Nardò, lottizzazione della Sarparea, il TAR rigetta il ricorso degli ambientalisti che promettono battaglia

E’ arrivato l’atteso pronunciamento del TAR sul ricorso proposto da: Associazione Codici Ambiente, Comitato “Salviamo La Sarparea”, rispetto al progetto di realizzare nel comparto 65 del PRG comunale in località San Isidoro, una struttura turistica ricettiva. Rigettate le tesi degli ambientalisti.

Il progetto originario aveva una estensione di mq. 169.738 e prevedeva la realizzazione di un complesso tipo residence composto da circa 60 villette isolate e un albergo residenziale, oltre alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Lo stesso progetto che aveva avuto il diniego da parte della Barbanente e di Vendola è stato rivisto e corretto. Una sforbiciata ed una diminuzione delle villette. Ma la colata di cemento resta. Il 70 per cento sono villette private ed il restante 30 per cento della cubatura riguarderebbe il resort di lusso. E’ tutto in regola perché in quella zona si può edificare. Eppure la presenza di un bosco primigenio di ulivi monumentali ha fatto inalberare gli ambientalisti. La giunta comunale di Nardò, retta dal sindaco Pippi Mellone, che per altro si era detto contrario alla lottizzazione, (questo quando era consigliere di opposizione) ha deciso, da sindaco, di approvare il piano di lottizzazione in questione, dicendo si al complesso residenziale proposto dagli investitori britannici e dall’amministratore unico di Oasi Sarparea srl, Alison Deighton.

LE PRESCRIZIONI DEL COMUNE- Nella delibera l’amministrazione comunale ha previsto una serie di prescrizioni alla società proponente che dovranno necessariamente essere rispettate nel successivo progetto esecutivo delle opere e quindi funzionali nella prospettiva di rilascio del relativo permesso a costruire. Tra queste, il fatto che qualsiasi intervento “debba essere preceduto da rilievi georeferenziati del perimetro dell’ulivo monumentale, delle alberature monumentali isolate e dei manufatti che testimoniano l’antica attività rurale”. In buona sostanza dicono dal comune: ”Nessuna interferenza tra le infrastrutture e gli alberi di ulivo, il cui espianto o spostamento, se necessario, dovrà in ogni caso essere autorizzato secondo la normativa vigente”. Gli ambientalisti erano rappresentati e difesi dall'avvocato Mariano Alterio contro il Comune di Nardo', rappresentato e difeso dall'avvocato Fernanda Quaranta, nei confronti dell’ Oasi Sarparea S.r.l., in persona dell'Amministratore Unico Sig.Ra Alison Zoe Klebanoff, rappresentato e difeso dall'avvocato Valeria Pellegrino.

IL CENSIMENTO DETTAGLIATO - Sulla questione c’è da dire che il Comune di Nardò ha adottato la dichiarazione di sintesi della procedura di VAS del 19.7.2017, nella quale, dopo un riepilogo dell’iter procedimentale e degli adempimenti istruttori, è stata riportata la seguente prescrizione: in relazione alla presenza nell’area di intervento di esemplari di ulivi monumentali, si preveda un censimento dettagliato, conforme alla vigente regolamentazione regionale, subordinato al verbale di accertamento redatto dagli Uffici Provinciali Agricoltura competente, che dovrà essere sottoposto al parere preventivo della Commissione tecnica per la tutela degli alberi monumentali. Atteso peraltro che il proponente dichiara che l’intervento di che trattasi sarà effettuato senza espiantare e/o danneggiare alcun albero di ulivo monumentale, si prescrive che detta circostanza venga verificata in sede di approvazione del Piano di Lottizzazione in relazione al prescritto censimento di cui sopra”.

LA SOCIETA’ SI IMPEGNA A PRODURRE SUGLI ULIVI MONUMENTALI OPPORTUNI "RILIEVI"- Il Tribunale amministrativo respinge il ricorso degli ambientalisti e ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. I magistrati del Tar inoltre, quanto alla tutela degli ulivi, ribadiscono che quanto ad eventuali altre alberature che pur non essendo ancora censite avessero i caratteri della monumentalità nelle NTA allegate al Piano adeguato la società si impegna a produrre in fase di progettazione utile ad ottenere il pdc e comunque prima di qualsivoglia intervento un rilievo georeferenziato nel rapporto di scala adeguato del perimetro dell’uliveto monumentale, delle alberature monumentali isolate, dei manufatti testimoniali dell’antica attività rurale e che, conseguentemente, il relativo interesse eventualmente vantato dalla ricorrente potrà essere fatto valere in sede esecutiva del progetto, dato che ivi lo stesso potrà rivestirsi dell’attualità necessaria.

Il punto in questione è di particolare interesse per diverse ragioni. Sul posto la presenza di alberi monumentali non avrebbe dovuto essere acclarata dal comune o comunque da un altro Ente?

GLI AMBIENTALISTI PROMETTONO BATTAGLIA - Matteo Vallone che fa parte del comitato di ambientalisti che si oppone alla lottizzazione ribadisce che “il censimento degli ulivi secolari avrebbe dovuto per logica anticipare l’approvazione per delibera della lottizzazione. E soprattutto il censimento lo avrebbe dovuto fare un ente terzo e non certo la società che ha presentato il progetto e che è ovviamente di parte”. Il bosco di ulivi monumentali che secondo qualcuno non esisterebbe o sarebbe affetto  da xylella continua ad ergersi maestoso a dispetto del tempo e degli uomini. Gli ambientalisti a questo punto potrebbero propendere per un ricorso al Consiglio di Stato ma potrebbero altresì procedere con un nuovo ricorso rispetto al piano esecutivo che dovrà essere presentato. “Nella sentenza del Tar - dice ancora Vallone - pare quasi non menzionato il bene paesaggistico che pure rimarrebbe tale solo senza l’antropizzazione del territorio”. L’azienda a riguardo avrebbe dato garanzie di un investimento cospicuo, si parla di circa 60 milioni di euro e della contestuale realizzazione di un parco monumentale pubblico di tre ettari. “E’ una decisione quest’ultima - obietta Vallone che non ha alcun senso - l’uliveto monumentale già esiste da mille anni non è certo una concessione dei colonialisti inglesi creare un parco”. Gli ambientalisti avevano a tal proposito proposto l’istituzione di un parco rurale da collegare, quanto a fruizione, al Parco di Portoselvaggio, “sarebbe stata un ulteriore attrattore naturale e culturale del territorio nel rispetto dell’Ambiente”. Ma che senso – ci si chiede - ha porre a confronto l’economia ed i vantaggi che ne potrebbero derivare con il rispetto e la salvaguardia della natura e dell’ambiente?

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