Continua l'approccio irrazionale ed illogico alle progettazioni per il piano di Resilienza dell'amministrazione melloniana.
Quei fondi europei vengono utilizzati per progetti che poco hanno a che fare con la transizione ecologica ed energetica che dovrebbe essere l'obiettivo principale di finanziamenti che, ricordiamolo, in buona parte dovranno essere restituiti alla comunità europea.
Dopo la proposta dell'abbattimento della scuola media di via XX Settembre (per far posto ad un parcheggio auto!) adesso viene fuori un progetto per la risistemazione dell'atrio della scuola elementare di Piazza Umberto e della relativa palestra. Cosa ci sia di transizione ecologica ed energetica in queste iniziative qualche testa inutilmente lucida dei collaboratori di Mellone dovrebbe spiegarla ai cittadini che ragionano (pochi in verità).
Se lo spirito dei fondi europei è quello di migliorare le condizioni ecologiche ed energetiche delle strutture pubbliche non sarebbe il caso di ricoprire tutti i tetti degli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici? Non sarebbe necessario sostituire tutti gli impianti di climatizzazione e riscaldamento con impianti a pompa di calore? Non sarebbe opportuno coibentare tutti gli edifici?
Ma forse applicare queste linee di condotta non sono mai state valutate adeguatamente perchè non offrono le ricadute dei grossolani interventi di edilizia; da un decennio esiste il meccanismo del "Conto Termico" che finanzia gli enti pubblici per interventi di ristrutturazione energetica.
Ma la dirigenza melloniana non se ne è mai data per intesa. Quando la caldaia obsoleta del riscaldamento del 1° Nucleo collassò, qualcuno suggerì di considerare l'utilizzo del Conto Termico ma il trust di cervelli che attorniano Mellone non lo prese in considerazione neanche per un istante. E acquistò una caldaia nuovissima ma di concezione superata.
Come superata è la concezione che Mellone&C hanno del PNRR; per loro tutto si sostanzia in cemento, calcestruzzo, ferro, pietrisco. Dicono di rappresentare il futuro ma sono obsoleti ed irrazionali nella progettualità. Sono rimasti all'idea che si gestisce una città come rappresentato nel film di Rosi che per l'appunto aveva titolo “Le mani sulla città” con buona pace delle centinaia di fan facebucchiani.
Ma proprio di innovativo non riescono a partorire nulla che non siano colate di cemento e calcestruzzo; quanto di più arretrato possa esistere. L'amministrazione di Lecce invece, per fare un solo esempio, sta perseguendo un progetto di ristrutturazione performante della gestione dei rifiuti razionalizzandola al punto di tendere ad un sistema di raccolta puntuale avanzato. Avanzato nella direzione di far pagare a ciascun utente l'esatto importo di quanto effettivamente conferito.
Ma stiamo parlando di cose troppo complesse da far capire di chi è succube di orgasmi multipli all'apparire di appalti edili.
Werther Messapo