Il delirio di onnipotenza fa brutti scherzi mandando i megalomani ad abbracciare progetti folli privi di ogni sia pur minimo barlume di razionalità.
Accade così che il successo travolgente alle recenti comunali del sindaco di Nardò invece di essere il trampolino di lancio per le sue ambizioni (smisurate già di per se) rischiano di perderlo.
Tralasciando le pagliacciate di assessori nominati che si dimettono per giochetti di squallide ripicche e le nomine nepotistiche nello staff mellonesco il progetto di abbattere lo stabile della scuola media di via XX Settembre per avere spazio per un parcheggio è una demenzialità più unica che rara.
Tralasciando ogni considerazione emotiva legata alle generazioni di cittadini che hanno ricevuto formazione e istruzione in quelle mura, è un progetto privo totalmente di razionalità.
Come si fa a violare una distribuzione delle sedi scolastiche sul territorio che ha una sua logica sia pur non perfetta; come si fa a spostare dall'altra parte della città una scuola che serve un bacino di utenza ragguardevole. Come si fa a gravare la circolazione stradale di un fortissimo incremento del traffico di attraversamento?
Bisogna considerare infatti che la scuola è al servizio di studenti che per ragioni anagrafiche non hanno autonomia nel muoversi e che di conseguenza devono essere accompagnati dalle famiglie. Anche perchè la città è priva di ogni forma di trasporto pubblico.
Siamo di fronte ad un progetto cervellotico che non trova giustificazione neanche nell'eccitazione, parossistica e permanente, che si impadronisce di Mellone davanti ad ogni tipo di lavoro pubblico ed ai conseguenti appalti.
Irrazionale è anche abbattere una scuola recentemente ristrutturata quindi efficiente ad un buon livello per dare poi un parcheggio al servizio del centro storico.
Questo quando tra il palazzo comunale di via Falcone e la sede del Consorzio dell'Arneo esiste un notevole spazio che si presterebbe benissimo alla necessità di un parcheggio. Parcheggio che, in quella zona, servirebbe benissimo anche a soddisfare le necessità di sosta dei veicoli di chi si reca allo stadio comunale Giovanni Paolo II , liberando le strade vicine dal parcheggio selvaggio e dalla chiusura al traffico in concomitanza con gli spettacoli sportivi. Un parcheggio in quella zona sarebbe più lontano dal centro storico di appena 400 metri, che non sono una distanza insormontabile; risparmierebbe i fondi per un abbattimento e ricostruzione di un immobile che sono uno spreco incomprensibile di denaro pubblico quando il patrimonio pubblico esistente è più che sufficiente anche in considerazione dell'andamento demografico.
Ma se proprio si vuole perseguire la strada dell'abbattimento e ricostruzione di una scuola, logica vorrebbe che si procedesse ad abbattere l'edificio di via Bologna, via XXV luglio già sede dell'ex scuola media II° nucleo. Edificio a poca distanza da via della Costituzione, dove si intende costruire il nuovo edificio scolastico, e che quindi servirebbe, sostanzialmente, lo stesso bacino di utenza senza gravare sulla circolazione stradale cittadina. Osservazione che ha la semplicità del famoso “uovo di Colombo” ma che pare fuori dalla capacità di riflessione del sindaco di Nardò e di quanti lo attorniano (sempre ammesso che abbiano voce in capitolo).
In proposito ci si chiede quale sia il metodo di formazione di decisioni di questo genere; se qualcuno si prendesse la briga di leggere libri che riportano le vicende amministrative di Nardò negli anni 50 e 60 troverebbe tracce di appassionati dibattiti in consiglio comunale per determinare l'ubicazione di importanti edifici pubblici tra cui le scuole (i due nuclei di medie inferiori, Liceo Classico, Tecnico Commerciale).
Oggi le decisioni vengono prese in assoluta solitudine dal sindaco e dalla sua compagnia di giro in riunioni informali in sedi non istituzionali e poi comunicate al volgo tramite le propaganda sui social.
Con tanti saluti alla democrazia partecipativa ma con una deriva dittatoriale da capataz di una qualunque repubblica delle banane. Deliri onirici di chi si ritiene investito da una entità divina.
Nel silenzio assoluto della società civile, mai particolarmente attiva a Nardò per la verità, delle categorie e delle professioni e dell'associazionismo (quasi estinto quest'ultimo). E nel disinteresse assoluto di partiti politici ormai asserviti al populismo melloniano e sedotti dalla speranza di intercettare qualche ricaduta dalla miriade di lavori pubblici. L'opposizione poi è ritornata al suo amato letargo preparandosi ad un lungo riposo da interrompere tra 5 anni con qualche listarella d'accatto estemporanea e destinata a qualche altra sonora batosta. Del resto oltre alla difesa dei loro seggi sono incapaci di mobilitare categorie, strati sociali e cittadini intorno a progetti alternativi ai deliri onirici del Mellone o anche a suggerire, con forza, miglioramenti sensati e razionali.
Werther Messapo