L'inutilità dell'idrovolante, gli euro gettati al vento e l'idrosuperficie dinanzi al giardino della memoria

Lo spot dell’idrovolante e dei presunti benefici che dovrebbe apportare tale progetto, in termini di turismo, al centro della polemica. Gli idrovolanti hanno fatto i primi voli di prova nello specchio d’acqua di Santa Maria al Bagno. Con esiti, stando ad alcune testimonianze, controversi. 

Nei giorni scorsi, con l’ausilio della Scuola Italiana Volo, tre velivoli hanno effettuato i fly test utili a verificare le procedure di decollo e ammaraggio nella zona designata per la realizzazione di una idrosuperficie. I test sono serviti anche a valutare l’impatto acustico dei voli (procedure “anti rumore”), attraverso alcuni rilevatori posizionati in diversi punti sulla costa e l’esame di una equipe di tecnici ed esperti. Il bilancio (fanno sapere dal Comune) è positivo, l’area individuata si è rivelata adeguata e anche le prove sul rumore hanno dimostrato il limitato impatto sul contesto circostante. L’azienda “Salento Coast to Coast” ha fornito un ausilio logistico alle operazioni, mentre il fotografo Aristide Mazzarella ha “immortalato” i tre velivoli. Scrive sulla pagina facebook del comune l’elicotterista Antonio Maria MiggianoIdroscalo tra Santa Caterina e Santa Maria? Non scriviamo insensatezze!”. Un medico il dottor Marcello Falconieri, che ha evidentemente assistito alle prove, è ancora più chiaro “Dalle 8.00 del mattino fino alle 11.00 rumore assordante, per mia sfortuna abito sul piazzale del distributore di combustibili, durante la fase di decollo con gas tossico a volontà che ci ha costretto a chiudere le finestre. Per non dire la noncuranza di andare anche sottocosta davanti l’hotel Riviera tra ignari nuotatori. Non se ne sentiva la necessità. L’impatto ambientale, in un’area altamente congestionata nei mesi estivi con la inevitabile costruzione ed occupazione di luoghi incontaminati, deve aver superato ogni ostacolo, a noi semplici cittadini non ci interpella nessuno”. I fly test sono un importante step di SWAN (Sustainable Water Aerodrome Network), il progetto finanziato con circa 3 milioni di euro da un programma Ue che prevede la realizzazione di un sistema di otto idrosuperfici tra l’Italia e la Grecia per incentivare il trasporto su idrovolante. Oggi, ci si chiede, chi partecipa ad un progetto lo fa per i sontuosi finanziamenti o valuta le effettive ricadute sul territorio in termini di sviluppo autentico? Il gestore della pagina facebook del comune risponde al post del medico dandogli del tu: “Marcello non è vero. “Rumore assordante”, “gas tossico” e “noncuranza”? Attenzione a commentare con questa superficialità! Gli addetti alla comunicazione danno del superficiale ad un medico che abita lì ed ha assistito alle prove. Scrive Marcella Minafra, un’altra utente: “Spero solo che non lo facciano nell’area dove sorge il giardino della memoria e dell’Accoglienza, area vincolata a livello paesaggistico”. La risposta degli spin doctor? “Marcella alla fine dell’intervento non solo il Giardino della Memoria non sarà toccato (E ci mancherebbe altro! ndr) ma ne beneficerà enormemente in termini di visibilità e fruizione”. Il progetto in questione nelle intenzioni delle linci che lo hanno pensato dovrebbe attraverso delle “Idrosuperfici nei porti di Taranto e Gallipoli, a Santa Maria al Bagno e sulla sponda greca nei porti di Corfù, Paxos, Erikusa, Matraki e Othoni fornire una “base” polifunzionale per una serie di servizi al territorio su via aerea (protezione civile, monitoraggio ambientale, soccorso, assistenza, ecc.), per altri servizi informativi e culturali e per lo sviluppo di collegamenti su idrovolante, che sono una soluzione immediata e a basso impatto ambientale per collegare località a forte vocazione turistica”. Ha senso sborsare tre milioni di euro per un progetto di questa natura? Ha senso creare una idrosuperficie pari pari a ridosso del giardino della memoria? Ha senso creare una idrosuperficie in un luogo non protetto dai venti? Ha senso creare un sistema di questo tipo a ridosso della costa e dei bagnanti? Diversi esperti giurano che sia una cosa insensata e anche pericolosa. Staremo a vedere! Una cosa è certa. L'esperienza e la lungimiranza dovrebbe far calibrare meglio i progetti (Sul tavolo degli accusati anche i burocrati di Bruxelles) e le conseguenti risorse che a volte oltre a non apportare ricaduta alcuna sul territorio rischiano di sprecare risorse e alimentare criticità e polemiche. 

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