Suona la grancassa propagandistica dell'amministrazione melloniana di Nardò per il secondo posto nazionale conseguito nell'attribuzione delle 5Vele attribuite
da Legambiente con il Touring Club. Un risultato strabiliante che induce, però, chi conosce bene la situazione sul territorio a dubitare della scientificità del metodo valutativo adottato dalla costola ambientale della Lega delle Cooperative. Secondo Legambiente i criteri di valutazione vertono sui seguenti indicatori che valutano le seguenti caratteristiche: Uso del suolo, degrado del paesaggio, biodiversità, attività turistiche; Stato delle aree costiere; Mobilità; Acqua e depurazione; Energia; Rifiuti; Iniziative per la sostenibilità; Sicurezza alimentare e produzioni tipiche di qualità; Mare, spiagge e oltre; Struttura sociale e sanitaria.
Partendo dal consumo del suolo, Nardò supera abbondantemente le quantità e le medie nazionali; nel 2022 (ultimo dato disponibile) l'ISPRA quantifica l'incremento di consumo del suolo nel 10,77% rispetto all'anno precedente (dato nazionale 7,14%) con un consumo procapite di 668 metri quadrati
rispetto alla media nazionale di 364 mq sempre pro-capite.
Come tutela delle biodiversità non esistono progetti specifici incrementali rispetto all'anno precedente. Continua la ridottissima incidenza percentuale di servizi igienici pubblici che vedono un solo bagno pubblico (a Santa Maria al Bagno) lungo i 24 chilometri di costa neritina con l'aggravante che l'intero abitato di Santa Caterina è privo di servizio fognario pubblico e che non sono mai state attivate indagini sulla tenuta stagna delle fosse biologiche a corredo delle abitazioni sia di residenti che di villeggianti. Ma si è preferito investire in una gigantesca pista ciclabile mai utilizzata per le condizioni climatiche che rendono difficoltoso l'uso delle biciclette.
L'inquinamento luminoso non prevede illuminazione pubblica studiata per rispettare l'ambiente ed è peggiorata dal diluvio di insegne commerciali e di fari autogestiti per illuminare le manifestazioni della movida; altro punto dolente è l'inquinamento acustico che si protrae fino all'alba ed ha recentemente visto la forte protesta di un centinaio di residenti nel centro di Santa Caterina stufi del clamore scatenato dalla musica ed altri suoni diffusi da potenti amplificatori.
Per quanto riguarda la mobilità non esiste un servizio pubblico di trasporto efficace che possa alleviare il caos generato nelle ore di punta dalla ricerca esasperata di parcheggi problematica rimasta invariata nonostante il palliativo minimo del recupero di un parcheggio a Santa Maria e di un sistema di censimento automatico degli stalli disponibili sulla litoranea; problema molto sentito anche a sant'Isidoro soffocato da un traffico proveniente anche dall'entroterra di Copertino e Leverano cui non ha minimamente giovato un superficiale restailing della litoranea.
Per quanto riguarda la qualità del mare rimane insoluto il problema dello scarico a mare del depuratore di Nardò che, da tempo immemore, impone un divieto di balneazione per la lunghezza di un chilometro; si tratta del fallimento più clamoroso del sindaco Mellone che, arrivato ad amministrare proprio per eliminare quello scarico a mare, ha riposto nel dimenticatoio la questione. Per fortuna la situazione non si è aggravata col collettamento allo stesso scarico del depuratore di Porto Cesareo per essere quest'ultimo di nuovissima generazione e di conseguente buona efficacia.
A tutto ciò si aggiunga la scarsissima attenzione al bosco di pini a Porto Selvaggio giunto ad uno stadio maturo che richiederebbe incisivi interventi a tutela di quel patrimonio arboreo. Sarebbe curioso, a fronte di questa situazione, riuscire a capire dove gli esperti di Legambiente hanno visto miglioramenti tali sul territorio di Nardò tali da promuoverlo a livelli altissimi. Sarebbe interessante se gli stessi esperti indicassero dettagliatamente e con dati effettivi i miglioramenti rispetto agli anni precedenti altrimenti verrebbe il sospetto che le valutazioni non siano poi così tanto oggettive ma risentano di soggettività infondate.
Werther Messapo