"Di fronte allo scempio di piazza Duomo rimaniamo allibiti. E non ci muove il gusto di fare polemica a ogni costo, ma per la ferita che da leccesi, orgogliosi della città stiamo subendo per scelte prepotenti ed inspiegabili".
Perché scegliere una delle piazze più belle d'Europa come location per un evento così importante e sottrarla poi al piacere di gustare il colore della sua pietra, l'armonia dei suoi elementi architettonici, il sapore della sua storia. Una piazza sempre rispettata dalle autorità religiose e civili nel rispetto dei sentimenti dei cittadini, i veri "padroni" dei luoghi di una città. È amaro constatare come siano purtroppo lontani i tempi in cui mons. Ruppi per dare il suo assenso ad un evento pretendeva di conoscere nel dettaglio scalette ed eventuali musiche. Oggi in piazza Duomo si va indifferentemente dal Bella ciao in campagna elettorale alle fastidiose quanto invasive luminarie da cui quella piazza è stata sempre preservata persino in occasione delle feste patronali. Ormai dobbiamo concludere che storia, identità, estetica e rispetto di sentimenti del popolo rappresentano tutti elementi superati, del ppassato. E il business è una valore più forte dei sentimenti."