I dolori del giovane Werther: "I candidati di Mellone buoni a ramazzare voti negli angoli più remoti della città ma senza speranza di contare nel decidere indirizzi e progetti per i cittadini"

Spinge al massimo il suo trasformismo, è campagna elettorale. Torna ad atteggiarsi a rivoluzionario senza legami con alcuno dei partiti e dei potentati, mente come sempre. Finge quando ha trattato con tutti e in tutte le occasioni. Dalla candidatura, abortita sul nascere, della telecomandata assessora Sodero con la Lega salviniana all’inciucio alla Provincia di Lecce col rosso PD Minerva, altro finto civico a Gallipoli.


Tratta sotto banco il suo futuro politico con i partiti che guidano i sondaggi. Privilegia uno strapuntino alla Regione, in Parlamento tira brutta aria con la riduzione dei seggi. Scene di ordinario inciucio, ha scelto bravi maestri che lo hanno preceduto nel privilegiare il potere per il potere senza uno straccio di visione organica. E’ Mellone l’Asfaltatore.

Mette in scena il suo imbroglio tirandosi dietro tutti i creduloni possibili che si lasciano abbindolare dal nulla rivestito di cartapesta. Lavori pubblici su lavori pubblici, incarichi, appalti, centri di spesa non richiedono alcuna progettazione d’insieme. Opere slegate tra di loro senza un grammo di integrazione complessiva. Senza programmazione. Spesso senza senso logico.

Del resto il programma del 2016 è stato all’80% buttato nel cesso. E con sommo sprezzo delle istituzioni in 5 anni e mezzo non ha mai presentato le linee programmatiche in Consiglio Comunale, “fesserie” poteva lui, il sommo Asfaltatore, perdere tempo per fesserie come le comunicazioni al Consiglio Comunale. Fosse per lui abolirebbe il Consiglio Comunale se non fosse necessario a candidare masse di illusi che pensano di influenzare le sorti della Città.

Servono solo a raccogliere voti per portarlo al vertice del palazzo di Città; poi li lascia a fare le belle statuine senza neanche un fiato di voce in capitolo. Sorte che riserva anche ai componenti della Giunta a cui fa fare qualche dichiarazione, preconfezionata su suo input e approvazione, tanto le decisioni (tutte) le prende lui. Perché nessuna briciola di potere effettivo sfugga dalle sue mani. Quindi nessuna collegialità, nessun ascolto delle istanze cittadine. Si fa solo quello che a lui interessa e che serva a costruire e consolidare il suo mito propagandistico di “rivoluzionario” che fa quello che gli altri non avevano fatto.

Mentre adotta le stesse tecniche gli stessi metodi di uel sistema di potere che ha imperato dagli anni 70 fino all’inizio degli anni 90; ne è il degno erede. In realtà manovra solo una grancassa mediatica spettacolare di vuota esteriorità costruita su pacchetti di “like” fasulli per indurre la città a credere ad una unanimità bulgara sulle sue azioni.

Mistificazioni per ingigantire il consenso con tecnica simile a quella usata per le bolle finanziarie creando artificiosi climi di realtà virtuali.

Sono tutte manovre fittizie senza alcuna reale consistenza sintomo di un timore latente di perdere il potere con cui ha spadroneggiato nell’ultimo quinquennio.
Come pura apparenza è la caterva di candidati presentati nelle 9 liste a sostegno dell’Asfaltatore. Buoni a ramazzare voti negli angoli più remoti della città ma senza speranza di contare nel decidere indirizzi e progetti per i cittadini. Tantissimi candidati non sanno neanche quali sono le funzioni e le prerogative del consiglio Comunale. Basta leggere gli slogan che accompagnano i materiali di propaganda.

Si va dal “mio impegno per l’ambiente” sol perché si lavora in qualche ente regionale a chi dice “contro i sensi vietati” a chi vuole battersi per la “sanità” sottintendendo che potrebbe far riaprire l’Ospedale. Poi chi predica “dalla giusta parte” e chi riesuma lo slogan di una già sindaco di Lecce “Nardò porta d’Europa” dopo un tentativo di digitalizzazione quasi il Comune fosse una compagnia informatica. Ed ancora riecheggiando Cetto Laqualunque si promette “ (qualcosa) per tutti”.
Insomma la fiera delle banalità. Irrealizzabili

Su tutto domina un culto della personalità proprio dei peggiori regimi autoritari. L’uomo solo al comando cui cedere acriticamente e supinamente ogni facoltà di pensiero, progettazione e decisione.

Se questi sono i criteri con cui scegliere un’Amministrazione Comunale, Nardò pagherà molto salato il risveglio dalle fumisterie egoistiche di un finto sciamano senza carisma.

Werther Messapo

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