Ha un senso usare i fondi del PNRR, che bisogna ricordarlo sono per una buona parte da restituire all'Europa, per opere di edilizia pubblica e di lavori pubblici assolutamente improduttivi? La domanda potrebbe sembrare peregrina ma non è così.
Se lo scopo del progetto generale, un Piano Marshall per l'Europa squassata dalla pandemia, è quello di favorire principalmente l'innovazione quale funzione hanno restauri di palazzi in attesa di ristrutturazione da decenni, la costruzione di nuovi edifici, il rifacimento di strade?
Gli obbiettivi dello specifico piano europeo puntano sulla transizione ecologica e sulla resilienza attraverso percorsi altamente innovativi, per raggiungere una razionale efficienza dell'utilizzo delle risorse disponibili. Risorse che dovrebbero essere indirizzate ad uno sviluppo economico e sociale degli stati membri della Comunità Europea.
Possono essere utilizzate queste risorse per iniziative improduttive sul piano dell'incremento dell'occupazione e dello sviluppo imprenditoriale?
Le iniziative estemporanee di tanti enti locali, come Comuni e Province, rischiano di disperdere in mille improduttivi rivoli le dotazioni economiche di questo imponente intervento finanziario facendo perdere il concetto di una massa critica che agisce come una forte leva a favore della crescita europea. Crescita che dovrebbe essere esclusivamente indirizzata alla transizione ecologica e allo sviluppo dell'utilizzo delle tecnologie innovative.
Il dissesto idrogeologico, endemico in Italia e che ogni anno produce danni per svariati miliardi di euro (nel 91% dei comuni italiani ci sono aree a rischio), dovrebbe essere oggetto di un grande intervento a livello nazionale da portare a termine entro tre anni.
Nel Salento leccese l'unico vero grande piano da attuare sarebbe quello di strutturare la rete ferroviaria locale come una vera e propria metropolitana di superficie; con un intervento integrato che preveda l'elettrificazione dell'intera rete, l'eliminazione di tutti gli attraversi stradali, la costruzione di zone di raddoppio dei binari per favorire aree di incrocio in sicurezza dei convogli che viaggiano in direzione opposta. Una volta sistemate le infrastrutture fisse prevedere un piano razionale ed efficiente di movimentazione del materiale rotabile con conseguente velocizzazione dei tempi di percorrenza e con l'istituzione di nuove e razionali linee di comunicazione.
In questo modo si potrebbe ridurre drasticamente il consumo di carburanti fossili, e relativo inquinamento, e l'usura dei mezzi privati; indirettamente si potrebbe sgravare il capoluogo di provincia, Lecce, del peso delle decine di migliaia di auto che ogni giorno vi giungono dal territorio provinciale. Riducendo anche l'inquinamento acustico e la produzione di polveri ed emissioni nocive. Si ridurrebbe anche il caos generato dai giri ripetuti prodotti dalla ossessionante ricerca di parcheggi.
Sarebbe anche un elemento incentivante per un turismo che prescinde dal possesso di un'automobile e, adottando anche un logico collegamento con l'aeroporto di Brindisi, un progresso molto interessante per chi arriva, e riparte, dal Salento con l'aereo.
Invece assistiamo alle dichiarazioni di un assessore regionale che assegna a questi particolari fondi europei il compito di restaurare “casali, masserie, conventi e chiese”.
Con quali ricadute economiche produttive? Con quali vantaggi per l'occupazione?
Certe affermazioni rivelano come sia ristretto il concetto di innovazione, come sia slegato da qualunque piano organico di rilancio occupazionale, da ogni processo di semplificazione della farraginosa burocrazia. Indicano, invece come sia intenzione di tuffarsi nella pletora di procedimenti per l'assegnazione di incarichi professionali e nella selva di procedure per l'aggiudicazione di appalti.
Quindi questa linfa di fondi straordinari europei corrono il rischio di essere sprecati con una mentalità vecchia e superata priva di quello spirito dinamico ed efficiente proprio di metodi avanzati ed aggiornati alle linee di gestione moderne.
Finirà che in Italia i fondi del PNRR serviranno solo a consolidare i metodi arretrati di gestione degli enti pubblici che continueranno ad arrecare solo danni alla popolazione e in particolare alla frazione giovane. I giovani si vedranno ingabbiati in dinamiche involute e improduttive volte al conseguimento di consenso elettorale piuttosto che allo sviluppo socio economico del territorio; quindi verrà incentivato il bisogno di trasferirsi altrove per raggiungere aree economicamente e tecnologicamente più innovative e dinamiche con prospettive socio economiche molto maggiori.
Scenario che determinerà un ulteriore impoverimento del territorio privandolo delle intelligenze e delle capacità migliori che sono quelle più inclini ad accettare la sfida di trasferirsi in nuovi ambiti. Perchè, contrariamente al fenomeno dell'emigrazione dell'immediato dopoguerra, oggi sono coloro che posseggono un'istruzione avanzata nonché una buona conoscenza delle lingue straniere ad emigrare più facilmente.
Per l'insipienza della classe politica il divario tra il mezzogiorno e il resto d'Italia continuerà e crescere in senso negativo per il Sud. Lasciando spazio ad immigrazioni da aree a bassissimo contenuto tecnologico ed intellettivo.
Werther Messapo