Il delirio di onnipotenza del sindaco di Nardò, Mellone, è arrivato al suo culmine. Per celebrare il compimento dei suoi 40 anni occupa l'intera Piazza Salandra offrendo consumazioni di ogni tipo a chiunque voglia partecipare;
a modo di marchese del Grillo "De noantri" paga bisboccia ai cittadini che vogliono assumere il ruolo della plebe romana quando si celebravano i trionfi dei condottieri che tornavano da vittoriose camapagne militari.
Ma il nostro non ha proprio nessun trionfo da celebrare, piuttosto ha caricato i cittadini di mutui faraonici per opere di cui nessuno sentiva la necessità come il mostruoso lungomare (che comunque già cade a pezzi) che ha complicato di molto la fruizione della riviera tra Santa Maria e Santa Caterina. E non ha neanche dimenticato Sant'Isidoro, come insinuano i maligni, dato che a muraglioni terminati ci sarà da divertisi anche lì.
Tonnellate e tonnellate di cemento e asfalto sono il suo segno distintivo, oltre alla smodata passione per affidare incarici professionali e gestire gare d'appalto, attività totalmente ininfluenti rispetto allo sviluppo economico della comunità cittadina come è facile verificare leggendo le statistiche Istat e i dati della Camera di Commercio provinciale.
Nonostante questi fallimenti che stanno cominciando ad emergere inesorabilmente, si comporta come i signorotti di un tempo che, alla loro epoca, festeggiavano con buffet aperto per sette giorni la nascita dei primogeniti maschi; con la sbruffoneria e la tracotanza degli zerbinotti arricchiti indice una serata di festa occupando il suolo pubblico (Ma la tassa sull'occupazione di supeficie pubblica la paga oppure si autoassolve facento il controllato che si controlla da sé medesimo?)
Perfettamente in linea con la sua concezione di (sotto)spettacolo e (sub) cultura dà la stura alla peggiore grossolanità volgare possibile nello stile che è la cifra, più che mediocre, degli eventi che ha promosso e sponsorizzato negli ultimi otto anni.
Un proverbio neritino si attaglia perfettamente al novello marchese del grillo “Cinca no bedde mai lu mare quando lu edde disse ca era picciccu” e quindi via libera alla pacchianeria di chi, avendo dominato la città da dittatorello, si comporta come un tempo i poveracci che avendo vinto un modesto ambo al lotto facevano il giro della cantine, all'epoca numerose, e la “spindianu” a tutti quelli che incontravano finendo miseramente a debito per togliersi lo sfizio.
Qui in debito rimangono i neritini come sta cominciando a predicare il suo ex sodale di mille artifici contabili che ora si gonfia ambizioni (anche fuori territori comunali) e vuole diventare, anche lui, prossimo monarca assoluto di qualche libero comune delle banane.
Ma il neo quarantenne è un marchese del grillo redivivo “Lui è lui e gli altri non sono un caxxo” perchè questa è la considerazione che riserva a tutti coloro che si sono assoggettati a fare da piedistallo al suo smisurato egoismo.
Werther Messapo