Ieri, nel giorno della Festa della Repubblica appariva indispensabile una breve riflessione: il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero fra monarchia e repubblica. Per questa ragione, in questo giorno fausto, ricorre la festa della Repubblica. Nel 76esimo anniversario del referendum torna, come da tradizione, la un po' “Pomposa” parata militare e anche un'apertura, seppure parziale, del Quirinale.
La monarchia rappresentava la catastrofe di un uomo solo al comando, con tutte le aberrazioni del caso, la Repubblica ci ha regalato la sospirata democrazia, che storture e distorsioni a parte, non può non essere considerata comunque una straordinaria conquista.
In un giorno così lieto il pensiero non può sottrarsi rispetto alla rilevanza di notizie locali, con quella riguardante “La sottoscrizione dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, già alla fine del marzo scorso, da parte del pubblico ministero Alberto Santacatterina, con cui la procura di Lecce ha concluso la prima fase degli accertamenti dell’inchiesta che vede indagato il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, nell’ambito della vicenda delle presunte “firme false” autenticate per la presentazione delle liste per le elezioni del 2016”.
Si tratta dell’inchiesta che ha preso le mosse, oltre un anno fa, “in seguito all’esposto-denuncia presentato da quattro candidati al consiglio comunale della legislatura precedente a quest’ultima (Paolo Arturo Maccagnano, Carlo Pranzo, Stefania Raganato e Giuseppe Zacà ) sulla dichiarazione di accettazione della candidatura erano state apposte delle firme, poi autenticate, non autografe, quindi che non sarebbero state sottoscritte dai diretti interessati”.
In tutta questa vicenda, che verrà appurata dalla giustizia, mi ha colpito il misterioso furto di documenti elettorali, dagli uffici comunali (Sottrazione per altro che sarebbe avvenuta senza alcuna effrazione ed operata da qualche malintenzionato di cui ignoriamo, ad oggi, le generalità) e la sparizione, (Questa curiosa e singolare e neppure paragonabile) ad opera sicuramente di qualche buontempone, delle locandine che nelle edicole pubblicizzavano la notizia sulla vicenda firme false diffusa da Nuovo Quotidiano di Puglia.
Nel diritto e nella procedura penale, la presunzione di non colpevolezza è il principio secondo cui un imputato è innocente fino a prova contraria. In particolare, l'art. 27, co. 2, della Costituzione afferma che “l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Il nostro è un sistema garantista.
Auguriamoci, considerata la gravità della vicenda, che si faccia piena luce sull’accaduto. E che si lo si faccia in tempi ragionevoli. Questo perché, sarà un luogo comune, ma “Non c’è peggior ingiustizia della giustizia tardiva”.