L'approfondimento del biologo Giampiero Dantoni, "Il mito dello scarico zero, i reflui e la realtà di un quadro desolante"

Porto Cesareo si aggiunge al folto numero di Comuni leccesi che scaricano i reflui a Nardò. Quindi viene spontanea la domanda: perché nessuno ha impedito questo colossale inquinamento ambientale ai danni del territorio e delle falde acquifere locali?

Perchè nostri consiglieri comunali si agitano solo per Porto Cesareo che scaricherà a breve nelle acque di Torre Inserraglio assieme al depuratore di Nardò? Non possono non sapere, se ne parla da tanto. Oltre a numerosi articoli a cura dello scrivente, anche Ernesto Abaterusso (del partito Art.1-Mdp/Leu) il 22 maggio 2018 presentò una mozione sull'inquinamento del Torrente Asso al Consiglio Regionle della Puglia. Non meglio dello schieramento di sinistra hanno fatto quelli della parte opposta. Tutto il blocco dei politici di Nardò sottovaluta la gravità o fa finta che il fenomeno non sia grave, come pure la cittadinanza. Il quadro della situazione è desolante se si pensa che perfino la denuncia alla Procura di Lecce del maggio 2016, che lo scrivente si prese la briga impunemente di depositare ai Carabinieri, non ha prodotto risultati. A parte il sostegno pratico dalle associazioni ambientaliste, si aveva la sensazione quasi di infastidire la comunità dei governanti e politici, con rare eccezioni. Tanto per avere un'idea, un assessore all'ambiente dell'epoca aveva la fantsiosa opinione che i reflui dell'Asso non finivano in falda, ma giungevano alle sorgenti costiere senza mescolarsi con le acque sotterranee. Se non mi fossi documentato da solo, l'impressione proveniente dai colloqui con la classe politica e con taluni ambientalisti di spicco era di assoluta normalità e regolarità. Ovviamente la cosa puzzava assai. In tutti i sensi. Espongo succintamente cosa scoprì da quando iniziai a indagare nell'anno 2015.  

I Comuni che scaricano i propri reflui fognari a Nardò sono: Copertino, Veglie, Leverano, Galatone, Seclì, Aradeo, Maglie, Bagnolo, Botrugno, Cannole, Castrignano de’ Greci, Cutrofiano, Corigliano, Cursi, Giuggianello, Melpignano, Muro Leccese, Nociglia, Palmariggi, San Cassiano, Sanarica, Scorrano, Sogliano Cavour, Surano, Neviano.

Le fogne dei comuni suddetti vengono conferite a 5 depuratori lontatani da Nardò, le cui acque reflue vengono rilasciate all'interno del Torrente Asso lungo il suo percorso tortuoso., che termina la sua corsa in agro di Nardò nelle vore carsiche di Parlatano (Colucce), Manieri 1 e 2, e Olivari.

Tali reflui non si sa esattamente che livello di depurazione subiscano. Di fatto sono fortemente inquinanti (dati disponibili) e, attraverso questi inghiottitoi naturali formati dal noto fenomeno naturale “carsico”, vanno poi a finire nelle falde acquifere.

Le leggi nazionali non consentono lo scarico dei reflui fognari di qualsiasi livello di depurazione, sia “nel sottosuolo che nelle acque sotterranee”. Il Dlgs. 2 aprile 2006, n. 152. “Norme in materia ambientale”, all'art.104, “scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee”, vieta categoricamente lo scarico dei reflui, escludendone qualsiasi deroga.

La Regione Puglia non risulta da nessuna parte abbia chiesto e ottenuto deroga. Con delibera di giunta n.23 del 1° febbraio 2006 (tre mesi prima del decreto nazionale), 23 ha autorizzato l'Ente AQP, gestore dei 5 depuratori fognari suddetti, allo scarico dei reflui fognari in torrente Asso. Infine nel 2022 ha autorizzato il depuratore di Aradeo a scaricare nel torrente Raschione, affluente dell'Asso.

Leggendo con attenzione le varie leggi, decreti, piani di tutela delle acque della Regione Puglia, il torrente Asso è dichiarato come “recapito finale” dei reflui, lasciando capire che evaporassero o drenassero nel sottosuolo al 100% lungo il percorso, senza giungere alle vore, ma così non è, come documentato.

Poco prima dell'anno 2000 fu scavato un canale che avrebbe consentito la deviazione dei reflui e delle acque piovane verso il mare, ciò anche per risolvere il problema degli allagamenti per esondazione dell'Asso in occasione di piogge intense. Questo canale sfocia dopo la località marina del Frascone, poco prima di Sant'Isidoro e parte da una delle 2 paratie mobili nel canale, all'altezza dell'imbocco della strada per Leverano. Purtroppo questa funzione non può aver luogo, le acque non riescono a superare la pendenza contraria e tornano indietro in direzione del Torrente Asso.

Ad oggi il problema dell'inquinamento ambientale del territorio di Nardò risulta irrisolto. Così come l'attribuzione delle responsabilità civili e penali di quello che appare come crimine ambientale. Se qualcuno, privatamente e istituzionalmente volesse accedere ai dati in nostro possesso, può chiederlo al direttore di questo magazine.

Sul tema della depurazione vi è poi un altro falso mito da sfatare: il cosiddetto “scarico zero” unitamente al cosiddetto “ripascimento delle falde tramite i reflui affinati”. Leggerete a breve.

(*)

Salvo cambiamenti intervenuti negli anni recenti.

Gianpiero Dantoni

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