Si profilano all’orizzonte nuove candidature a sindaco per le elezioni comunali a Nardò del 2021, ma sono candidature di terza o quarta scelta. Sembra che tutti siano ipnotizzati da Mellone e privati da ogni capacità di raziocinio e riflessione. Quindi vengono a galla proposte superficiali, improvvisate prive di solide fondamenta.
Affianco alle autocandidature, alcune esplicite e altre molto implicite al limite del criptico, conosciute da tempo ne sorgono altre. A livello del classico coniglio estratto dal cilindro. Diciamo subito che le più recenti sono prive di ogni spunto di novità e lontane dall’essere attrattive sono addirittura divisive, fortemente divisive.
Si tratta di proposte che da sole incontrerebbero l’ostilità secca dei cinque sesti della città; i neritini conoscono bene se non benissimo le proposizioni che si affacciano al proscenio e proprio per questo guardano con un senso di vera e propria repulsione a certe ipotesi anche sapendo che sono comunque velleitarismi. Quindi sono destinate a scomparire prima di partire per la competizione vera e propria come a qualcuno è già capitato nella scorsa tornata comunale.
Oppure no. Potrebbe essere una sottile tattica elaborata per l’esito, previsto come scontato, delle comunali. Qualche mente simil-finissima sta pensando di trovare un caprio espiatorio da offrire in sacrificio al “mostro” Mellone sempre nell’attesa che nel 2026, sgomberato il campo dal mellonismo, altri si giochino le proprie chanches di conquista di palazzo “Falcone-Borsellino” (Che brutta fine per i due grandi magistrati dare il titolo ad un luogo teatro di inciuci e camarille!). E non ci vuole poi così tanto a trovare ambiziosi, vanitosi e fatui narcisi che cascano nella trappola.
Segnale, tali candidature, che gli oppositori dell’attuale sindaco di Nardò sono privi di ogni reale intenzione di tentare di rovesciare l’odierna gestione comunale. Rinunciataria prassi elettorale come rinunciataria è stata l’intera attività dell’opposizione nell’intero periodo dal 2016 ad oggi. Quindi Mellone e la sua cerchia oligarchica (aperta però ad inciuci gestionali sottobanco) può dormire sonni tranquilli; continuerà ad esercitare il potere fine a se stesso senza effettive e concrete attività innovative che rilancino il tessuto sociale, produttivo della città che continuerà a languire. Una stasi economica e produttiva che il turbinoso polverone di asfalto, rotatorie e piste ciclabili non riesce a coprire agli occhi degli osservatori più attenti.
E tutto questo mentre ci sono segni di una progressiva insofferenza verso un personale politico-amministrativo raffazzonato, approssimativo, improduttivo, vuoto di ogni capace proposta concreta e fattibile come quello che circonda il sindaco in carica. Ma se i melloniani sono così in basso, bisogna scavare ancora più in basso per trovare il livello dei loro oppositori. Quindi non c’è da meravigliarsi se sorgono certe candidature che hanno il sapore della rinuncia. A soffrire di questo generale basso livello delle proposte amministrative è solo la città e i suoi abitanti.
WERTHER MESSAPO