Nardò, il sindaco capeggia la macabra parata in onore di Ramelli, l'ANPI:"Provocazioni neofasciste"

A Nardò circa un centinaio di persone sfilano per le vie del centro per commemorare l'ex camerata Ramelli, sfila anche il sindaco che anche quest'anno aveva disertato la cerimonia del 25 aprile. Secondo l'ANPI "È giunto il momento di sciogliere per legge le organizzazioni neofasciste".

Aveva invitato e mobilitato tutti, alla cerimonia per ricordare il giovane Ramelli perché è una di quelle occasioni speciali in cui tutti avrebbero dovuto essere presenti. “Domenica, ore 19.30, in memoria di Sergio Ramelli a 43 anni dal tragico assassinio. Fiaccolata in suo ricordo. Ritrovo al Largo della Stazione di via De Gasperi a Nardò. Ti aspetto. Pippi Mellone”: il sindaco “di tutti”, coma ama definirsi ad uso e consumo di propaganda pret-a-portèr, aveva chiamato a raccolta i suoi anche attraverso l’utilizzo dei social, e con messaggi a raffica su whatsapp. Sono quegli appuntamenti che contano e che vanno onorati, mica la cerimonia del 25 Aprile che, celebrando la liberazione dalla bestia nazifascista, poco esalta i nostalgici del ventennio.

UNA MACABRA FIACCOLATA - E infatti ieri sera il sindaco ha risposto presente. Si è presentato con tanto di maglia rosso “Ferrari” della comunità militante Andare Oltre (non si sa mai dove). Ed è andata in scena a Nardò la “macabra fiaccolata per l’anniversario della morte di Sergio Ramelli, un giovane neofascista morto a Milano nel 1975 per le conseguenze di un agguato sotto casa”. Una processione nera con fiaccole alla mano, e tanto di commosso ricordo nelle parole del sindaco che contrito attacca la recita di una nostalgica canzoncina del cantore del Sannio, tal Enzo Matarazzo da Benevento e poi passa il foglietto della “canzuncella” al “compagno” di Casapound Pierpaolo Giuri: “Camerata Ramelli” – recita Pierpaolo Giuri - leggendo quello che egli stesso definisce “un brano di musica alternativa” dedicato a Ramelli – “anche se sei caduto altri mille hanno preso la tua fiaccola”. Non erano mille ma circa un centinaio.

LA COMMOZIONE DI PINUCCIO - Legge dinanzi agli occhi commossi di Caputo Pinuccio ex presidente dell’assise municipale, missino di lungo corso, di cui ancora oggi si ricordano le ardue imprese politiche: la scelta, ad esempio, dell’inno di Mameli in avvio, prima di ogni adunanza municipale. “Ab aeterno”. Qualcosa di cui la comunità aveva febbrilmente e necessariamente bisogno. (E’ un po' come scegliere, mi si passi il paragone, tra un Ospedale e gli annessi servizi sanitari ed un parco, e tu giustamente, da politico coscienzioso e lungimirante, opti per il secondo, trascurando l’Ospedale, che per curarti puoi sempre Andare Oltre, in un altro ospedale, ma il cane a sgambettare dove lo porti, se non in un parco sotto casa?). Poi un interminabile minuto di silenzio. Siamo a Nardò ma pare un meeting di Predappio. Il ritrovo delle camice nere è a Nardò e non certo sulle colline forlivesi. “La ricorrenza è strumentalizzata, da anni, dalle organizzazione neofasciste per gridare al martirio ed esaltarsi in saluti romani”. “È gravissimo – fanno sapere dall’ANPI - che il sindaco della cittadina neritina dia il patrocinio del Comune alla richiesta di un suo stesso consigliere di maggioranza per una provocatoria parata”.

TRA GLI IMPETI LEGHISTI E CASAPOUND - Il sindaco di Nardò è il capo di una formazione pseudo-civica provinciale che si chiama “Andare oltre”, che vanta anche il sindaco di Galatina e il vicesindaco di Lecce, oltre a diversi consiglieri comunali, e che ha dirottato i voti per la Lega di Salvini e per CasaPound alle elezioni del 4 marzo. L’ANPI chiede a gran voce che “I democratici e gli antifascisti di Nardò e della provincia di Lecce si mobilitino immediatamente, siano vigili e attenti, contro queste provocazioni inconfondibilmente neofasciste e neosquadristiche". Al corteo il primo cittadino è un abitué, anche se sceglie l’abbigliamento casual e non indossa la fascia tricolore. E’ tutto studiato. Anzi non perde occasione di presenziare tali nostalgiche “parate”, assentandosi sistematicamente e volutamente nelle cerimonie che commemorano il 25 aprile e la Resistenza. Di cui ha evidentemente un concetto meno “esaltante” ed “eroico”.

QUEI GIOVANI A CORTO DI STORIA – Circa un centinaio i presenti armati di fiaccole che hanno sfilato in processione fino a Piazza Salandra. Preoccupa in verità la presenza di diversi giovanissimi, (forse a scuola occorrerebbe una serie riflessione da parte dei loro docenti “distratti” ed un ulteriore ripasso di Storia Contemporanea per questi ragazzi “smarriti”, sprovveduti,  infarciti di ideologia da discount e a digiuno di competenze), quasi scontata quella di consiglieri ossequiosi, la cui presenza non fa notizia. “Si tratta – rammentano dall’ANPI - di seminatori di odio, di razzismo, ispiratori di violenza e aggressività, che non devono trovare spazio pubblico, né a Nardò né altrove. È giunto il momento di sciogliere per legge le organizzazioni neofasciste”.

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