Non ripetiamo gli stessi errori. Scegliamo le persone e non gli slogan, “scegliamo la serietà di progetti e proposte e non la propaganda di chi sa solo promettere miracoli nascondendosi dietro una bandiera o un simbolo. Diamo fiducia a chi ha dimostrato e dimostra di amare la propria Città attraverso la propria attività pubblica in qualsiasi settore e non a chi sa solo inseguire interessi di parte. Informiamoci, incontriamo i candidati alla carica di primo cittadino, poniamo domande ed esigiamo risposte”.
Anno nuovo vita vecchia. Parlare di schemi logori in questa fase mi pare davvero inopportuno. Mentre la campagna elettorale del sindaco prosegue quanto mai dispendiosa (Mi meraviglia questo impegno economico rilevante fatto di 6X3 e di spot via social) con l’occupazione di tutte le plance della città attraverso la pubblicità di tanti illustri sconosciuti, dall’altra parte si attendono novità.
Dietro ad una sigla che nasconde Casapound, e questa è davvero originale, c’è anche chi, fino a ieri, andava ai congressi del PD. Non indago sulle ragioni ma la mia non è una opinione ma una constatazione lucida e schietta.
Adesso è stato dato mandato all’ex sindaco Risi di esplorare tra le diverse sensibilità, cercando di ricucire tra le diverse visioni politiche per cercare una via d’uscita. Il tentativo non è facile, potrebbe rivelarsi tale a patto di riuscire a volare al di là del torrente dei veti incrociati, dei personalismi e delle avversioni da cortile. L’opportunità è straordinaria, ma non può essere dettata “solo” dalla comune avversione ad un sindaco che ormai si è fatto ampiamente conoscere in tutti i suoi aspetti di stampo cetto-qualunquistico, primo fra tutti un malcelato autoritarismo.
Al di là del torrente melmoso c’è un’idea di Città differente, c’è una nuova agenda di governo che deve passare attraverso un programma condiviso, che vada necessariamente al di là del guado degli steccati ideologici. Quale Nardò vogliamo? Quella della prevaricazione di una sola parte politica basata sulla pianificata denigrazione dell’avversario l’ha già offerta il sindaco di tutti (gli amici suoi).
C’è il ripristino della legalità in cima ad ogni programma. La trasparenza non declamata ed il merito come fondamento di ogni percorso. Scegliere il sindaco significa andare a pescare nella comunità. C’è una ricetta? Ritengo che paradossalmente sia la stessa comunità a rappresentare al suo interno delle persone che si propongono per guidarla, e quindi il mandato in questo caso è realmente diretto. E’ un mandato che dovrebbe tenere in adeguata considerazione, le competenze, la visione politica (Dove andare, quale idea di Città), la correttezza, la capacità di superare in un confronto pubblico, seppure in tempo di pandemia, un imbonitore da mercati generali intriso di arroganza e becero provincialismo.
Non andrei a casa dei duri e puri di maniera, diffiderei di quelli che dicono che hanno innumerevoli amici, o di chi non sa neppure cosa abbia approvato il sindaco e come abbia amministrato, cercherei tra le persone che ne conoscano, non solo la spregiudicatezza, ma anche i provvedimenti sbagliati (Innumerevoli) e le decisioni assunte, e sono in grado di sconfiggerlo perchè ne sono a conoscenza. La mission, e vale per tutti, resta il Bene Comune ed un cambiamento reale. Chiunque può sbagliare; ma nessuno, se non è uno sciocco, persevera nell'errore. (Cicerone).
Marco Marinaci