I dolori del giovane Werther: "...Sull'agiografia dei potenti e altre storie...miscellanea melloniana"

Su qualche sito specializzato in agiografie dei potenti, magari datori di lavoro degli scriba, viene dato grande rilievo ad un seminario sul “lupo” dopo i recenti avvistamenti nel Salento.


A tenere il seminario un naturalista che ha già fornito altre consulenze all'amministrazione Mellone ma che, a suo tempo, era stato aspramente contestato da Mellone. L'allora oppositore di Risi, Mellone per l'appunto, scatenò un putiferio contro il naturalista motore di una famigerata mostra di “uccelli impagliati” che aveva raccolto una messe di altri incarichi dal comune di Nardò mercè un assessore di Risi appassionato di ornitologia.

Ma le cose cambiano e allora quello che era dipinto come un rastrellatore di incarichi (25.000 euro per una consulenza faunistica-venatoria, 10.000 euro per coordinare il Piano-Parco Portoselvaggio -[cfr https://www.portadimare.it/news/politica/8070-consulenze-a-raffica-l-opposizione-insorge]) ora diventa ascoltato consulente per le iniziative di questa amministrazione.
Coerenza? Zero, e passi per l'assessore Giuranna (nato alla politica solo dopo l'elezione del 2016 prima emerito sconosciuto) ma Mellone non si vergogna proprio mai?
Perchè se quel consulente è un esperto valido da tenere in conto allora non è quel disastro che lo stesso Mellone dipingeva 7-8 anni addietro con il concorso di Natalizio e Maccagnano.

Giravolte disinvolte che asfalto, calcestruzzo, cemento e pietrisco offuscano solo agli occhi di coloro che li hanno già chiusi da se stessi ma che denotano il cinismo di chi predicava benissimo da oppositore e razzola malissimo da amministratore; se ci fosse un alter-Mellone di 7 anni addietro a fare da oppositore oggi chissà quante cose interessanti scoprirebbe nelle pieghe del bilancio.
Bilancio sapientemente sottratto, nella sua pubblicazione integrale, alla pubblica opinione da esperte mani e dalle famigerate leggi di riforma degli enti locali che hanno limitato fortemente il controllo democratico su tanti aspetti del governo degli enti territoriali.
Ma gli infortuni non si contano e a guardare bene dai piccoli dettagli si nota la disattenzione alla gestione della città che non sia legata ai lavori pubblici e ai relativi appalti.
Singolare il caso di una manifestazione collaterale alle celebrazioni del Santo Patrono della Città.

Nel programma ufficiale comunicato e diffuso da tutti gli organi di informazione era previsto, alle 17,15 del 20 febbraio, l'esplosione di cento colpi secchi in memoria delle vittime del terremoto del 1743.
Cento colpi di cannone pirotecnico esplosi ad onta della sensibilità delle persone sofferenti, fragili e sensibili, nonché degli animali che hanno udito molto più affinato delle persone. Questo nella città dove si fanno specifiche ordinanze contro i botti natalizi proprio per il disagio che possono arrecare. Ci sono state proteste, non pubbliche ma tramite canali riservati per non danneggiare i manovratori, e la manifestazione è stata convertita in 100 rintocchi dell'orologio civico in Piazza Salandra per intervento,dal tono paternalistico, di qualche assessore.
Ora, trascurando il fatto che i rintocchi potevano benissimo essere emanati dalla più importante campana della Chiesa Cattedrale, è da chiedersi come mai non ci si sia resi conto dell'enormità dei 100 superbotti preventivamente. Questa è la cura con cui si esaminano le pratiche? Perchè non si può rovesciare la responsabilità solo sul comitato organizzatore della festa patronale che pure aveva partorito la singolare idea. Il programma sarà stato sicuramente concordato con l'amministrazione comunale ma sarà stato esaminato con la faciloneria che è segno distintivo di Mellone&C per tutto quanto non sia lavori pubblici. Senza preoccuparsi minimamente dell'incoerenza contraddittoria con l'ordinanza contro i botti natalizi.
Ma forse chi si ritiene quasi monarca aspirava a provare l'effetto delle salve di cannone che salutano i monarchi e i capi di stato. Veramente quelle salve sono 101 ma sine cce face... “cinca non idde mai lu mare quandu lu idiu disse ca era picciccu”.

Werther Messapo

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