I dolori del giovane Werther: "Un'unica candidatura contro Pippi “il Grande Asfaltatore” che punta al miracolo di diventare maggioranza pur essendo minoranza (l’alleanza) nell’elettorato cittadino"

Arrivato l’inverno arrivano anche piogge a dirotto e qualche fortunale o tromba d’aria, per ora solo in qualche comune vicino. Quello che non arriva è uno straccio di cartello unitario delle opposizioni per le sempre più vicine elezioni amministrative; qualche sagace, ma anche salace, commentatore ipotizza, ironicamente ma non tanto, che gli attuali oppositori equivocano sulla data delle elezioni. Pensano che si voterà nel 2022.

Quindi credono, complice la nebbia che avvolge la loro già scarsa perspicacia, di avere ancora un anno e mezzo per prepararsi e conseguentemente indugiano in una melina stucchevole, in un surplace ciclistico nel tentativo di bruciare altri papabili alla candidatura suprema. Per giungere alla filosofia highlander del “Ne rimarrà uno solo!”

Veti incrociati, meschine autoreferenzialità, velleità infondate e insostenibili, stanno facendo bruciare mesi su mesi lungo percorsi a vicolo cieco fino a non scalfire la variegata compagine di Pippi “il Grande Asfaltatore” che punta al miracolo di diventare maggioranza pur essendo minoranza (l’alleanza) nell’elettorato cittadino.

Non riuscire a definire una candidatura a primo cittadino per perseguire i frastagliati interessi di tanti tromboni sfiatati abbondantemente bolliti dal logorio dei decenni precedenti rischia di costare caro alla città.

L’incapacità (o la non volontà?) di individuare soggetto con un alto grado di novità, con adeguata voglia di protagonismo sano (anche se non è facile competere con l’egoismo e il narcisismo dell’Asfaltatore), con effettiva presa in ogni categoria della comunità cittadina è una sciagura per Nardò.

Una sciagura che rischia innescare una deriva simile a quella in cui è caduta Cavallino col predominio dello scomparso Gaetano Gorgoni. Il quale ha amministrato quella città per decenni utilizzando sbiadite controfigure inserite al vertice amministrativo quando non poteva ricoprire il ruolo di sindaco per lo sforamento del numero di mandati consecutivi consentiti. Idea che non è detto non sia già accarezzata dall’Asfaltatore che osserva ogni giorno quanta pochezza lo contorni nel suo entourage; entourage di yesman e yesyeswomen votati al culto della personalità come in quella canzoncina di Raimondo Vianello che recitava “Ma quanto è grande Tarzan / Ma quanto è bravo Tarzan / paparapa paparapa…”. Tra queste vette eccelse di elaborazione politica volete che non trovi chi manovrare come una marionetta al Teatro dei Pupi?

Quindi gli attuali oppositori porteranno la responsabilità, molto più grave dei loro predecessori di cui sono eredi, di condannare Nardò ad una dittatura strisciante della mediocrità assoluta per più decenni. Intanto l’Asfaltatore si fa fotografare pensoso (sforzo sovrumano per lui) mentre scruta l’orizzonte marino per dare al volgo e all’inclita l’immagine di chi pensa al futuro. Sia poi che il massimo che riesca a partorire siano colate di asfalto, rotatorie (alcune perfettamente inutili), dossi rallentatori (nuova forma di clientelarismo spicciolo) e arruolamenti in massa.

Infatti il nauseante tambureggiamento di manifesti (ma non c’è proprio nessuno che gli faccia notare il rischio che possano rilevarsi controproducenti?) ci informa che sta arruolando un caravanserraglio di persone da sfruttare come portatori di acqua, voti elettorali, da riporre poi nel magazzino delle cose vecchie dopo aver razziato la dozzina di voti che riescono a spigolare nel proprio condominio o nel proprio vicoletto.

Tanto poi sarà lui a decidere tutto o quasi, a stabilire accordi con quei poteri forti che dice di combattere e con cui riesce ad accordarsi magari eliminando dall’entourage qualcuno che vuole mantenere il minimo sindacale di coerenza. Così candida sia il diavolo che l’acqua santa prendendo candidati dalla culla e dalla fossa, sfruttando cinicamente, elettoralmente, le persone come un qualunque negriero. Per Nardò i toni del futuro si fanno sempre più cupi tra il cinico Asfaltatore e gli insipienti oppositori.

Werther Messapo

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