Un’altra pagina nera nella storia della nostra Città è stata scritta oggi dall’attuale Sindaco e dalla sua maggioranza. Il sindaco Mellone in un video autocelebrativo con il quale cerca di replicare a notizie riportate dalla stampa perde le staffe e offende in modo livoroso un glorioso giornale come La Gazzetta del Mezzogiorno.
Mellone non confuta le argomentazioni riportate dal giornale ma le conferma. Conferma che familiari suoi e dell’assessore Sodero hanno avuto incarichi dall’amministrazione che presiede. La sua ricostruzioni dei fatti viene, peraltro, sbugiardata dall’associazione Diritti a Sud citata dal sindaco.
Mellone scarica le responsabilità degli affidi diretti degli incarichi sui dirigenti comunali. Che bene farebbero a riflettere su quanto affermato oggi dal sindaco.
Colpisce il rancore e la rabbia espressa dal sindaco nei confronti della stampa. Un sindaco che invita a “stracciare le pagine di un giornale” non si era mai visto nella nostra Città. Si evidenzia l’arroganza del potere e l’idiosincrasia verso le legittime critiche.
Mellone e i suoi dovrebbero sapere che chi occupa cariche istituzionali ha il dovere morale – prima ancora che giuridico – di dar conto del proprio operato. Di rispondere di ogni singola critica. Anche (e forse soprattutto) di quelle più opinabili, purché espresse entro i limiti dell’ordinamento civile e penale.
E non solo, semplicemente, di rispondere; ma anche e soprattutto di farlo in modo educato, legalmente inattaccabile, e, più in generale, utilizzando un tono e delle parole adeguati al ruolo istituzionale ricoperto.
Bisogna essere coscienti del mandato ricevuto e degli oneri che ne derivano, e comportarsi di conseguenza.
Ma a quanto pare, nonostante gli ultimi anni trascorsi a Palazzo Personè tra i banchi della maggioranza, il Sindaco Mellone e i suoi “fedeli” abituati negli anni a fare opposizione in modo sciaguratamente demagogico, continuano a scappare dalle proprie responsabilità di amministratori.
Thomas Jefferson diceva che “Quando il popolo ha paura del governo c’è tirannia. Quando il governo ha paura del popolo c’è libertà”.
Le “escusationes non petitae”, le sue reazioni sproporzionate, scomposte, nervose e offensive, sembrerebbero suggerire una paura matta degli attacchi dei liberi pensatori neretini. Se non altro, quindi, nel loro timore, possiamo, con grande orgoglio, riconoscere un segno, inconfondibile, della nostra libertà.
Centro Studi “Salento Nuovo”