Un'ambulanza in più per mettere una pezza alla disattivazione del Punto di primo soccorso. Servizi essenziali che graveranno sui cittadini. Le polemiche sulla sanità e la disattivazione del pronto soccorso o di quel che ne resta dopo la riconversione in poliambulatorio del San Giuseppe Sambiasi smuovono il sindaco di tutti.
Che in un post sulla sua pagina Facebook annuncia tronfio “Sanità. Forniremo a nostre spese e in accordo con Croce Rossa Italiana un'ambulanza in più al servizio dei neretini. Siamo il primo Comune in Puglia a farlo. Nel frattempo abbiamo diritto alla deroga sino a settembre sui servizi sanitari aggiuntivi, come accade per altre città turistiche come Vieste e Polignano”.
Già. Il primo Ente che decide di far pagare ai cittadini servizi indispensabili che dovrebbero essere garantiti dal sistema sanitario regionale e non certo da chi già paga le tasse per ottenere strutture poco dignitose o addirittura insufficienti. Il sindaco che è finito nell’occhio del ciclone dopo la decisione da Bari di depauperare il territorio della Città più rilevante per numero di abitanti della provincia dopo il capoluogo, corre ai ripari ed in che modo?
Investe i soldi della comunità per garantire, ovviamente a spese della collettività, un’altra ambulanza. In servizio per 12 ore. E’ la soluzione della politica ultrarapida al drammatico impoverimento dei servizi sanitari. Ma il primo cittadino scrolla le spalle e tira dritto “Insomma, seguiamo con attenzione quello che accade a Bari, ma non aspettiamo passivamente. Noi difendiamo con il coltello tra i denti, centimetro per centimetro, il diritto alla salute dei nostri concittadini”.
Insomma il sindaco di tutti, come ama definirsi, dice che le colpe sono sempre altrove. “Altri, per anni, lo hanno barattato (allude al nosocomio n.d.r.) vergognosamente per le carriere di mogli e amici. Noi facciamo atti e passi concreti, altri hanno fatto chiudere l'ospedale. Non solo, oggi si prendono i meriti se apre senologia, perché “era scritto nel protocollo di Risi”, e scaricano su Mellone se chiude il punto di primo intervento, ugualmente previsto da quello sciagurato protocollo”.
Al sindaco le polemiche non scendono e lui rilancia: “Un po’ di pudore sarebbe utile, anche se non servirebbe comunque per uscire dal dimenticatoio della storia in cui la città li ha destinati per sempre”.
Sulla vicenda si esprime Moira Epifani responsabile dell’associazione dei consumatori di Nardò. Epifani afferma che “Si è passati dall'accusare gli avversari su l'ospedale San Giuseppe Sambiasi che ha chiuso i battenti. Ad una rassegnata constatazione di un impoverimento dei servizi essenziali”. “Poco male, c'è sempre l’ospedale di Copertino” diceva Mellone agli avversari. "Chiude il Punto di Primo Intervento? Poco male, - potremmo dire oggi noi - forniremo a nostre spese un' ambulanza per portarvi, sempre, a Copertino".
Eh sì: chiude sarcasticamente il responsabile dei consumatori “E’ proprio la roboante Rivoluzione, evocata in campagna elettorale”. Quanto a senologia – continua Moira Epifani – è paradossale il fatto che pochi mesi fa sia annunciato in pompa magna a mezzo di manifesti sei per tre, l’imminente apertura del reparto di senologia clinica all’interno dell’ospedale di Nardò e poi invece si sia trattato di un semplice servizio di senologia clinica ambulatoriale che è ben altra cosa rispetto all’apertura di un autentico reparto ospedaliero”. "Figurarsi di un ospedale! Tutto questo non fa che confermare la fondatezza delle nostre preoccupazioni. Che avevamo immediatamente chiesto al ministro della Salute ma anche al responsabile dell’Asl di intervenire immediatamente. Per apportare immediatamente dei correttivi ad un messaggio, quello dei manifesti che annunciavano l’apertura del reparto di senologia, assolutamente ingannevole”.
Gallipoli, Galatina e Copertino sono i centri più vicini a Nardò, insieme al capoluogo, in cui ancora insiste un pronto soccorso. Maurizio Maccagnano dei Cobas pubblico impiego sanità ritiene che “La disattivazione del punto di primo soccorso sia l’ennesimo colpo di scure inferto alla sanità pubblica. Ed è intollerabile perché la sanità a livello regionale mi pare stia solo offrendo delle “pezze”giustificative. Non basta qualche ambulanza in più del 118 per mettere la comunità al riparo dall’emergenza salute. La chiusura è prevista dal 1° maggio. “Questa prestazione assistenziale – afferma Maccagnano – era rimasto l’unico strumento in grado di assicurare una sorveglianza sanitaria sul territorio ma soprattutto il Punto di primo soccorso serviva come ammortizzatore degli accessi che vengono effettuati giornalmente, e che altrimenti sarebbero finiti per intasare ancora di più i pronto soccorso degli ospedali di Lecce, Galatina e Gallipoli”. Nardò non avrebbe pochi ingressi, ma una media di 15 interventi. La chiusura di Ortopedia, la “sparizione” del Laboratorio Analisi, Radiologia che prima era h12 e adesso funziona solo nelle ore del mattino, sono solo un ulteriore colpo alla sanità pubblica e ad un sistema che ha smesso di funzionare da un pezzo. Nardò che è un importante centro turistico avrebbe bisogno, soprattutto alle porte della stagione estiva, di servizi sanitari efficienti”.
Nel programma elettorale dell'attuale sindaco si legge:"Trasformazione del punto di prima assistenza in dipartimento d'ugenza. Azione a tutti i livelli per ottenere che nell'ex ospedale venga istituito un dipartimento d'urgenza per stabilizzare ogni criticità sanitaria in un comprensorio (Nardò- Galatone e fascia costiera) che vede una popolazione stabile di 50.000 persone che si raddoppia nella stagione estiva. Impegno a promuovere ampliamento Ospedale San Giuseppe Sambiasi. L'azione dovrà essere indirizzata a promuovere il progetto di ampliamento dell'ospedale proposto da Difendiamo il territorio - ing. Francesco Antico con uno studio di fattibilità che ha obiettive ragioni di essere preso in considerazione e le cui simulazioni sono inoppugnabilmente sostenibili. Si ritiene il progetto meritevole di sostegno da parte di un'amministrazione comunale a nostra guida". Amen.