“Un allegro e scanzonato compagno di avventure”, afferma in un laconico comunicato istituzionale il sindaco Mellone per ricordare Antonio Vaglio: termini, a mio avviso decisamente inadeguati e irriguardosi. Se il sindaco Vaglio ha retto questa Città per ben 14 anni, non è certamente il frutto di un caso.
L’amore e l’affetto dei suoi concittadini era trasversale e ben al di là delle pur divergenti appartenenze politiche. Il suo tono amichevole, il suo sorriso rassicurante, la sua grande umanità e la capacità, fuori dal comune, di far sentire unico, rispettato, il suo interlocutore, lo hanno fatto apprezzare e gli hanno garantito un percorso politico straordinario. Non si è mai approfittato del suo ruolo, non ha mai denigrato i suoi avversari politici. Vaglio era un decisionista, ascoltava tutti con attenzione, ma l’ultima parola era la sua, quella del Primo Cittadino.
l'ex sindaco si è rivelato un convinto sostenitore della salvaguardia del territorio e dell’ambiente. “Ne sono convinto – ebbe a dire – la vera politica è quella che realizza grandi riforme e si propone grandi obiettivi. Spesso ho parlato delle cose fatte, dimenticando di dire cosa non è stato fatto. Non abbiamo ferito il territorio in nessun modo semmai lo abbiamo difeso, a tutti i costi. Perché il territorio va rispettato, e non è merce da sottoporre a manovre speculative, e questa amministrazione, ce ne daranno atto, ha prodotto una straordinaria mole di attività portate a termine nel rispetto dell’ambiente”. Non ultima la chiusura definitiva della discarica di Castellino.
Quando si trattò di avviare la complessa procedura del percorso denominato Nardò Città dell’Accoglienza, successivamente al riconoscimento della medaglia d’oro al merito civile, il gemellaggio venne curato dall’assessore Avv. Fernando Bianco il quale evidenziò che “Questo rapporto di amicizia e legame profondo col popolo israeliano avrebbe potuto rappresentare non solo una storia comune di solidarietà ma anche un’occasione di crescita in grado di assicurare sviluppo economico e culturale al territorio”. Il sindaco decise di affidare i lavori di progettazione del Museo della Memoria all’architetto Luca Zevi (Autore di prestigiose opere architettoniche) e non certo ad un amico suo…A conferma della correttezza, della trasparenza e della lungimiranza e dell’importanza strategica del progetto.
Il sindaco è anche la prima autorità sanitaria. Vaglio sentiva il peso della responsabilità. Al San Giuseppe Sambiasi vennero riattivate le unità complesse di Ginecologia, Ostetricia e Pediatria. Un risultato straordinario, e impensabile al giorno d'oggi, che i bambini potessero nascere a Nardò non era solo una forma di vuota propaganda era realtà. Si recuperava in sanità quanto era stato sottratto alla città più grande e popolosa della provincia subito dopo il capoluogo. Il quadro oggi è desolante.
Quando venne riaperto il Teatro Comunale dopo anni di abbandono e incuria, venne organizzato uno spettacolo straordinario con la supervisione del pianista di fama internazionale Francesco Libetta, che vide la partecipazione di Carla Fracci e di Franco Battiato che addirittura rinunciò al suo cachet e partecipò ad un evento unico, indimenticabile. Il sindaco era preoccupato e determinato affinchè per quell’occasione vi fosse il massimo coinvolgimento della cittadinanza e non certo la passarella di un'elitès. Oggi, in quel teatro, un prezioso gioiello architettonico che risale agli inizi del secolo si è passati dal grande teatro e dai grandi eventi al karaoke. E’ una questione di buon gusto, è una questione di stile.
E’ scomparso precocemente e, al fine di testimoniare il cordoglio di una comunità per un evento luttuoso di particolare rilevanza, sarebbe stato opportuno, a mio avviso, deliberare il lutto cittadino che, ordinariamente, prevede in segno di rispetto e cordoglio, l’esposizione a mezz’asta delle bandiere, comprese quelle della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea.
So che in seno all’assemblea ci sono consiglieri di maggioranza che non la pensano come me, ma sono convinto che, per lo svolgimento di un mandato politico, occorra dotarsi non solo di una solida ed appropriata cultura di base, ma anche di una indispensabile sensibilità ed accortezza. Se ad un segretario politico del passato, ad esempio, si dedica addirittura un parco cittadino, e se la toponomastica, a volte, si piega inevitabilmente a qualche singolare o comprensibile forzatura, (Personaggi a volte sconosciuti o che non hanno particolarmente brillato) un sindaco, come Antonio Vaglio, avrebbe dovuto, senza ombra di dubbio. certamente meritato di essere ricordato in altro modo e con differentì modalità.
E' mio convincimento che a tutto può esserci un rimedio, e che si possa onorare in maniera congrua e dignitosa chi si è speso con passione e dedizione al servizio della sua Città. Altrochè allegre e scanzonate avventure!!!
Marco Marinaci