale informare i cittadini in maniera compiuta, a garanzia del fatto che queste iniziative abbiano giovato a chi avesse realmente necessità.
La bussola che dovrebbe guidare ogni amministratore dovrebbe essere il perseguimento del bene comune della collettività, non il mero consenso.
Centro Studi “Salento Nuovo”