Il “Covid19” c’è ancora. Non si è volatilizzato scomparendo misteriosamente. Continua a mietere vittime nel mondo. Anche in Italia.
Certo i numeri non sono quelli di una volta mail rischio di nuovi contagi permane. Eppure , a vedere le immagini delle nostre città, sembra che in questi mesi non sia accaduto niente. Se non fosse per le “mascherine”, portate come se fossero un ornamento tribale dai più, nessuno si ricorderebbe che abbiamo vissuto un periodo drammatico.
In tre mesi circa 36.000 morti. Molti di loro senza poter avere l’ultimo saluto dei loro cari. Abbiamo dimenticato le sofferenza patite nello stare reclusi, nel non poter vedere e abbracciare per mesi familiari e amici.
Abbiamo dimenticato il dramma dei tanti operatori commerciali costretti alla inattività e le difficoltà che gli stessi stanno affrontando nella riapertura delle loro attività. Conosceremo solo con il tempo il reale impatto socioeconomico e psicologico causato dal Covid19. I costi sono e saranno altissimi.
Ma sembra che a pochi importi. L’importante è sentirsi “liberi”. Liberi di scorrazzare su rombanti moto a folle velocità, liberi di “strusciarsi” sorseggiando birrozze e spritz, di riunirsi in tavolate dove tra una persona e l’altra non passerebbe un filo d’erba.
Liberi di comportarci come se fossimo i padroni del mondo. Mascherine, distanziamento sociale, igiene sono precauzioni inutili e “da fessi”.Nel vedere in questi giorni le persone passeggiare gomito a gomito, bambini giocare in gruppi sotto lo sguardo disinteressato dei genitori, locali stracolmi di giovani e adulti senza alcuna organizzazione dei tavoli, leggere di sindaci che propongono alle scolaresche di ritrovarsi in parchi pubblici per “ festeggiare” la fine dell’anno scolastico fa sorgere il dubbio che si sia sognato.
Che le immagini delle centinaia di bare accatastate nelle chiese di Bergamo, le foto degli ospedali colmi di persone infette, le foto dei volti dei medici e degli infermieri stravolte dalla fatica fossero dei fotomontaggi.
No, non è stato un sogno, non erano dei fotomontaggi. E quelle persone che oggi giocano con la propria salute e quella altrui senza prendere alcuna precauzione erano le stesse persone che sui social additavano gli “untori”;
quei sindaci che oggi indulgono con una pericolosissima faciloneria al “liberi tutti” erano le stesse persone che un mese fa arringavano e minacciavano chi si permetteva di uscire senza mascherina o si incontrava furtivamente con la/il morosa/o.
Sono quelli che hanno inveito contro la politica e il governo colpevoli di non aver fatto a sufficienza per evitare l’epidemia e ridurne l’impatto. Sono quelli che vogliono tutto senza dare niente. Quanti controlli vengono effettuati dalle autorità locali per verificare che le norme igienico sanitarie vengano rispettate? Probabilmente nessuno.
Tanto nella sciagurata ipotesi che il Covid 19 o altro patogeno si ripresenti ci saranno sempre quei “fessi” dei medici, infermieri, ausiliari che sacrificheranno anche la propria vita per salvare le nostre. Avremo sempre qualcuno a cui addossare le responsabilità. Le responsabilità saranno sempre degli altri. Mai nostre.
Siamo un popolo di “chiagni e fotti”, non c’è niente da fare
Sfidiamo la natura ritenendoci invincibili e invulnerabili.
Dovremmo ricordarci che la natura “ si riprende sempre e con gli interessi quello che le togliamo”
Centro Studi “ Salento Nuovo”