Una corposa e dettagliata interrogazione sullo stato della sanità a Nardò. E' il vice presidente del consiglio comunale che interroga il sindaco, gli assessori competenti rispetto all'attuazione del protocollo sottoscritto il 6 settembre del 2013, nella sala conferenze dell’Oncologico del Vito Fazzi di Lecce, tra Regione Puglia e Comune di Nardò sulla riconversione dello Struttura ospedaliera Sambiasi in Poliambulatorio di III Livello.
Quest'ultimo gestito dal Distretto Socio Sanitario di Nardò, al servizio di una utenza di circa 150.000 abitanti. Il protocollo, che reca le firme di Valdo Mellone per la Asl, Nichi Vendola per la Regione Puglia e Marcello Risi fa l’elenco delle specialità che avrebbero dovuto essere realizzate dopo la cancellazione del nosocomio neritino.
- In quell’occasione l’allora governatore della Regione, Nichi Vendola, evidenziò che con la firma del protocollo di intesa tra Regione Puglia e Comune di Nardò era stata data “concreta risposta a due esigenze apparentemente opposte, quella della comunità di Nardò, della splendida Nardò, a difendere il proprio presidio ospedaliero e quella della Regione, di ricostruire il sistema della salute qualificando la rete ospedaliera come rete di eccellenza distribuendo sul territorio servizi socio assistenziali di tipo territoriale. Il nostro compito in questi mesi è stato quello di spiegare che è meglio avere ottimi servizi ambulatoriali, di assistenza domiciliare, - concluse Vendola - piuttosto che un piccolo ospedale che non funziona”. (“Il piccolo ospedale che non funziona” sul finire degli anni ’90 disponeva dei seguenti reparti: Medicina, Chirurgia, Ostetricia e Ginecologia, Ortopedia, un ambulatorio di Otorinolaringoiatria, un ambulatorio di Chirurgia Vascolare ed Endoscopia. Poi successivamente venne chiusa Chirurgia ed Ostetricia e Ginecologia e furono attivate Geriatria e Lungodegenza. Quest’ultimo è ad oggi l’unico reparto attivo per una ventina di posti letto).
- La Regione Puglia in persona del proprio rappresentante legale pro tempore, On Nichi Vendola, Asl Lecce, il direttore generale pro tempore, Valdo Mellone ed il comune di Nardò', rappresentato dal Sindaco Marcello Risi i quali: “esaminate le prospettive progettuali per la riconversione del plesso ospedaliero di Nardò, cosi come in prosieguo richiamata; convengono quanto segue: l'Amministrazione Comunale di Nardò, pur evidenziando la non rispondenza del progetto in via di realizzazione alla ideale richiesta di assistenza sanitaria della cittadinanza, riconosce che la riconversione dello Stabilimento Ospedaliero di Nardò in Struttura Territoriale, ospitante un Poliambulatorio di III livello, può rappresentare una positiva alternativa. A condizione che sia posto al servizio di una utenza di circa 150.000 abitanti che si incrementa notevolmente nel periodo estivo e che ricomprenda le unità operative ed i servizi che di seguito verranno elencati”.
- Nella firma del protocollo “Tutte le parti costituite convengono che i servizi e le attività sopra descritte dovranno trovare integrale e completa attuazione, laddove non diversamente previsto, di massima entro il 30 giugno 2014”. “Solo il trasferimento/riconversione della Unità di Lungodegenza è differito alla attivazione della UDT, della RSA e della SUAP-GCA”.
- “La Regione Puglia e la ASL confermano il loro impegno a garantire assistenza appropriata e di qualità alla popolazione amministrata; la Regione e la ASL si impegnano ad offrire alla popolazione assistita una gamma di servizi sanitari innovativa, tecnologicamente adeguata e di qualità attraverso l'istituzione di un "Poliambulatorio di III Livello" in linea con le previsioni del Piano Regionale di Salute vigente integrato con le preesistenti attività ospedaliere già attive, con esclusione delle attività di ricovero per acuti, ed operanti nel plesso di Nardò”. Il protocollo dunque detta la road map del percorso.
il vice presidente del consiglio considerato che - Nel protocollo le parti si impegnano, dunque, ad attivare ben 27 branche specialistiche: Cardiologia, Oftalmologia, Otorinolaringoiatria, Dermatologia, Endocrinologia, Pneumologia, Centro prelievi, Gastroenterologia, Ortopedia, Medicina Interna e Centro UVA, Geriatria, Reumatologia, Urologia e Andrologia, Neurologia con elettroencefalografia, Allergologia e malattie dell'apparato respiratorio dell'infanzia, Medicina Fisica e Riabilitativa, Ostetricia e Ginecologia (anche preventiva) Servizi specialistici alla gestante ed alla puerpera in revisione del percorso nascita; Odontoiatria, Neuropsichiatria infantile, Oncologia, Diabetologia, Chirurgia Generale, Servizi di Laboratorio di analisi territoriale, Servizio di radiodiagnostica (Rx ed ecografia con TAC e diagnostica senologica) in H12, Chirurgia vascolare con ecodoppler grafia entro i1 2013, Terapia del dolore entro il 2013.
