I dolori del giovane Werther: "Nel mirino della Corte dei Conti anche la disinvolta pratica delle assunzioni con agenzie interinali e con contratti temporanei"

Con la durissima critica della sezione Pugliese di Controllo della Corte dei Conti ai bilanci del Comune di Nardò arrivano al pettine i nodi che avvolgono la gestione disinvolta, facilona e approssimata dei conti pubblici neritini da parte di Mellone e dei suoi comprimari (veramente sono comparse figuranti).

 

Dall'ufficio barese della Corte dei Conti giunge un giudizio sprezzante e drastico sulla gestione del denaro pubblico negli anni che vanno dal 2019 al 2023; accuse durissime di ignorare norme e scadenze e di mancate adeguate costituzioni di riserve, prescrite dalle leggi, a garanzia di rischi contabili e finanziari.

In realtà, ad osservatori attenti ma non tecnici dei bilanci, è sempre venuto il dubbio che negli ultimi decenni, anche prima di Mellone, qualcosa non quadrasse;  la valutazione dell'immobile da destinarsi a gerentocomio nel patrimonio immobiliare del Municipio aveva sempre suscitato dubbi pesanti. Si poteva ritenere che la valutazione immobiliare fosse non corrispondente a realtà e fosse piuttosto funzionale a sostenere un bilancio traballante sull'orlo continuo di un dissesto; dubbio aumentato quando, dalla sera alla mattina, il valore del Gerontocomio fu svalutato a valori sottozero con l'aggravio della spesa necessaria ad abbatterlo lievitata alla mostruosa cifra di settecentocinquantamila euro (quasi un miliardo e mezzo delle vecchie lire solo per demolirlo).

Ma nel mirino della durissima censura della corte dei Conti non è il gerontocomio ma il disordine diffuso nei documenti contabili indice di un pressapochismo di chi si ritiene al di sopra di tutto e di tutti in virtù di un delirio di onnipotenza conseguente ad una eccessiva malriposta fiducia degli elettori di Nardò. Ed anche la disinvolta pratica delle assunzioni con agenzie interinali e con contratti temporanei, anche se non venuta a galla completamente, è un settore in cui è stato acceso un potente faro.

E' chiaro che i seguaci disattenti e disinformati di Mellone non riusciranno a vedere oltre il proprio naso (come del resto accade alla maggioranza degli italiani in campo economico-finanziario) ma chi legge con un minimo di attenzione i rendiconti di quanto accaduto sa bene a chi imputare queste situazioni; basta vedere chi ricopriva le caselle di sindaco, assessore al ramo e di dirigente del settore economico-finanziario in quegli anni. 
Appena si apriranno le danze elettorali questi disastrosi risultati saranno ben rinfacciati a coloro che ne furono anche gli autori principali dell'inserimento di un dirigente in quel settore che ha già procurato danni sostanziosi solo con la sua assunzione. Ed è inutile che i diretti interessati si dolgano della memoria dei fatti, mica sono passati secoli, ed ognuno si porta appresso tutto quello che ha fatto e non può tentare di rifarsi una verginità per proporsi come soluzioni di problemi che ha fortemente contribuito a creare.

Il fatto è che se arriveranno sanzioni al Comune saranno i cittadini di Nardò a pagarne le conseguenze e non i componenti del triumvirato responsabile, magari con i loro patrimoni personali, sui quali dovrebbe gravare per tutto il resto della vita il peso delle responsabilità, solo se si applicasse quello che succede ai contribuenti sanzionati dal fisco.

Werther Messapo

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