Quasi due milioni di euro per un progetto cha pare ignorare ancora una volta le istanze del territorio. Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione

Grazie alle risorse del nuovo Piano nazionale degli asili nido, finanziato con le risorse del Pnrr, Nardò avrà molto presto un nuovo asilo nido per bambini da 0 a 2 anni. Ad annunciare urbi, ma soprattutto “Orbi” il finanziamento fantasmagorico di ben 1 milione 728 mila euro lo stesso primo cittadino.

La stessa persona che aveva promesso, qualche tempo fa, che i bambini sarebbero nati di nuovo a Nardò, con un punto nascite da realizzare da privati nell’ex gerontocomio. Sappiano tutti come è andata a finire. Come gli idrovolanti che avrebbero dovuto collegare Nardò a Corfù, ammarando nello specchio d’acqua antistante il "Giardino della memoria". Degli idrovolanti e del punto nascite, naturalmente, nemmeno l’ombra. Nonostante le immani risorse spese. Il sindaco aveva promesso di realizzare alloggi per anziani, ma ha cambiato per l'ennesima volta idea. E adesso il terreno liberato dall’edificio demolito verrà utilizzato per realizzare la nuova sede del commissariato di pubblica sicurezza.  

Il nuovo asilo nido in arrivo si aggiungerebbe “A quello di via Marinai d’Italia, che aprirà nel prossimo autunno, e a quello di via Mozart, sul quale sono in corso lavori di riqualificazione”. Ebbene. La provincia di Lecce di cui Nardò rappresenta il comune più popoloso ha il “Tasso di fecondità più basso tra le provincie pugliesi”, “Un misero (1,15) quasi ex aequo con Brindisi (1,14), mentre la palma dei più prolifici tocca alla Bat (1,29) seguita da Foggia (1,24), Bari (1,22), Taranto (1,17)”.

Ne parla diffusamente Maddalena Mongiò in un articolo pubblicato qualche tempo fa dalla Gazzetta del Mezzogiorno. “Se a questo si aggiunge che la forbice nati-morti pende maggiormente verso la mortalità è evidente che la situazione demografica mostra un quadro socialmente preoccupante. Il Sud ha da tempo perso lo scettro del maggior tasso di fecondità che ormai è detenuto dal Nord e in particolare dal Trentino Alto Adige che primeggia con il tasso più alto d’Italia (1,51). In più, sempre il Trentino è ancora la regione con la speranza di vita più alta sia tra gli uomini, sia tra le donne”.

Naturalmente sul fronte delle nascite le stime sono ovviamente al ribasso. “Nel recente aggiornamento Istat delle Statistiche sperimentali relative alla demografia nei comuni mostra una previsione, da qui al 2031, certo non rosea per il Salento. Se 10 anni fa le nascite erano 6.276, già in netto calo rispetto al 1999 (anno di partenza del report Istat) quando erano 7.478, nel 2021 sono state 4.821 con una stima al 2031 di 4.569 nuovi nati. Il confronto con le morti è impietoso: nel 2031 morirà più del doppio (9.146) dei nati. Una tendenza nazionale, ma qui al Sud e nel Salento nello specifico assai marcata. Una tendenza che pone la politica dinnanzi a sfide molto complesse in quanto l’invecchiamento della popolazione alza la domanda di salute e svuota gli istituti scolastici”.

E qui sta il punto: con una popolazione che invecchia, si investono risorse eccezionali in asili destinati a svuotarsi mentre sul territorio del comune più popoloso dopo il capoluogo non vi è traccia di RSA. La popolazione anziana che necessita di assistenza è costretta a viaggi della speranza in altri comuni. Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), anche queste iscritte nel libro dei sogni delle promesse elettorali non mantenute, collegate al recupero dell’ex gerontocomio, sono strutture residenziali destinate ad accogliere persone anziane non autosufficienti, alle quali garantiscono interventi destinati a migliorarne i livelli di autonomia, a promuoverne il benessere, a prevenire e curare le malattie croniche.

La scelta degli esponenti politici di allora di realizzare un gerontocomio è stata una scelta illuminata. Quella di demolirlo un pò meno. Visto che "Il Politecnico di Bari, pochi giorni dopo l’annuncio della demolizione da parte del sindaco di Nardò organizzava il convegno “Il patrimonio culturale pugliese” dove il professor Lorenzo Pietropaolo nel patrimonio culturale a rischio inseriva proprio il gerontocomio di Nardò. In quanto opera di opera dell’architetto Raffaele Panella, «uno dei protagonisti del dibattito della cultura architettonica e urbanistica in Italia». Nonché, come si legge sempre nell’articolo, «opera citata in decine di libri e ricerche».

Un disastro annunciato. Adesso si punta sull'asilo da due milioni di euro nella provincia col tasso di fecondità più basso e con le stime al ribasso. La popolazione anziana? Eppure proprio il PNRR pone al centro il benessere della persona. La cura “Dei suoi bisogni non solo sanitari, ma anche psicologici, culturali, sociali”. Inoltre la responsabilità etica imporrebbe scelte che tengano conto della logica, della realtà e della centralità della persona e non soltanto del profitto e di altri interessi economici. “Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione… Oggi – scrive Arminio – essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza”.

M.M.

0
0
0
s2sdefault

ADV

salento magazine

I più letti