Il sindaco di Lecce ha deciso di non firmare, nonostante le sollecitazioni - un’ordinanza per vietare l’uso dei fitofarmaci; né impugnerà con ricorso al TAR - il decreto sulle “misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione della xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica Italiana”.
In un post su Facebook il primo cittadino che si muove diversamente rispetto ad esempio al sindaco di Nardò spiega che "Pur rispettando le motivazioni dell’articolato fronte civico che invoca la disubbidienza nei confronti delle decisioni prese dal Ministero per l’Agricoltura voglio spiegare perché ho preso questa decisione. Che non scaturisce dall’ignorare le ragioni di tutela di salute pubblica che vengono esposte per contrastare il cosiddetta decreto Martina".
"Ma - semmai - dal rispetto che si deve ad un tema così delicato, che mi impone di avere fiducia negli organi sovraordinati dell’ordinamento dello Stato su questioni così complesse. Non può essere dimenticato che possono essere impiegati per i trattamenti indicati esclusivamente i prodotti fitosanitari autorizzati dal Ministero della Salute e dalla Commissione Europea, sempre secondo le condizioni d’uso ammesse".
"Non può essere ignorato che il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha sottolineato la necessità dei trattamenti con insetticidi contro gli insetti vettori del batterio per limitare la sua trasmissione. Non può essere trascurato che la UE dispone di un quadro legislativo completo che disciplina l’uso dei pesticidi: prima che una sostanza attiva possa essere utilizzata nell’UE all’interno di un prodotto fitosanitario, deve essere approvata dalla Commissione europea; prima che venga assunta una decisione ufficiale sulla loro approvazione, le sostanze attive sono oggetto di un approfondito processo di valutazione da parte dell’EFSA".
"È dentro questa cornice di garanzie che è stato emanato il Decreto del 13 febbraio 2018, che, a proposito dell’uso dei cosiddetti neonicotinoidi, autorizza esclusivamente l’acetamiprid (e non quelli banditi con recente decisione degli Stati membri: imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam), già previsto contro la mosca dell’olivo, modificando solo l’epoca di trattamento, e senza trattamenti aggiuntivi".
"Partire da queste considerazioni non significa ignorare le preoccupazioni sulle conseguenze dell’uso dei fitofarmaci in agricoltura e tutto il dibattito internazionale su una loro progressiva messa al bando: ma tenere conto che il processo che ne autorizza l’uso é rigorosissimo e sottoposto a periodico aggiornamento. Come posso io sindaco - sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili dentro l’amministrazione - ignorare questi elementi di conoscenza in nome di un generico principio di precauzione? Credo nella scienza e nel suo metodo. Credo nell’articolato sistema di tutele comunitarie e nazionali poste a tutela della salute pubblica. Credo nello Stato di diritto e quindi che l'agire dello Stato e dei suoi organi sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti. Credo che gli organi dello Stato le autorità agiscono secondo il principio della buona fede".
"Ma soprattutto credo che la nostra organizzazione sociale si regga su un atto di fiducia. La stessa per la quale quando salgo su un aereo ho fiducia nel pilota, o quando mi sottopongo ad un intervento ho fiducia nel chirurgo. Per questa ragione ho fiducia nella decisione della Ue e del Governo italiano, e nella scienza che indica le misure più adeguate per il contenimento di una devastante epidemia batterica che colpisce i nostri ulivi, devasta il nostro paesaggio, colpisce la nostra economia. Non ho competenze sufficienti per sostenere che stiano sbagliando o che non stiano agendo con scrupolo e buona fede; né per indicare come dovrebbero diversamente agire per combattere la xylella e tutelare la salute pubblica. Non emanerò quindi l’ordinanza che vieta l’uso dei fitofarmaci in città, né ricorrerò contro il decreto del Ministero dell’Agricoltura".
"Non mi sento avversario del Governo, né delle associazioni che lottano animati da buone intenzioni. Né intendo - ribadisco - contestare decisioni diverse che altri miei colleghi sindaci decideranno di assumere.Ho semplicemente ritenuto utile e doveroso precisare quella che è la mia posizione su questa delicata vicenda".