Emergenza coronavirus: la Democrazia non può subire sospensioni

"La politica è sempre più considerata un autentico mestiere, gratificante e redditizio, per il cui esercizio servono, probabilmente, qualità diverse dalla capacità e dalla competenza".

 

La migliore introduzione a un argomento è l'argomento stesso, affermava Jerome Bruner, famoso psicologo cognitivista americano, nella seconda metà del secolo scorso. Oggi, in un contesto sociale caratterizzato da una smodata smania di apparire, da una diffusa mediocrità e da una malcelata presunzione, l'argomento, inteso come tema di una conversazione o di una trattazione, potrebbe rivelarsi oltremodo fatuo, irrilevante, noioso, soprattutto in assenza di coloriture personali o emozionali, quasi sempre di basso profilo e del tutto estranee alle questioni trattate e alle opinioni esplicitate.

Non scriverò, pertanto, di politica, in quanto, attualmente, appare totalmente assente, nient'affatto entusiasmante e, soprattutto, priva di motivazioni ideali, cultura e moralità, né mi soffermerò sul processo di “imbagascimento” del linguaggio (l'uso dell'italiano è finito a bagasce), che ha portato all'impoverimento della lingua, sia sul versante sintattico, che su quello lessicale e logico, e, conseguentemente, all'impoverimento dell'offerta politica.

Da ciò il profondo declino culturale del tessuto sociale del nostro Paese e la crisi del valore della stessa partecipazione democratica delle persone.

Si assiste, purtroppo, ai maltrattamenti giornalieri dell'idioma nazionale, nonché alla graduale e sistematica omogeneizzazione verso il basso di conoscenze, abilità e competenze.

La politica è sempre più considerata un autentico mestiere, gratificante e redditizio, per il cui esercizio servono, probabilmente, qualità diverse dalla capacità, intesa in termini di intelligenza, cultura ed equilibrio personale, e dalla competenza, che non coincide con la capacità di procacciare voti, bensì con la padronanza di saperi, abilità e abiti mentali.

Puntualizzato ciò di cui non intendo scrivere, mi limiterò ad esprimere, brevemente, la mia personale opinione in ordine ad alcune recenti vicende cittadine, connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19, che, ad onor del vero, hanno prodotto in me rammarico, sconcerto e preoccupazione.

A Nardò, a differenza di quanto avviene, da più settimane, in tantissimi altri Comuni d'Italia e della Puglia, sembrerebbe che l'Amministrazione comunale sia estremamente preoccupata di tutelare, ad ogni costo, la salute dei neretini e, in particolare, di tutti i consiglieri comunali, tant'è che gli organi di gestione dell'Ente Locale risultano oltremodo inattivi, improduttivi e inefficaci.

Nobile gesto per contenere e gestire l'emergenza epidemiologica! Ma, appare alquanto strano, ad esempio, (e non dimentico l'impegno ad attenermi esclusivamente all'argomento), che le sedute delle Commissioni Consiliari, come si evince agevolmente dagli atti amministrativi e dai comunicati stampa, non possono assolutamente svolgersi, in quanto “l'art. 1, lett. h, del DPCM 8 marzo 2020 e l'art. 73 del D.L. n. 18 del 17 marzo 2020”, hanno sospeso “le riunioni e le attività in presenza di tutti gli organi collegiali fino alla conclusione dello stato di emergenza”, ossia, come da delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, fino al 31 luglio 2020.

Orbene, a questo punto appare d'obbligo una prima banale ma necessaria considerazione:

a) l'art. 1 del DPCM 8 marzo 2020 concerne esclusivamente le “misure di contenimento del contagio nella regione Lombardia” e in alcune province dell'Emilia Romagna, del Piemonte e del Veneto.

b) L'art. 1, lett. h, del suddetto decreto riguarda, fondamentalmente, le scuole di ogni ordine e grado, le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica. Pertanto, l'espressione “Sono sospese le riunioni degli organi collegiali in presenza” è da riferirsi esclusivamente alle Istituzioni scolastiche.

Del resto, gli organi collegiali di gestione e autogoverno della scuola non possono essere confusi con gli organi di governo dei Comuni.

c) Le disposizioni del più volte citato DPCM 8 marzo 2020, per esplicita previsione dell'art. 5, producono effetto fino al 3 aprile 2020, e, comunque, per via della proroga di cui al DPCM 1 aprile 2020, fino al 13 aprile 2020. In altri termini, per effetto anche dell'art. 8 del DPCM 10 aprile 2020, le disposizioni di cui al DPCM 8 marzo 2020 cessano di produrre effetti a decorrere dal 14 aprile 2020. Mi chiedo: perchè continuare a citare un decreto che non ha più alcun valore giuridico?

d) Il Legislatore, come affermato da alcuni amministratori comunali, non ha “sospeso le attività in presenza” degli organi elettivi dei Comuni “fino alla conclusione dello stato di emergenza”, che potrebbe, teoricamente, essere prorogato di altri 6 mesi, ossia fino al 31 gennaio 2021, né mi risulta (non ho trovato alcuna disposizione normativa in tal senso) che abbia derogato “per le riunioni assolutamente necessarie a non pregiudicare le attività fondamentali degli enti e il loro funzionamento”.

Ha, invece, previsto, correttamente, una diversa modalità di funzionamento degli organi di governo degli Enti Locali (non li ha certamente ibernati), al fine di contrastare e contenere la diffusione del virus COVID-19.

Pertanto, è incontrovertibile che l'art. 73, punto 1., del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, ha sancito che gli organi elettivi dei Comuni possono riunirsi in videoconferenza, nel rispetto dei criteri di trasparenza e tracciabilità fissati dal presidente del consiglio, ove previsto, o dal sindaco.

Mi chiedo: perchè il Presidente del Consiglio comunale, al pari di tanti altri suoi colleghi, non si attiva per garantire il regolare svolgimento delle Commissioni consiliari e delle Conferenze dei Capigruppo? Basta poco.

In tal modo si evitano inutile e sterili polemiche, si esaltano il dibattito democratico ed il confronto costruttivo e, contestualmente, si garantiscono trasparenza, imparzialità ed efficacia all'azione amministrativa, nell'interesse esclusivo della Città e dei cittadini.

 

Angelo Losavio

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