Il lungomare più costoso d'Italia, le evanescenti politiche abitative e l'isola che non c'è

Parte del muretto dinanzi all’ennesima mareggiata, realizzato fresco fresco nella marina di Nardò, ieri è venuto giù come il burro. Nei 6X3 che giganteggiano in tutta la città per la costosissima campagna elettorale, cominciata almeno sette mesi prima del voto, il sindaco aggrappato alla ringhiera ringhia:”Nardò con noi è tornata ad essere grande”.

Le risorse della comunità le ha sprecate sul lungomare: circa tre milioni di euro imprestate e investite nella luccicante pietra di Trani, nelle ringhiere del lungomare che, senza timore di essere smentito, sarà a conti fatti tra i più costosi d’Italia. Fa il paio con le strisce della ciclabile che, a fronte delle prime crepe, (Sono state realizzate quest’anno) hanno un costo medio “monstre” da paese arabo. Non cito il traffico caos di via Bonfante acuito non solo dalla ciclabile ma anche dalla decisione di renderla a senso unico, per pietà e misericordia.

Una realtà all'insegna di spese pazze che stride con la vita di chi stenta ad arrivare alla fine del mese e a cui avrebbero giovato, ad esempio, efficaci politiche abitative. Oltretutto a fronte della domanda, lo stock di edilizia residenziale pubblica è modesto: in Italia ammonta al 4% del totale a fronte di una media europea che si è attestata intorno al 20%. Dal 1984 al 2004 la nuova offerta di alloggi è scesa da 34.000 alloggi a 1.900, contro gli 80.000 della Francia e i 30.000 del Regno Unito (Anci).

Un parlamentare pentastellato lungimirante, per la verità, ha presentato anche un esposto in Procura chiedendo di accendere un faro sulle occupazioni abusive di alloggi popolari: “Oggetto dell’ esposto, la registrazione di una telefonata tra una residente degli alloggi popolari comunali e un certo “Salvatore”, al quale la donna si rivolge chiedendo aiuto lamentando all’interno del condominio in cui abita l’esistenza di nuove occupazioni abusive. Gli occupanti hanno allacciato il proprio contatore a quello di altri condomini, tra cui quello della donna. 

 A domanda diretta dell’interlocutore (“Come è possibile?” chiede Salvatore), la donna riferisce, facendo nome e cognome, di un personaggio della politica locale (non facente parte dell’amministrazione), che avrebbe addirittura autorizzato quelle occupazioni. Proprio quest’ultimo, avrebbe invitato gli agenti della Polizia Locale a non procedere a controlli, consentendo l’accesso indisturbato agli immobili da parte degli occupanti abusivi, previo abbattimento delle porte. Questo, in sintesi, il contenuto della telefonata di cui Donno è venuto in possesso e che pure ha messo a disposizione degli inquirenti. L’esposto, è stato inoltre inviato, per conoscenza, al Comune di Nardò ed alla Prefettura di Lecce.

È evidente – scrive il deputato nell’esposto – che occorre accertare i fatti descritti e, nell’eventualità, procedere nei confronti degli autori dei reati commessi, senza se e senza ma. Giova rammentare che, con una direttiva del Ministro dell’interno risalente al 19 dicembre 2018, è stata disposta una ricognizione di tutte le situazioni di abbandono dell’immobili, invitando i Prefetti a condividere gli esiti del monitoraggio con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Esito che – ricorda ancora Donno – la Prefettura di Lecce ha portato all’attenzione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, evidenziando i casi in cui l’attività di sgombero rendeva necessario il supporto della forza pubblica e convocando contestualmente una cabina di regia chiamata a valutare la presenza di documentate situazioni di fragilità, per le quali i soggetti interessati non sono stati in grado di reperire autonomamente una sistemazione alternativa.

D’altra parte Arca Sud, al margine di una mia richiesta di accesso agli atti – evidenzia Donno – ha rappresentato la presenza di ben 58 immobili occupati abusivamente nel solo Comune di Nardò, triste primato in tutta la provincia di Lecce. Dato aggiornato al 19 ottobre scorso. In sostanza, nell’arco di un anno, ossia dall’ esposto del parlamentare, il numero di alloggi occupati abusivamente sarebbe rimasto sostanzialmente invariato.

Cosa avrebbe dovuto fare un’amministrazione lungimirante? Ovviamente intervenire immediatamente per ristabilire la legge. Mi pare la decenza. Invece di un prestito (Non è un finanziamento ma un prestito) da restituire che ingessa il bilancio comunale per la faraonica cifra di circa tre milioni di euro per realizzare quello che è stato, pomposamente, definito come uno dei lungomari più belli d’Italia, avrebbe dovuto spendere tali risorse, correggetemi se sbaglio, nelle evanescenti politiche abitative.

Avrebbe potuto acquisire aree edificabili. Avrebbe potuto occuparsi della progettazione e della realizzazione degli interventi. Avrebbe dovuto per lo meno, in assenza di qualsivoglia intervento, occuparsi della gestione del patrimonio (Azione quest’ultima che non pare sia stata illuminata). In fondo la casa è un diritto nonché un bisogno primario insopprimibile, molto di più – consentitemelo - di un muretto sul lungomare. Il mio augurio infine è rivolto ai 58 cittadini che sono stati privati di un legittimo diritto. Vi auguro un sindaco di tutti, un primo cittadino che si occupi realmente di voi e del vostro diritto a ricevere un aiuto ed un tetto sulla testa.

Giorgio Rosa (scomparso nel 2017) era un visionario ingegnere bolognese che portò avanti, con non poca fatica, la sua idea di creare una nazione autonoma, con le proprie regole, leggi, moneta e conseguenti rappresentati di Stato. Per essere indipendenti bisognava essere fuori dalle acque territoriali italiane. E' il succo dell'incredibile storia dell'isola delle Rose narrata in prima visione su Netflix.  

M.M.

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