“Non c'è stata nessuna presa della Bastiglia, niente di paragonabile all'incendio del Reichstag, e l'incrociatore Aurora non ha ancora sparato un solo colpo di cannone. Eppure di fatto l'assalto è avvenuto, ed è stato coronato dal successo: i mediocri hanno preso il potere”. A teorizzare oltre le più ottimistiche attese un disastro annunciato un libro sorprendente: la mediocrazia di Alain Deneault.
Il potere a capetti senza visione. Eppure, fa sapere il filosofo, abbiamo davanti problemi troppo gravi: il riscaldamento climatico, l’inquinamento atmosferico, il crollo delle istituzioni pubbliche. “Ci sono tante e tali minacce che non possiamo accontentarci di affidare il potere a capetti senza visione e senza convinzioni”. Così questo libro annuncia la presa del potere dei mediocri e l'instaurazione globale del loro regime, la mediocrazia, in ogni ambito della vita umana. La trattazione che ne segue è una sorta di genealogia di questo evento che, tocca i settori più svariati - dalla politica (affidata ormai al «centrismo» dei mediocri) all'economia, al sistema dell'educazione, alla stessa vita sociale.
Anche l’informazione paga dazio. I social spesso “inventano del tutto le informazioni, disseminano contenuti ingannevoli e distorcono in maniera esagerata le notizie vere”. Gli altri media vivacchiano perdendo identità. Ma cosa è cambiato rispetto al passato? Internet. Gli ingredienti sono semplici e il risultato, se ben confezionato, è immediato. Solitamente le fake news cavalcano l’onda del populismo elaborando i fatti di cronaca più recenti e creando titoli sensazionalistici per portare l’utente al click. Vogliamo cenare fuori? Ci affidiamo con fiducia a siti che costruiscono valutazioni sul passa parola e non certo sulla scorta di una valutazione fornita da esperti da chi conosce la tecnica. Spesso le sorprese sono negative.
Anche la politica si allontana dalla verità. Un edificio che vale oltre due milioni di euro e mai completato a proposito di fake diventa ecomostro, la verità è un’altra: un pò come il termo valorizzatore si chiama così ma è solo un inceneritore, dunque non è detto che riscaldi e valorizzi. Forse inquina. Il vecchio è incompiuto comune potrebbe essere parzialmente recuperato e invece si spendono oltre 200 mila euro di risorse pubbliche, in un tempo non certo di vacche grasse, perché il suo costoso abbattimento è il maestoso risultato propagandistico con cui si abbatte un simbolo. Quello della politica vecchia, stantia. Da rottamare. E invece è una sciocchezza colossale. Come la cementificazione di un uliveto monumentale.
Informare è un dovere. Raccontare il coraggio contadino di chi difende il territorio ribellandosi al gasdotto e alle trivelle e lo fa a ragione. La Tap non è ben accolta perché non rappresenta una risorsa rinnovabile. E quindi non ha alcun senso. Così come trivellare un fondale alla ricerca di combustibili fossili. Vogliamo invece raccontare il Salento buono, quello che produce, crea, realizza mette in circolo energia ed economie preziose. E’ questa la nostra mission. Insieme agli aspetti deteriori e alla politica brutta, c’è un territorio che diventa buen retiro per tanti stranieri che lo scelgono eleggendolo a piccola patria proprio in virtù della sua autenticità. Il Salento è ancora vero, genuino, ricco di varia umanità che è cre-attiva, tribola, lavora senza piangersi addosso, e realizza i suoi sogni. Con un denominatore comune: la passione.