- Confrontando gli ambulatori esistenti con l’elenco pubblicato nel protocollo ed anche nel bollettino Ufficiale della Regione Puglia n° 78 suppl. del 05/06/2015 risultano mancare all’appello diverse specialità: innanzitutto nel Poliambulatorio si fanno i prelievi ma non le analisi. Il laboratorio di analisi previsto è stato chiuso ad ottobre dello scorso anno. Non c’è, così come prevedeva il protocollo, Gastroenterologia, né Medicina Interna. Da oltre un anno inoltre non si effettua il day service di ipertensione arteriosa, malattie respiratorie e reumatologiche dell’apparato gastroenterico e respiratorio. C’è Neurologia ma era prevista anche la Elettroencefalografia, quest’ultima mai istituita. Non ci sono i previsti “Servizi specialistici alla gestante ed alla puerpera in revisione del percorso nascita”; non pervenuto nemmeno Neuropsichiatria Infantile; c’è Ematologia che non era addirittura prevista dal protocollo. Ma i servizi di radiodiagnostica (Rx, Ecografia, e Tac) si fanno solo nelle ore diurne, erano invece previste H 12.
- Era prevista entro il 2013 Chirurgia Vascolare con Ecodoppler ma tale specialità non è mai stata realizzata. Le prestazioni di Patologia Clinica non si fanno più. L’Unità di raccolta Sangue meriterebbe un discorso a parte: gli ambienti più volte ristrutturati e resi a norma non sono mai stati né aperti né utilizzati. La Medicina dello Sport prevista dal protocollo non è mai stata attivata.
- Nel bollettino si evidenzia la presenza di un punto di primo intervento, di una postazione del 118, una medicalizzata e una seconda unità mobile non medicalizzata. Tra i servizi promessi in seno all’accordo Regione e ASL si impegnavano a garantire le attività di pronto soccorso attraverso l’organizzazione di un Punto di Primo Intervento h 24, garantendo livelli ottimali di servizio e di sicurezza con il pieno supporto del Servizio di Emergenza – 118, garantendo quanto meno una ambulanza medicalizzata ed una di supporto. Invece il Punto di Primo Soccorso si avvia a chiusura, al massimo potrebbe arrivare una piccola deroga. Dal 1° maggio i cittadini, deroga a parte, non avranno un presidio fisso al quale rivolgersi in caso di necessità.
– dopo le polemiche seguenti alla notizia della prossima disattivazione del Punto di Primo soccorso a Nardò il sindaco attuale ha proposto nell’ordine: un accordo con la Croce Rossa per disporre di un'altra ambulanza per 12 ore, e ancora un centro studi sulle malattie che colpiscono il nostro territorio,
tutto ciò premesso e considerato Marinaci interroga il sindaco e gli assessori competenti, per sapere: Se la S.V. intende dare attuazione agli impegni assunti in campagna elettorale con specifico riferimento alla trasformazione dell'ex Punto di primo soccorso in Dipartimento d'urgenza. Se codesta Amministrazione ritiene di dover promuovere il progetto di ampliamento dell’Ospedale, proposto da Difendiamo il Territorio, con uno studio di fattibilità, “le cui simulazioni sono inoppugnabilmente sostenibili”. Quali concrete iniziative, infine, codesta Amministrazione ha posto in essere al fine di verificare il rispetto del Protocollo d'intesa del 2013, sottoscritto dalla ASL, dalla Regione e dal Comune di Nardò. Se non ritiene poco equo che il nostro sia il primo Ente che decide di far pagare ai cittadini servizi indispensabili come l’ambulanza in più che lei ha promesso, e che dovrebbero essere garantiti dal sistema sanitario regionalee non certo da chi già paga le tasse per ottenere strutture poco dignitose o addirittura insufficienti. Se ritiene valida l’offerta sanitaria o invece sufficiente, anche considerando che quando si presentano delle urgenze da risolvere con pericolo di vita non ci può essere un Punto di Primo Intervento con l’ambulanza che ti trasporta altrove ma bisogna intervenire all’istante e quindi bisogna avere anche un minimo di posti letto. E infine su quali basi, ricerche, report, studi clinici si baserebbe l'apertura, da lei auspicata, di un "centro di ricerca regionale ospedaliero-universitario focalizzato sulle patologie più riscontrate nel territorio secondo le indicazioni dei medici di medicina generale".