Tre milioni e duecentoquarantamila euro in spese folli di telefonia fissa, alla Regione Puglia il primato (Triste) della bolletta più cara d'Italia

"Strani giorni, viviamo strani giorni". E non solo per i venti di guerra che soffiano forte sul vecchio continente. La fiducia nella politica è crollata e si è ridotta ai minimi termini così come quella nei partiti.

Qualcuno ha detto che occorrerebbe governare gli Enti Locali come un buon padre di famiglia. La Regione Puglia ha speso tre milioni e duecentoquarantamila euro nel 2020 in spese di telefonia fissa, in pieno lockdown e dunque con tanti dipendenti in smartworking. O ci sono i fantasmi o è un bel mistero. Ne parla Paola Ancora in un articolo pubblicato quest'oggi sulle pagine del Nuovo Quotidiano di Puglia. L'operosa Lombardia ne spende 160 mila, la Basilicata è la più risparmiosa appena 18 mila euro nello stesso periodo di chiusura totale per la Pandemia. Il dato non fa ridere ma è tragicomico per citare Fantozzi e richiederebbe una pronta e urgente sterzata. Forse dovrebbero pagare gli autori delle telefonate bollenti, forse occorrerebbe un'indagine puntigliosa, perchè le tasse sono ai massimi consentiti e quando paga non paga Emiliano ma Pantalone, cioè i cittadini. Forse in tempi di vacche magre per i cittadini ovviamente sarebbe opportuno che anche i dipendenti e i collaboratori regionali usassero i loro telefonini, avrebbero comunque il conforto di stipendi monstre. In fondo un capo di gabinetto che incassa oltre 120 mila euro l'anno potrebbe anche rinunciare al telefono fisso pagato dai contribuenti, non sarebbe sta gran tragedia. La mancanza di controllo indica che il buon padre di famiglia si è felicemente sbracato. La moltitudine di partecipate e di enti appollaiati sul cocuzzolo della Regione non giova sicuramente ad intraprendere un percorso di razionalizzazione della spesa. In tutto questo l'opposizione cosa fa? ED il PD regionale? Ma in fondo a chi giova?

La vice segretaria dello SNALS Puglia, Maria Rosaria Valentino è intervenuta sulle pagine di questo giornale a difesa della scuola secondaria di primo grado la Dag Hammarskyold, di Nardò su cui pende la decisa demolizione (Per far spazio ad un parcheggio) portando le sue lucide argomentazioni a supporto. Sulla Scuola sono stati investiti di recente circa 350 mila euro. "A parte il danno - ha affermato la sindacalista - qui si tratta di spreco. Di fondi che vengono gestiti senza una visione, a singhiozzo, giusto per incentivare temporaneamente l’economia, senza curarsi del futuro della struttura su cui si sono investire risorse (pagate indirettamente col denaro dei contribuenti…).Nulla viene mai regalato arriva sempre il conto, sotto altre voci, tasse, rincari". La professoressa Valentino ha sollecitato un confronto pubblico. Che è miseramente mancato. E che sicuramente non ci sarà. Eppure il fronte degli adoratori del sindaco di Casapound proprio sulla scuiola è spaccato, in tanti non condividono la scelta. Ma non hanno il coraggio di sostenerla in pubblico. In una città in cui manca il confronto una delle poche voci fuori dal coro. Di Zombie.

Marco Marinaci

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